NBA Season Preview: Western Conference
Dopo aver analizzato la situazione della Eastern Conference, è arrivato il momento di capire quali saranno le squadre in grado di dare filo da torcere agli Warriors ad Ovest
Dopo aver visto la situazione ai blocchi di partenza della Eastern Conference, adesso è arrivato il momento della preview della Western Conference. I Golden State Warriors rimangono i favoriti indiscussi, non solo per vincere la Western Conference ma per bissare il titolo NBA della scorsa stagione, ma dietro le contendenti non sono rimaste a guardare: i Rockets hanno aggiunto Chris Paul, mentre i Thunder in una sola off-season sono riusciti ad aggiungere due giocatori del calibro di Paul George e Carmelo Anthony senza svenarsi particolarmente.
1) Dallas Mavericks: I Mavericks sono sempre una squadra pericolosa contro cui scommettere. Rick Carlisle ha sempre dimostrato di, indipendentemente dal tipo di roster a disposizione, essere in grado di tirare fuori il meglio dalle sue squadre, anche quando le aspettative non erano alte. Ma guardando il roster di quest'anno resta difficile pensare che i Mavs possano andare oltre il 50% di vittorie. L'aggiunta di Dennis Smith dal draft è molto interessante e, personalmente, ho pochi dubbi sul fatto che il prodotto di NC State possa diventare un signor giocatore in questa lega ma affidare troppe responsabilità ad una rookie point guard non può portare a risultati di altissimo livello nell'immediato. Carlisle sembra essere convinto di partire con Nowitzki da centro titolare in quintetto, idea abbastanza difficile da capire vista la presenza di Noel. La situazione contrattuale dell'ex Philadelphia rischia di essere l'elemento in grado di influenzare maggiormente la stagione di Dallas. Noel, infatti, non ha trovato un accordo per l'estensione e ha deciso di firmare la qualifying offer, che lo farà diventare unrestricted free-agent al termine della stagione. Le negoziazioni tra Cuban e l'agente di Noel sono state un disastro, l'agente ha subito sparato alto ma Cuban ha preferito aspettare, sperando che dalla restricted free-agency non arrivassero offerte eccessive per il giocatore. L'atteggiamento attendista di Cuban ha pagato, visto che Noel non ha ricevuto proposte allettanti da altre squadre, ma ha anche creato una netta spaccatura tra il lungo e l'ambiente. Carlisle ha già dichiarato di non avere intenzione di far partire titolare Noel, cosa che al giocatore e al suo entourage è piaciuta il giusto. Gestire questa situazione durante la stagione non sarà semplice, soprattutto considerando che Noel fuori dal campo ha dimostrato anche in passato di non essere uno stinco di santo. Il vero problema, però, è che le caratteristiche difensive di Noel sono troppo importanti per Dallas per rinunciarci completamente. I quintetti con Nowitzki da centro sono pressochè impossibili da gestire difensivamente e Carlisle dovrebbe seriamente pensare a dare più minuti possibili al tedesco da 4 in coppia con Noel da 5. Dalla panchina, inoltre, l'assenza di Seth Curry rischia di essere molto pesante da assorbire, visto che di alternative concrete ce ne sono pochine. Da Miami è arrivato Josh McRoberts, che prima della caterva di infortuni arrivati era un buon giocatore ma che è adesso è un discreto punto interrogativo. Da vedere se Yogi Ferrell confermerà gli sprazi positivi intravisti la scorsa stagione. La sensazione generale è che i Mavericks siano un po' troppo corti e fragili per poter ambire a qualcosa in più di un 50% di vittorie in questa Western Conference.
