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Ultima volta su Sportando 11/07/2017 @ 23.54
3809 Commenti

Pagina di 77

  • Citazione ( TheAnswer 23/08/2016 @ 23:06 )

    Abbastanza sorprendente anche l'eliminazione del Villareal...

    Fino ad un certo punto, considerando le assenze di calciatori determinanti (Soldado, Bakambu e J.Dos Santos su tutti), l'indiscutibile destrezza del temibile Monaco di Jardim in questa tipologia di sfide e il delicato momento tecnico che ha vissuto recentemente il Sottomarino Giallo con l'avvicendamento di Escribá (non certo un fuoriclasse della panchina) al posto dell'assai qualificato Marcelino.

  • Nel frattempo la tocca piano Dybala... [ link ]

  • Citazione ( TheAnswer 26/06/2016 @ 23:01 )

    Oggi il Belgio ha dato una grande dimostrazione di forza. Psicologicamente sembrano essere maggiormente tranquilli ed hanno espresso davvero un bel calcio.

    C'è da ribadire, però, che i Diavoli Rossi, una volta sbloccato il punteggio grazie alla precisa testata dell'indisturbato Alderweireld, hanno potuto mostrare un'attitudine più reattiva (fatto testimoniato dal possesso palla -54% contro 46%- a favore dell'Ungheria) che più s'addice alle loro peculiarità maggiormente spiccate: così, d'altronde, sono sorte le ultime due realizzazioni. Rimango non ancora persuaso dell'efficienza del gioco belga di fronte a sistemi difensivi ottimamente organizzati e ostici da disinnescare; in questo senso, lo scontro di stili opposti contro il Galles (nel girone di qualificazione all'Europeo, la Nazionale allenata da Coleman imbrigliò Hazard&co., ottenendo un pareggio a reti bianche a Bruxelles e strappando una sofferta vittoria dal minimo scarto in casa) nei quarti di finale ci rivelerà se il Belgio può davvero ambire al trionfo nella competizione.

  • Incredibile ma vero, Schwazer ancora positivo ad un controllo anti-doping: la notizia, trapelata dalla Gazzetta, è recentissima e, pertanto, i dettagli non sono ancora noti.

  • Citazione ( Anklebreaker 20/06/2016 @ 23:44 )

    No no, è ancora presto per dirlo. Al momento tra le terze c'è la Slovacchia a 4 punti, Irlanda del Nord e Albania a 3, Portogallo a 2, Rep.Ceca e Svezia a 1 (anche l'Irlanda a 1, ma con una peggiore differenza reti).

    Sfumata l'ipotetica disfatta con quattro o più reti di scarto dell'Irlanda del Nord dinanzi alla Germania, affinché l'Albania giunga ai tanto desiderati ottavi di finale, è necessario che due delle tre seguenti opzioni si realizzino:
    _ in Repubblica Ceca vs Turchia, pareggio o trionfo minimo della squadra allenata da Terim;
    _ nel girone E, qualsiasi risultato che non sia una vittoria per la Svezia contro il Belgio e per l'Irlanda di fronte all'Italia;
    _ un clamoroso tonfo lusitano nel decisivo match contro l'Ungheria.


    Insomma, tutto, con ogni probabilità, dipenderà dall'esito dell'incontro imminente fra turchi e cechi, nel quale -mio malgrado- sarò obbligato a supportare Arda Turan e soci.

  • GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLLLLL
    GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLL
    GOLAZZZZZZZZZZZOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
    DE ARMANDOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
    SAAAAAAAAAADIKUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU

  • A seguito della seconda beffa consecutiva nella competizione, fortunatamente il formato attuale che premia anche le quattro migliori terze ci offre un'ulteriore ed imperdibile chance: ciò che unicamente conta nella decisiva tenzone è il trionfo, la gloria, per poi sperare che almeno altre due Nazionali terminate in terza piazza totalizzino meno punti di noi (o abbiano un peggiore differenziale fra reti siglate e gol subiti in caso di parità). Occorrerà un altro abnorme sforzo, un'altra memorabile impresa ed un'altra storica pagina da scrivere per i nostri prodi guerrieri, guidati dal fiero condottiero De Biasi e schierati con il modulo 4-1-4-1: Berisha; Hysaj, Ajeti, Mavraj, Agolli; Basha; Lila, Memushaj, Abrashi, Lenjani; A.Sadiku.
    FORCA SHQIPERIA!

