Sergio Scariolo: 'Ci metto la faccia, giusto che provi qualcun altro'
Le parole di coach Sergio Scariolo dopo la separazione da Milano
Il coach Sergio Scariolo dopo la decisione presa d’accordo con la società di non proseguire il rapporto in scadenza ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Quest’anno non abbiamo raggiunto gli obiettivi fissati, e come ho sempre fatto, ci metto la faccia e mi assumo la responsabilità che il mio ruolo comporta. Non so se fosse possibile trovare altre motivazioni per convincere tutti a mettere sempre e comunque l’interesse della squadra davanti a quello individuale: posso assicurare che ci ho provato con tutte le mie forze, ma non ci sono riuscito.Come è evidente a chiunque sia in grado di giudicare con competenza e buona fede, anche le scelte tecniche su cosa fare e non fare in campo sono state fortemente condizionate da questa fragilità mentale, che non siamo mai riusciti a sconfiggere del tutto. E’ quindi giusto che ci provi qualcun altro, utilizzando anche l’esperienza di quest’anno e dopo aver apportato le opportune correzioni all’organico. Abbiamo commesso un grave errore costruendo questa squadra, che è cambiata rispetto all’anno scorso molto più di quanto originariamente avremmo voluto: guardare più al talento offensivo dei giocatori che alla loro compatibilità, e attitudine difensiva. La squadra è risultata fin dall’inizio estremamente carente proprio nei due aspetti del gioco imprescindibili per giocare di squadra e competere al massimo livello: il passaggio e la qualità difensiva. Già dalla prima amichevole stagionale a Reggio Emilia avevo avvertito questo campanello d’allarme e leggere dopo la prima sconfitta di campionato il giocatore più maturo ed esperto parlare di egoismo, mi aveva preoccupato ancora di più. Speravo che con il lavoro (come sempre successo a tutte le mie squadre) saremmo riusciti a migliorare, ed è fuori da qualsiasi dubbio che la squadra sia cresciuta nel tempo; purtroppo però l’altruismo e la disponibilità al sacrificio difensivo sono stati una specie di abito che siamo riusciti spesso ad indossare, mai una pelle che ci accompagnasse indipendentemente da come questo o quel giocatore riuscisse ad esprimersi in attacco.Mi dispiace soprattutto per Giorgio Armani e Livio Proli a cui va il mio ringraziamento per la fiducia e il sostegno ricevuto; e per quei tifosi (la maggior parte, al di là delle apparenze) che non hanno abbandonato la barca nei momenti difficili e ci hanno sostenuto fino alla fine. Voglio infine ringraziare lo staff tecnico e medico, e tutti i giocatori per lo sforzo profuso: sono sinceramente convinto che ciascuno di loro, compatibilmente con le proprie caratteristiche professionali e naturali, abbia lavorato con impegno e serietà. E’ stato un onore far parte dell’Olimpia in questi due anni. Ne esco con un po’ di tristezza, ma con la convinzione rafforzata che l’unico cammino che porta al successo è avere tutti ben chiaro che il bene della squadra e della società sono infinitamente più importanti di qualunque individuo”.
Pagina di 2