2) Denver Nuggets: I Denver Nuggets sono stati la seconda peggior difesa della NBA nella scorsa stagione. Per la franchigia del Colorado le speranze di playoffs passano soprattutto dal migliorare la solidità difensiva e l'innesto di un giocatore dell'esperienza di Millsap non può fare altro che aiutare la squadra di coach Malone. Il roster pare essere, però, ancora un po' troppo ingolfato nel reparto lunghi e fin troppo sottile nel settore delle point-guard. Mudiay, finora, è stato senza mezzi termini una delusione e la sola esperienza di Jameer Nelson non può bastare per mandare avanti la baracca. E' anche vero che il playmaker di fatto della squadra è, ormai, Nikola Jokic, con le sue qualità di passatore può coprire e non poco il deficit nel ruolo di play. I Nuggets dovrebbero seriamente pensare alla cessione di Kenneth Faried, che non ha nessuna intenzione di fare il panchinaro e che è ormai diventato di troppo in questo roster. Si era parlato della possibilità di arrivare ad Eric Bledsoe, che sarebbe una più che discreta aggiunta a questo roster, ma è probabile che i Suns possano chiedere di inserire anche Wilson Chandler nello scambio, cosa che creerebbe non pochi problemi a Denver. Chandler è troppo importante per gli equilibri di questa squadra e i Nuggets dovrebbero pensarci su due volte prima di sacrificarlo, visto che, per motivi diversi, le alternative in quel ruolo non sono ancora del tutto credibili (Barton è un ottimo realizzatore in uscita dalla panchina ma difensivamente è penalizzato dalla sua scarsa stazza, mentre Hernangomez ha molto più senso da 4 che da 3). Il potenziale offensivo dei Nuggets è molto importante, se Malone riuscirà a girare un minimo le viti in difesa, allora questa squadra potrebbe seriamente pensare ai playoffs.
3) Golden State Warriors: Kevin Durant ha rinnovato sacrificando qualche milione per facilitare i rinnovi di due giocatori chiave per il sistema Warriors come Iguodala e Livingston. Sono stati aggiunti Nick Young e Omri Casspi per aumentare ulteriormente il potenziale di fuoco sul perimetro, Pachulia e McGee hanno rinnovato entrambi al minimo, in più dal draft gli Warriors sono riusciti a prendersi un prospetto molto interessante come Jordan Bell pagando cash la scelta dei Bulls (ah, la dirigenza dei Bulls...). Golden State rischia di essere anche più forte dell'anno scorso. Se tutti i giocatori chiave rimarranno sani, soprattutto in ottica playoffs, onestamente è difficile, se non impossibile, pensare ad una squadra in grado di infastidire la macchina perfetta di Steve Kerr. Il GM Bob Myers ha fatto il solito ottimo lavoro, adesso spetta a Steph Curry e soci riconfermare il titolo. La tavola sembra già apparecchiata.
4) Houston Rockets: L'off-season degli Houston Rockets è stata semplicemente splendente. Prima la mega trade che ha portato all'arrivo di Chris Paul dai Clippers, poi le aggiunte di giocatori che potrebbero essere molto utili in ottica playoffs, soprattutto per quanto riguarda gli accoppiamenti difensivi, come P.J. Tucker e Mbah A Moute, ed infine l'estensione contrattuale di James Harden. Il GM Daryl Morey ha messo tutte le fiches sul piatto per cercare di mandare contro gli Warriors il miglior gruppo di giocatori possibile. D'Antoni avrà a disposizione un roster molto profondo, in grado di alternare quintetti super piccoli e altri con più presenza sotto canestro. Se Gordon e Anderson si confermeranno sugli ottimi livelli visti la scorsa stagione, i Rockets rischiano di essere davvero la minaccia più pericolosa per gli Warriors in ottica di riconferma del titolo NBA. Integrare Paul e Harden sarà, probabilmente, meno automatico di quanto si possa pensare ma due giocatori del loro calibro, alla fine, troveranno un modo per cooperare nel migliore dei modi. Anche se vedere un giocatore come Paul, noto per la sua propensione alle conclusioni dal midrange, in una squadra come i Rockets, che dall'arrivo di Morey come GM ha sempre 'schifato' quel tipo di conclusioni', sarà davvero curioso.