  • Magistrale e fenomenale prima frazione di gioco del Cile, che ha imposto un'intensità elevata fin dal fischio iniziale, sottomettendo psicologicamente un Messico irriconoscibile e dando prova di meccanismi offensivi ben oliati. Cambi di ritmo e di gioco frequenti, sovrapposizioni puntuali, tagli eseguiti con il corretto tempismo e, naturalmente, la sempre indispensabile dose di cinismo: questo il cocktail con il quale i campioni in carica stanno ribaltando i pronostici di chi li giudicava sprovvisti di quel quid tecnico-motivazionale che aveva permesso loro di conquistare il trofeo nella passata edizione. Vediamo se nella ripresa gli uomini di Osorio sapranno invertire il trend...

  • Citazione ( maark9220 19/06/2016 @ 03:18 )

    La Colombia assurda contro il/la Costa Rica, hanno cambiato tutta la squadra, l'hanno giocata a perdere...mentre l'Uruguay è ormai una nazionale in declino, poi senza Suarez. Anche l'anno scorso sono stati eliminati al girone. Certo che le 2 squadre ...

    Il giudizio sul declinante Uruguay mi pare un po' ingeneroso. Alla fine della fiera la Copa América è una competizione in cui sono sufficienti alcuni episodi per direzionare una Nazionale sulla strada dell'eliminazione e questo, in parte, è risultato il caso della 'Celeste' (ricordiamoci dell'espulsione di Vecino nel match inaugurale contro il Messico e i madornali errori di Cavani nella sfida decisiva contro il Venezuela); inoltre, c'è da sottolineare come Tabarez abbia probabilmente peccato di conservatorismo, non integrando in gruppo giovani già validissimi come De Arrascaeta, Lemos, Gaston Pereiro e Cristoforo e fidandosi eccessivamente della vecchia guardia, che -in ogni caso- assicura pur sempre risultati ragguardevoli, come si è potuto vedere fino ad ora nelle qualificazioni al Mondiale (prima posizione a pari merito con l'Ecuador).

  • Prova di forza ragguardevole per l'Argentina, che supera un combattivo Venezuela sulle ali di un Messi trascinante e dimostrando concretezza da veritiera favorita per la vittoria finale della competizione. In fin dei conti il punteggio si può definire troppo poco magnanimo nei confronti dei Dudamel boys, puniti da propri gravosi errori nelle circostanze del 2-0 e del 3-0 ed eccessivamente spreconi nel loro momento migliore di serata (i dieci minuti di fuoco a termine del primo tempo, insomma, culminati con il palo di Rondòn e lo sbaglio riprovevole dal dischetto di Seijas); l'Albiceleste, comunque sia, ha individuato definitivamente la quadratura del cerchio con l'equilibrato 4-3-3 attuale, meno offensivo rispetto a quanto si possa pensare (d'altronde Gaitàn è un esterno in grado di offrire un contributo indispensabile alla fase difensiva) e maggiormente flessibile e fluido rispetto alla versione vista nella scorsa Copa América. I presupposti per conquistare l'agognato trofeo vi sono tutti...

  • Intrigante l'imminente quarto di finale fra la favoritissima e finora devastante Argentina e lo stupefacente Venezuela: la 'Vinotinto', reduce da un girone di qualificazione ai Mondiali per ora assolutamente da gettare nel dimenticatoio, con la venuta di Dudamel ha cambiato del tutto marcia, giungendo seconda nel gruppo B (dietro solo al favoloso Messico di Osorio) e dimostrando miglioramenti netti in quanto a solidità collettiva, coesione e sfruttamento massimo della più che discreta cifra di talento a disposizione. Temo però non basti contro l'Albiceleste, che -nondimeno- patirà parecchio prima di accedere alle semifinali in quello che ritengo risulterà un match intenso e combattuto...

