Dietro al successo degli Spurs: come funziona il loro attacco
Cominciamo un viaggo alla scoperta dei sistemi offensivi utilizzati in nba, oggi parleremo di come coach Pop guida la macchina perfetta dell’Alamo
Solo pochi mesi fa gli Spurs tornavano alla gloria dopo 7 anni con una delle più spettacolari prestazioni offensive della storia di questo gioco: non bastano i numeri per descrivere la poesia in movimento che questa squadra ha offerto alle Finals. Proveró quindi ad andare oltre ai numeri e alle semplici impressioni, cercando di svelare come coach Popovich ha portato la sua squadra a raggiungere vette prestazionali simili e più semplicemente, come ha portato 3 giocatori provenienti da 3 paesi e 3 culture diverse a diventare il secondo terzetto più vincente della storia del gioco. Con questo approfondimento quindi tenterò di fare luce sul motion offense dei San Antonio Spurs. Non ci sono molte letture a disposizione di chi voglia interessarsi e documentarsi su questo specifico attacco, ragion per cui introdurrò l'argomento sia in maniera semplice e comprensibile a tutti, sia attraverso situazioni che richiedono una conoscenza un po' più approfondita del gioco. Ora quindi cercherò di rispondere a delle semplici domande che molti appassionati di basket si pongono o che comunque si sono posti: cos'è il motion offense? Quali sono i suoi vantaggi? Perchè questo sistema è particolarmente adatto agli "speroni"? Quali sono i "segreti" di questo attacco? Nonostante l'ultima sia una domanda piuttosto pretenziosa, vediamo di rispondere a tutte e quattro le domande nel corso di questo viaggio verso l’attacco Spurs.
Anzitutto il motion offense è un attacco che si basa su un semplice ed immediato inserimento dalla transizione ad attacco contro difesa schierata. L'attacco degli Spurs è formato da uno schieramento “4 out 1 in” dove i 4 esterni non sono necessariamente guardie: i 4 giocatori fuori dalla linea dei 3 punti sono anzitutto il portatore di palla che si posiziona in uno dei due lati della metà campo (questo sarà il lato forte, strong nell'attacco Spurs: poi vedremo perché tengo a sottolineare questo); in punta - fronte a canestro ma fuori la linea dei 3 punti - c'è il trailer, un lungo capace di effettuare passaggi puliti e di essere in grado di giocare efficienti pick and roll con una guardia; infine ci sono le due ali che si posizioneranno ai due angoli. Il giocatore interno si posiziona in post basso nel lato scelto per introdurre l'azione dal portatore di palla. Quindi per fare un esempio pratico con gli Spurs di questi anni: Parker sarà il portatore di palla, Duncan il trailer, Green e Leonard le due ali mentre Splitter il giocatore in post.
Dopo aver spiegato come coach Popovich dispone le sue pedine in campo, andiamo ad analizzare come funziona uno dei sistemi più vincenti della storia. Il gioco si caratterizza per una grande qualità e quantità di blocchi lontani dalla palla (spesso dal lato debole, quello senza palla), ottime spaziature mantenute sempre i modo egregio e tagli verso il canestro: tutto ciò che caratterizza un attacco vincente - stranamente questi sono gli stessi concetti alla base di un altro interessante sistema, il TPO. I set offensivi principali del motion offense sono 3: strong, weak e loop che si differenziano (come è facilmente comprensibile) da dove si posiziona il portatore di palla e cosa fa dopo il passaggio al trailer, solitamente il passaggio introduttivo di ogni attacco a difesa schierata degli Spurs.
Quindi andiamo con ordine: ora analizzerò l’attacco strong, il set in cui il ball handler (Parker) dopo il passaggio al trailer (Blair in questa situazione) rimane nel lato forte. A questo punto il giocatore in post basso (Duncan) si sposta nel lato debole e il trailer può passargliela direttamente oppure sfruttare l’ala del lato debole per formare un triangolo consentendo un passaggio diretto al giocatore in post (dopo questo passaggio è preferibile che l’ala tagli a canestro e si posizioni nel NUOVO lato debole). Questa è la prima e più semplice opzione di gioco nel set “strong”.
La seconda opzione di gioco invece di avere come obiettivo principale una buona ricezione in post basso, mira ad una circolazione maggiore della palla costringendo la difesa a muoversi dal lato forte al lato debole, e viceversa. L’attacco inizia sempre allo stesso modo: il ball handler passa al trailer e rimane nel lato forte. Il trailer però ora consegna la palla sul lato debole (quello senza palla) e porta un blocco verticale assieme al ball handler a favore del giocatore in angolo (del lato da cui è iniziata l’azione) il quale riceverà molto probabilmente smarcato; questo in base a come la difesa reagisce alla sua uscita dai blocchi dovrà decidere se tirare, penetrare, passare ecc…
Nel caso in cui l’ala non fosse in grado di ricevere, il trailer potrà giocare un handoff con il ball handler: il ball handler torna verso di lui e il lungo gli consegnerà la palla portandogli contestualmente un blocco, effettuando una specie di pick and roll.