5) Los Angeles Clippers: Per distacco uno dei più grossi enigmi di questa stagione, i Los Angeles Clippers sono una squadra veramente complicata da leggere. Fuori dai playoffs o parte integrante della post-season, non sarei sorpreso da nessuna delle due opzioni. La squadra di Doc Rivers, quest'anno, sarà una bestia veramente particolare. Con la partenza di Chris Paul, la mole del playmaking si sposterà maggiormente sulle ali, soprattutto su Blake Griffin e Gallinari, in grado di creare tanto per i compagni. Il reparto guardie dovrà essere gestito con intelligenza, Beverley è un signor difensore e dovrà necessariamente essere usato per coprire gli enormi limiti difensivi di giocatori come Teodosic e Lou Williams (il solo pensiero di quintetti con Teodosic e Williams insieme difensivamente fa venire i brividi). Molte responsabilità avrà anche Austin Rivers che sarà la guardia titolare dopo la buona annata della scorsa stagione. Buona anche l'aggiunta di Willie Reed come riserva di DeAndre Jordan (Reed che, fra l'altro, ha perso qualcosa come 13 mln di dollari perchè il suo agente gli aveva suggerito di rifiutare l'offerta degli Heat visto che ne sarebbero arrivate di migliori, suo agente che adesso è coinvolto all'interno dello scandalo scoppiato nel mondo NCAA). Molto, però, passerà soprattutto dalla salute di Griffin e Gallinari, giocatori spesso soggetti ad infortuni e problemi fisici vari. Equilibri fragili in casa Clippers quest'anno, l'esito è quantomeno incerto.
6) Los Angeles Lakers: I Lakers saranno una squadra piuttosto divertente da guardare quest'anno. Con il talento di Lonzo Ball, seconda scelta assoluta del draft, e quello di Kyle Kuzma, che almeno da quanto dimostrato in questa preseason rischia di trasformarsi in una discreta steal of the draft, la squadra di coach Walton ha tanto su cui poter lavorare. Sarà importantissimo continuare il processo di sviluppo di Brandon Ingram, Julius Randle, Ivica Zubac e compagnia, senza stare a pensare tanto ai risultati, visto che comunque anche per questa stagione le ambizioni da playoffs sono da tenere da parte. L'arrivo di Brook Lopez dai Nets darà una presenza di qualità sotto canestro, oltre a portare quel pizzico di esperienza che in uno spogliatoio così giovane può sempre servire. Buona anche la mossa di investire quasi 18 mln di dollari per un anno su Kentavious Caldwell-Pope, giocatore interessantissimo ma che a Detroit non è mai riuscito a sbocciare del tutto. Se le cose andranno bene, i Lakers potranno offrirgli un ricco pluriennale in estate, in caso contrario lo saluteranno senza tanti rimpianti e potendo riabbracciare quei quasi 18 mln di dollari di spazio salariale.
7) Memphis Grizzlies: I Memphis Grizzlies hanno dato il via ad un mezzo ricambio generazionale: via Vince Carter, Tony Allen (se non gridate First Team All-Defense ogni volta che pronunciate il suo nome, avete qualcosa di sbagliato in voi) e Zach Randolph. Il problema è che 'la vecchia guardia' è stata sostituita quasi interamente da delle vere e proprie scommesse: Tyreke Evans non ha mai giocato più di 30 partite nelle ultime due stagioni, Mario Chalmers viene da un grave infortunio al tendine d'achille e Ben McLemore viene da un'esperienza fallimentare a Sacramento, con tutte le attenuanti dell'ambiente di Sacramento ma anche il prospetto di Kansas ci ha messo del suo nel complicarsi la vita. Marc Gasol e Mike Conley sono due certezze assolute ma lo spagnolo ha quasi 33 anni e il play viene da un career year che sarà molto difficile ripetere. Nel reparto esterni i Grizzlies sono davvero molto corti e se, come l'anno scorso, le ginocchia di Parsons continueranno a cedere, la squadra di coach Fizdale rischia di essere davvero a corto di opzioni e profondità. Sulla carta Memphis non sembra una squadra da playoffs, troppe incertezze e troppi se legati alla salute di determinati giocatori, ma negli ultimi anni abbiamo più volte capito che scommettere contro i Grizzlies non sempre paga. Vedremo se anche quest'anno Gasol e soci riusciranno a superare i propri limiti.