  • Smaltito l'enorme rammarico per il mancato pareggio nel match inaugurale contro la Svizzera, il calendario ci pone di fronte i padroni di casa francesi, nonché favoriti per il passaggio del turno da primi e tra i candidati al gaudio finale: ecco perché De Biasi opta per uno schieramento maggiormente difensivo rispetto alla disputa d'esordio, con Berisha in porta, il quartetto Hysaj-Ajeti-Mavraj-Agolli in difesa, la folta e solida mediana composta da Lila-Memushaj-Kukeli-Abrashi-Lenjani a cercare di rendere il possesso transalpino più complicato ed una sola punta -Sadiku- nel reparto offensivo. E' evidente che davanti a noi v'è un'impervia montagna da scalare, visto il quantitativo di talento che gli uomini di Deschamps possiedono, tuttavia -anche alla luce delle due amichevoli disputate rispettivamente a Nantes e ad Elbasan (una pareggiata 1-1 e l'altra vinta eroicamente 1-0) nel 2014 e nel 2015- dobbiamo massimizzare le nostre risorse e garantire il massimo rimanendo sempre in gara, sia per non avere alcun rimpianto che per sfruttare gli ipotetici errori avversari.
    FORCA SHQIPERIA!

  • Dopo le nemmeno troppo promettenti amichevoli di preparazione, si alza il sipario della nostra prima storica partecipazione all'Europeo: come ha affermato De Biasi, però, non ci si può accontentare della sola presenza, bensì bisogna possedere l'ambizione di aspirare al passaggio del turno, dato che in questa edizione pure le quattro migliori terze classificate accederanno agli ottavi di finale. Il primo impegno, dinanzi alla Svizzera, contiene elementi d'interesse e fascino a bizzeffe, anche giusto per il fatto che alcuni giocatori che avrebbero potuto militare nella nostra Nazionale sono parte integrante degli elvetici (Shaqiri, Behrami e G.Xhaka costituiscono i casi più eclatanti); la tensione sarà alle stelle, perciò dovremo dimostrarci abili nella gestione della naturale paura di fallire e nella prestazione generale in campo. La squadra di Petkovic, disposta con un 4-3-3, con ogni probabilità dominerà il possesso palla, cercando di massimizzare il contributo sulle fasce (in questo senso, avere in rosa due terzini del calibro di Lichtsteiner e Ricardo Rodrìguez aiuta eccome) e di sfruttare gli inserimenti dei centrocampisti, oltre al sempre utile lavoro di sponda di Seferovic. Annullare le sorgenti di occasioni degli avversari e ripartire nella maniera più efficiente plausibile saranno le chiavi per ottenere un insperato risultato positivo. Ecco l'undici scelto dal nostro commissario tecnico: Berisha; Hysaj, Cana, Mavraj, Agolli; Roshi, T.Xhaka, Kukeli, Abrashi, Lenjani; Sadiku.
    FORCA SHQIPERIA!

  • GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLL
    DE ANTOINEEEEEEEEEEE GRIEEEEEZMAAAAANNNN

  • GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLLLL
    DEL 'NINOOOOOOOOOOOOOO'

  • Pur senza ormai alcun obiettivo se non quello di terminare con il personale secondo miglior punteggio di sempre nell'era dei campionati a tre punti, l'Atlético intende chiudere la Liga al meglio, contro un rivale assai ostile per caratteristiche di gioco come il Celta Vigo, che invece non è ancora del tutto sicuro della quinta posizione ed ha recentemente eliminato i Colchoneros dalla Copa del Rey. Malgrado la finale di Champions sia piuttosto all'orizzonte, il 'Cholo' Simeone schiera l'undici titolare classico (con giusto un paio di variazioni), sia per non allentare la tensione in ottica 28 Maggio che per vendicare -da un punto di vista meramente sportivo- la sconfortante eliminatoria sopracitata. A comporre lo schieramento di partenza, dunque, sono: Oblak; Juanfran, Savic, Godìn, Filipe Luìs; Koke, Gabi, Augusto, Saùl; Griezmann, Torres.
    AUPA ATLETI!