Questi sono solo due esempi (mi limito a questi due essendo i più comuni e immediati da comprendere) di come l’attacco possa procedere dopo un inizio standardizzato: in base a ciò che la difesa fa, l’attacco sceglie di conseguenza operando su una vasta gamma di “azioni secondarie” quali possono essere il pick and roll, il dribble handoff, la penetrazione, l’arresto e tiro ecc…
Ma tutto questo che benefici porta ad un attacco? Beh, anzitutto la difesa è stata mossa almeno 2 volte e ogni difensore avversario ha dovuto compiere scelte: c'è addirittura chi sostiene che la possibilità di segnare senza cambiare lato in attacco porti ad una % di realizzazione di 3 volte inferiore ad un attacco che cambia lato. Ora, non concordo con il numero ma la sostanza è quella: muovere la difesa la costringe ad effettuare scelte, effettuando scelte non solo si commettono errori ma soprattutto si concede qualcosa all'avversario. Poi sta all'intelligenza del singolo giocatore, o alla sua propensione a leggere determinate situazioni, concretizzare le situazioni al meglio, come è giusto che sia.
Ora invece parliamo del secondo set dell'attacco Spurs, il motion weak. Come dice il nome stesso l'attacco consiste in un taglio del portatore di palla verso il lato debole (weak side) da cui possono scaturire una serie di azioni, ma andiamo con calma. Il passaggio introduttivo questa volta viene fatto all'ala del lato forte (frontale al portatore di palla per intenderci); il portatore di palla quindi taglia forte verso canestro, se è libero riceve il passaggio sotto canestro e va per il layup.
Se non è libero passa al lato debole. In questo caso quindi la palla torna al ball handler attraverso il trailer (sempre al centro del gioco) e contestualmente l'ala del lato debole - quella in cui il Parker della situazione si è spostato - taglia verso canestro portando un blocco al giocatore in post il quale si trovava come da prassi nel "vecchio" lato forte. Dopo aver portato il blocco l'ala esce in punta sfruttando il blocco verticale del trailer (potrà sembrare complicato a parole ma dai video successivi i capirà benissimo). Qui finisce l'azione predeterminata e comincia il classico gioco di letture che contraddistingue l'attacco Spurs: vi sono varie possibilità di attacco a questo punto e ora ne elencherò alcune.
Il difensore del bloccante non cambia quindi il post player presumibilmente avrà un vantaggio "temporale" sul difensore avversario: questo infatti "subirà" il blocco e arriverà in contro tempo addosso al giocatore in post il quale potrà sfruttare questi centesimi per prendere una posizione ottimale spalle a canestro.
Il difensore del bloccante cambia quindi il post player presumibilmente avrà un vantaggio fisico sul difensore dell'ala avversaria.
La difesa si concentra sul post player quindi l'ala che esce in punta dopo il blocco verticale del trailer si troverà smarcata per un comodo tiro da 3 non contestato (questa azione viene chiamata anche "flex" dove cioè il bloccante viene a sua volta "bloccato": il cosiddetto "screen the screener"). Se la difesa dovesse recuperare in extremis questa potrà comunque giocare il pick and roll con il trailer.
Il post player può anche decidere di giocare il pick and roll con il ball handler invece di andare direttamente spalle a canestro, in questo caso è fondamentale che il trailer si posizioni nel lato opposto della palla per permettere un p&r più fluido.
Sono questi i giochi che mi sento di considerare come le principali azioni del motion weak, proviamo quindi ad analizzare e ad interpretare questo attacco sotto una diversa chiave di lettura: si nota subito come nei primi 4-5 secondi dell'azione toccano la palla in 3-4 giocatori con uno che porta comunque un blocco. Questo cosa significa? Eh, significa che TUTTI i giocatori entrano subito mentalmente nell'attacco, vengono direttamente coinvolti essendo motivati ad "attendere il proprio turno" vista la consapevolezza che in un modo o nell'altro anche i giocatori secondari sono protagonisti nell'attacco. Questo l'aspetto più psicologico. L'aspetto tecnico invece è il seguente: la difesa viene letteralmente messa costantemente alla prova. Ogni singolo movimento, ogni taglio, ogni blocco sfida la difesa costringendola a scegliere: lascio libero il tiratore o il giocatore in post, mi chiudo dentro l'area o metto pressione al ball handler sul perimetro? Questo è uno dei segreti dell'attacco Spurs: è modellato per attaccare le scelte della difesa lasciando una predeterminata libertà d'azione con la consapevolezza che un giocatore in campo sappia leggere meglio la situazione in diretta che non un allenatore che disegna uno schema a tavolino.