8) Minnesota Timberwolves: Il momento chiave della off season dei Timberwolves è stata ovviamente la trade per Jimmy Butler, pupillo di Tom Thibodeau. L'ex dei Bulls dovrebbe risolvere o quantomeno aiutare a risolvere i problemi difensivi dei Timberwolves, tra le peggiori squadre della lega nella scorsa stagione. L'aggressività di Butler sul perimetro e la sua personalità dovrebbero dare una disceta svegliata ai compagni più giovani, soprattutto Wiggins ma anche Towns, non esente da magagne difensive. Dalla free agency è arrivato un altro fedelissimo di Thibodeau, Taj Gibson, anche lui in grado di dare una bella sistemata ai meccanismi difensivi di Minnesota e portare una leadership non indifferente. Con la partenza di Ricky Rubio, Kris Dunn e Zach LaVine, la cabina di regia è stata affidata a Jeff Teague, che ha firmato un triennale da 57 milioni di dollari. Dopo un lungo tira e molla è rimasto anche Shabazz Muhammad, che rappresenta l'unica reale alternativa nel ruolo di 3 a Wiggins. Dalla panchina ci sarà un altro veteranissimo come Jamal Crawford, che avrà il compito di fare quello che fa sempre, portare punti dalla panchina e tirare qualsiasi cosa gli passi per le mani. I Timberwolves hanno troppo talento per mancare i playoffs quest'anno ma chi pensa che per la squadra di Thibodeau sarà una passeggiata, si sbaglia. Questo nucleo ha comunque i suoi difetti, sul perimetro manca un tiratore da 3 punti davvero affidabile (tra Teague, Wiggins e Butler nessuno ha tirato con più del 36% da 3 la scorsa stagione) e in generale la quantità di giocatori che ha bisogno di avere tanto la palla in mano rischia di essere eccessiva. A Thibodeau il compito di equilibrare la situazione e possibilmente di non svenare i suoi titolari, dandogli un po' di più respiro rispetto alle sue abitudini da generale di ferro.
9) New Orleans Pelicans: La costruzione del roster dei Pelicans è una di quelle cose che mi fa sempre grattare la testa e dubitare di averci davvero capito qualcosa. Già la decisione di prendere Cousins la scorsa stagione mi aveva convinto il giusto. Adoro Cousins ma non credo che tenerlo in attacco per la maggior parte del tempo sulla linea del tiro da tre punti, lasciando lo spazio interno a Davis, sia il miglior modo di utilizzare il talento dell'ex lungo dei Kings. In estate è stato blindato Holiday, decisione sostanzialmente giusta, anche perchè i Pelicans difficilmente avrebbero trovato delle alternative credibili sul mercato, ma dopo la dirigenza ha deciso di mettere sotto contratto Rondo con l'idea di utilizzarlo da play e spostare Holiday nello spot di guardia, ruole che gli compete il giusto (l'ex dei Sixers sa giocare anche off the ball ma non è ancora un tiratore così affidabile da utilizzarlo costantemente come SG). Rondo adesso ha subito un infortunio che lo terrà fuori per l'inizio della regular season ma in generale l'idea che per sistemare le cose a New Orleans serva l'ex stella dei Celtics non è necessariamente incoraggiante. Dal suo addio a Boston, Rondo è stato un giocatore incredibilmente incostante, totalmente disinteressato dell'aspetto difensivo e non possono bastare due ottime gare di playoffs dell'anno scorso per assolverlo da 3 anni di incostanza. Inoltre, attorno a due lunghi come Cousins e Davis dovresti cercare di inserire più tiratori possibili, invece la dirigenza dei Pelicans ha deciso di mettere sotto contratto due giocatori come Rondo e Tony Allen, non esattamente due tiratori, senza contare che lo stesso Holiday non è proprio uno specialista dalla distanza. La sola aggiunta di Ian Clark non può bastare a colmare questa lacuna, nonostante le buone cose fatte vedere con gli Warriors. Gli infortuni continuano a martoriare una squadra che sembra non riuscire ad avere un break dalla sfortuna, Solomon Hill è già out per la stagione, Asik non si ha idea di se e quando rientrerà e al momento l'ala piccola titolare dovrebbe essere Dante Cunningham, giocatore onesto che però in una squadra 'normale' non farebbe il titolare. Raffazzonati.
10) Oklahoma City Thunder: In una sola estate, Sam Presti porta ad Oklahoma City due giocatori del calibro di Paul George e Carmelo Anthony senza neanche sacrificare una prima scelta futura e senza cedere giocatori davvero chiave. Un capolavoro, senza se e senza ma. L'arrivo di George e Anthony ha anche facilitato Presti nel lavoro di convinzione su Westbrook, agevolando la sua maxi estensione contrattuale e blindando il suo futuro ad Oklahoma City. L'equilibrio sul campo tra le tre superstar non sarà semplice da raggiungere ma durante la preseason i segnali sono stati positivi, soprattutto se Anthony si adatterà più ad un ruolo da spot-up shooter. Ottima anche l'aggiunta di Patrick Patterson, che in alcune situazioni potrà fungere da 5 piccolo per abbassare ulteriormente il quintetto. Con la partenza di McDermott, probabilmente ci sarà più spazio per Abrines. Interessante anche l'aggiunta dal draft di Terrence Ferguson che, però, difficilmente avrà a disposizione chissà quanti minuti nella sua stagione da rookie. Con la solidità difensiva di Roberson e Steven Adams, i Thunder possono essere una brutta bestia per tante squadre ad Ovest e ai playoffs fare i conti con loro non sarà affatto piacevole.
11) Phoenix Suns: I Suns dovranno continuare a lavorare sul loro nucleo di giovani, tutti molto interessanti: da Bender a Chriss, da Josh Jackson alla star in the making Devin Booker. Questo devo essere il primo, il secondo e il terzo obiettivo dei Suns in questa stagione. Proprio per questo motivo, la dirigenza di Phoenix dovrebbe guardarsi intorno e cercare delle trade per i vari Bledsoe, Chandler e Dudley, in modo tale da acquisire altri asset per il futuro e poter aumentare il carico da tanking per questa stagione. Il draft del 2018 si preannuncia molto interessante e personalmente non mi dispiacerebbe vedere il signor Luka Doncic in quel di Phoenix. Insegnare a Chriss come difendere a livello NBA per Phoenix è molto più importante che pompare le stats di Eric Bledsoe. Tanking is the way!
12) Portland Trail Blazers: Portland sarà un'altra di quelle squadre che cercherà di guadagnarsi un posto ai playoffs nella tonnara della Western Conference. Fondamentale sarà l'apporto di Jusuf Nurkic. Il lungo bosniaco è stato una vera e propria manna dal cielo per i Blazers dopo la pausa per l'All-Star Game. Se dovesse mantenere quel tipo di rendimento anche in questa stagione, i Blazers avrebbero a disposizione un lungo in grado di dare un grande apporto sia in attacco che in difesa. Con la cessione di Crabbe a Brooklyn, ancora più importante sarà riuscire a creare la chimica giusta tra Turner, McCollum e Lillard. L'ex di Sixers e Celtics ha discrete doti di playmaking e nella seconda parte della scorsa stagione è riuscito a trovare maggiore continuità e soprattutto più intesa con le due stelle di Portland. Lillard e McCollum a parte, però, Portland non ha grandi tiratori dalla distanza e rischia di avere problemi di spacing in diverse situazioni, a meno che Harkless non diventi più affidabile dalla distanza ma quest'ultima pare un'eventualità di difficile realizzazione.