L’ultimo e forse più famoso set è il loop. Tutto inizia con il trailer che scambia la sua posizione con l’ala del lato forte e si posiziona in post basso. L’ala esce dal blocco del trailer e quindi si posiziona in punta e riceve il passaggio del ball handler. Se smarcato può anche tirare.
Se non è smarcato o comunque non ritiene opportuno tirare, mantiene il possesso del pallone ed aspetta che il ball handler effettui il loop: dopo aver passato la palla, il ball handler (spesso è Parker) taglia verso fondo campo prendendosi prima il blocco del lungo posizionato nel lato forte e poi corre verso il lato debole uscendo da un doppio blocco del post player e dell’ala del lato debole. Questi ultimi due blocchi fanno la differenza nel modo e nella tempistica con cui vengono portati: spesso i due blocchi avvengono in momenti differenti e non sono contemporanei. Il primo bloccante è l’ala che subito dopo il blocco si posiziona sul lato opposto (il vecchio lato forte, dove è partita l’azione) per mantenere le spaziature ottimali; il secondo bloccante quindi sarà il post player il quale, dopo che il ball handler avrà ricevuto la palla potrà rollare (taglio dopo il blocco) verso il canestro, aprirsi per un jumper dalla media oppure ricevere facilmente in post basso.
In questa situazione la difesa deve ancora fare una scelta, vediamo di analizzare le varie situazioni:
Nel primo caso che espongo la difesa difende forte sul portatore di palla non permettendogli la penetrazione in area attraverso uno show del lungo in difesa. Lo show avviene quando il lungo difensore “si dimentica” volontariamente del proprio marcatore per evitare la penetrazione della guardia che gioca il pick and roll. Il secondo bloccante (quello che solitamente è il post player) si apre per consentire una linea di passaggio pulita a Parker. Il risultato è un jumper dalla media non contestato per Duncan.
In quest’altro caso la difesa rimane ancora sul portatore di palla: Ibaka effettua uno show difensivo salvo poi effettuare un errore saltando per la stoppata troppo presto, consentendo a Splitter una facile schiacciata.
Ora invece vediamo se la difesa marca forte i due giocatori: per evitare il gioco a due precedentemente visto il terzo uomo rimane dentro l’area, concedendo però un semplice tiro da tre in angolo
Il loop è strutturato in modo tale da sovraccaricare un lato rendendo quasi impossibili gli aiuti sul lato opposto alla palla. O la difesa concede la penetrazione al ball handler (lascia 1vs1 senza aiuti), o lascia libero il bloccante (raddoppia attraverso lo show il portatore di palla), o non concede né l’una né l’altra cosa intasando l’area ma lasciando libero l’angolo opposto, il posto preferito da cui gli Spurs tirano da fuori. Si può dire che questo sia un gioco quasi immarcabile? Sì se il giocatore protagonista del loop è Tony Parker, capace di uscire dai blocchi con una rapidità impressionante, di coordinarsi in volo per il passaggio e di concludere al ferro come un’ala atletica. A questo però devono aggiungersi un lungo capace di leggere la situazione e di scaricare la palla in angolo con rapidità e facilità (qualcuno ha detto Duncan? Il più sottovalutato passatore della storia moderna del gioco?) e un tiratore affidabile dall’arco. Sono questi 3 elementi che rendono questo gioco pressochè immarcabile.
Dopo avervi fornito una visione generale sull’attacco che ha reso celebre la franchigia di San Antonio, possiamo affermare con certezza che la “macchina Spurs” vive, si muove e si evolve tramite giocatori con determinate caratteristiche richieste dall’attacco stesso. La credenza che basti anche un bambino perchè questo straordinario sistema possa funzionare o che chiunque renda meglio in questo attacco è totalmente sbagliato: i giocatori impiegati hanno come minimo comun denominatore la capacità di leggere “Smart & fast” ogni istante di gioco e ogni situazione che la partita pone di fronte a loro.
Un grande coach, Red Holzman, espresse al meglio il concetto di gioco di questo sistema:
“On a good team there are no superstars. There are great players who show they are great players by being able to play with others as a team. They have the ability to be superstars, but if they fit into a good team, they make sacrifices, they do things necessary to help the team win. What the numbers are in salaries or statistics don’t matter; how they play together does.”
Sperando possa essere stato sufficientemente utile ed esaustivo, nonostante il tentativo di renderlo appetibile alla maggior parte degli appassionati e non, vi aspetto sempre qui su Sportando con il prossimo articolo!
Alberto Ambrosio
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