13) Sacramento Kings: I Kings hanno messo su un interessante mix di gioventù ed esperienza. Ai tanti ragazzi del roster, a cui quest'anno si sono aggiunti anche Fox, Bogdanovic, Giles e Mason, la dirigenza dei Kings ha aggiunto tanta esperienza con le firme di George Hill, Zach Randolph e Vince Carter. Uomini che non potranno fare altro che dare più solidità al gruppo e creare un ambiente positivo all'interno dello spogliatoio. Hill si dividerà i minuti con il rookie Fox e all'occorrenza potrà giocare anche al suo fianco, vista la sua abilità da tiratore off the ball. L'aggiunta di Bogdanovic darà una vera alternativa a Buddy Hield e con ogni probabilità il serbo finirà per toglierli il posto prima di quanto ci si possa aspettare. Per il resto, come altre squadre in fase di ricostruzione, l'unica preoccupazione dei Kings sarà di lavorare sul development di Labissiere e Cauley-Stein, entrambi già apparsi nettamente migliorati nell'ultima parte della scorsa stagione.
14) San Antonio Spurs: Gli Spurs sono sempre gli Spurs ma questo non toglie che la loro offseason è stata abbastanza incolore. Patty Mills è rimasto e questa è un'ottima notizia, soprattutto considerando i problemi fisici di Parker, ma la scelta di dare un triennale a Pau Gasol è perlomeno discutibile. Il catalano ha compiuto 37 anni ed è piuttosto evidente che difensivamente non è più in grado di dare un contributo credibile ad un certo livello. Se alla sua presenza si va ad aggiungere quella di Aldridge, altro non eccelso difensore, e l'arrivo di Rudy Gay, fra l'altro reduce da un grave infortunio, il pacchetto lunghi degli Spurs sembra davvero fragile per poter avere una chance contro le altre top della Western Conference. Senza contare che l'unico lungo che dava un certo tipo di apporto difensivo, Dedmon, è andato verso altri lidi. Certo, sul perimetro Leonard e Green rimangono una delle migliori coppie difensive che si possono avere nella NBA ma le mancanze sotto canestro rischiano di diventare troppo pesanti da gestire, soprattutto in ottica playoffs. Dejounte Murray sembra pronto per assumersi più responsabilità e rimane uno dei giocatori più intriganti in prospettiva del roster. Nessuno ha Kawhi Leonard, nessuno ha Gregg Popovich ma in ottica playoffs gli Spurs non sembrano avere i mezzi per fermare i Golden State Warriors.
15) Utah Jazz: La perdita di George Hill e Gordon Hayward in un colpo soltanto sarà davvero difficile da assorbire per Utah. Hayward era l'anima offensiva della squadra, sempre pronto a prendersi tutte le responsabilità del caso ogni volta che la palla non si muoveva. Senza di lui, l'attacco di Utah perde davvero moltissimo, ancor di più adesso che al posto di George Hill c'è Ricky Rubio, che le difese sfideranno al tiro ogni qualvolta sarà possibile. La perdita per infortunio di Exum è pesantissima soprattutto per lo sviluppo del giocatore, che arriverà alla fine del contratto da rookie senza avere ancora idea di che tipo di giocatore sia davvero. La difesa dei Jazz, però, rimane una delle migliori della lega, per gli avversari avvicinarsi al ferro con quel mostro di Gobert nei paraggi è pressochè impossibile. Inoltre, il roster di Utah è comunque molto profondo e Snyder potrà alternare quintetti small, utilizzando Joe Johnson da 4 tattico, a quelli con Favors e Gobert insieme. Joe Ingles si è strameritato il suo quadriennale da 52 mln di dollari e continuerà ad essere un elemento chiave del roster. Interessantissimo anche il rookie Donovan Mitchell, prodotto di Louisville, che porterà punti ed energia in uscita dalla panchina e rischia di essere una delle principali sorprese di questa stagione. Nonostante i limiti offensivi, dunque, i Jazz si giocheranno le loro chances di playoffs grazie ad una difesa d'elite e un roster molto profondo, in grado di giocare con enorme energia partita dopo partita.
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