  • I sogni di gloria dell'ambizioso e baldanzoso Khan s'infrangono su un ben calibrato gancio destro di 'Canelo' Alvarez: sono, quindi, nuovamente una leggerezza evitabile (perché l'inglese di origini pakistane, nella circostanza del K.O., s'è scoperto eccessivamente, cadendo nella trappola del jab al corpo preparatorio del messicano) e la solita mascella inaffidabile a tradire Amir, che nei primi cinque round era pure riuscito ad infastidire il detentore del titolo WBC dei medi con la sua celerità e le sue improvvise combinazioni fulminee. 'Canelo', tuttavia, già nella quinta ripresa aveva cominciato ad inquadrarlo ed era solo questione di tempo il momento dell'atterramento. Va attribuito il merito a Khan per avere accettato tale esigente sfida salendo di una categoria di peso (attenzione, non due, dato che il catchweight della disputa è stato fissato alle 155 libbre, giusto una in più rispetto alla categoria dei superwelter) e per avere tentato in ogni modo di prolungare il più possibile le sue flebili speranze di vittoria; per quanto concerne Alvarez, si spera che lui e la Golden Boy Promotion si rivelino in grado di assicurare per il mese di Settembre il mega ed attesissimo showdown con il dominatore dei medi Golovkin, che fra l'altro è suo mandatario (per cui o decide di fronteggiarlo, o sarà costretto a rendere vacante il suo titolo di sigla).




    Alla 'Manchester Arena', invece, splendido successo per il campione WBA dei leggeri Crolla, che ha inflitto una batosta prima del limite al temibile venezuelano Barroso. Quest'ultimo aveva letteralmente dominato le prime quattro riprese con un ritmo elevatissimo e fantasmagorico, nondimeno ha poi pagato il suddetto sforzo (al quale l'inglese, per di più, s'era opposto in modo egregio, limitando i danni), trovandosi in una pessima condizione di spossatezza -d'altronde nella sua carriera di rado aveva disputato match estenuanti e lunghi, pertanto non è risultato sorprendente vederlo scarno di stamina. Crolla, una volta trascorsa la tempesta, cominciava la sua agonica rimonta, rispondeva efficientemente al rivale con colpi al volto e alla figura ben assestati, fino al fatidico momento del K.O. (strepitoso il destro al fegato incriminato), che scatenava il gaudio dell'intera arena.

  • La maledizione del fatal Levante colpisce ancora e azzera totalmente le residue e flebili chance di conquista del titolo dell'Atlético, ora in terza posizione in classifica, alle spalle di Barça e R.Madrid.


    E pensare che l'avvio era risultato dei migliori, con la provvidenziale realizzazione del vantaggio segnata grazie alla premiata ditta Koke-Torres (insomma, classico filtrante in verticale del numero 6 per il 'Nino', abile come al solito a scavalcare il portiere avversario con un soave pallonetto) al minuto 2. Il Levante, dopo un inizio titubante, cominciava però ad imporre il suo gioco sui poco ambiziosi&intensi Colchoneros e sfruttavano alla perfezione l'imbucata sulla fascia destra di Cuero con conseguente colpo di testa vincente di Casadesùs. Nella ripresa, entravano Griezmann e Carrasco al posto di Augusto e Correa, ma la sostanza cangiava pochissimo: intensità al lumicino, azioni offensive fin troppo prevedibili ed inefficienti (non è un caso che le occasioni più prominenti sorgessero da sporadici recuperi palla dopo sbagli in disimpegno dei valenciani...), nervi a fior di pelle. La beffa in contropiede, quasi allo scadere, ad opera di Rossi sanciva la nostra definitiva uscita dalla corsa alla Liga, una Liga comunque favolosa che cercheremo di chiudere al meglio nel match del 'Calderòn' contro il Celta Vigo.
    AUPA ATLETI, più orgoglioso che mai di questa squadra!

  • GOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLLL DE TORRESSSSSSSSSS

  • Reduci dall'agonica, sofferta e meritata qualificazione alla finale di Champions ai danni del Bayern, i Colchoneros di Simeone ritornano all'abitudinarietà della Liga con una trasferta da sempre fatale e da non sottovalutare: il campo del 'Ciutat de Valencia' s'è rivelato maledetto per i biancorossi negli ultimi anni ed alcune battute d'arresto avevano potuto pure costare caro per determinati obiettivi stagionali (cfr. disfatta 2-0 del 2014 -ad un passo dal titolo, poi comunque epicamente conquistato al 'Camp Nou'- e pareggio 2-2 verso il termine della scorsa annata). Certo, il Levante, a seguito della sconfitta di Lunedì scorso dinanzi al Màlaga, è matematicamente retrocesso in Segunda Divisiòn, tuttavia si deve approcciare alla sfida nel miglior modo possibile e spegnere sul nascere le velleità dei sempre agguerriti rivali, in modo da continuare a nutrire speranze per il primo posto finale (tutto in dipendenza, ovviamente, dal risultato del Barça, ampiamente favorito nel derby contro l'Espanyol). Per quanto concerne la formazione, viene offerto un utile turno di riposo a Godìn e Griezmann, mentre per il resto i soliti noti compongono l'undici di partenza: Oblak; Juanfran, Giménez, Savic, Filipe Luìs; Koke, Gabi, Augusto Fernàndez, Saùl Nìguez; Correa, Torres.
    AUPA ATLETI!

  • SISISISISISISISISISISISISISISISISISISISISISIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
    IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
    IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIi
    IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII





    [ link ]

  • La fatidica e desiderata notte è arrivata: l'Atlético è dinanzi ad un'occasione irripetibile e da non fallire, sia perché il -seppur lieve- vantaggio dell'andata costituisce un più che discreto punto di partenza, sia perché non sempre avremo l'opportunità ghiotta di giungere alla terza finale di Champions della nostra storia. Novanta minuti all'Allianz Arena sono piuttosto lunghi e duraturi, talvolta quasi interminabili, perciò saranno essenziali un'attenzione ai singoli dettagli eccellente e una prestazione collettiva perfetta: i bavaresi sono una macchina da guerra nel loro fortino e dovremo essere capaci di indirizzare la partita dove loro non vogliono, irretirli, rendere loro la vita il più ardua possibile. Vestiamo l'abito degli eroi e rendiamo questa nottata indimenticabile, AUPA ATLETI!!!

  • Citazione ( Porfy72 03/05/2016 @ 18:47 )

    Upset più clamoroso della storia dello sport? Per me Tyson, fin lì vincitore quasi sempre per ko nelle prime riprese, e che addirittura faticava a trovare chi salisse contro di lui sul ring, che perde contro lo sconosciuto Buster Douglas.

    Beh, "sconosciuto" fino ad un certo punto, il talento puro e le carte in regola per raggiungere i massimi standard di quell'epoca il buon 'Buster' le possedeva, tuttavia difettava enormemente in doti fondamentali come la disciplina ferrea, il rigore negli allenamenti quotidiani e la capacità di offrire la migliore versione prestazionale di sé nel ring. Ebbene, egli seppe ribaltare i pronostici dimostrando le suddette qualità, che unite ad un gameplan ottimale gli permisero di realizzare una delle sorprese maggiori della storia dello sport; ritengo però che vi siano casi di 'upset' maggiormente clamorosi e rocamboleschi, come ad esempio proprio il corrente Leicester di Ranieri (oppure l'Eurolega vinta dal Limoges negli anni '90, ma chiaramente potrei citarne altri ancora).

  • GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLL DE GRIEZMANNNNNNNNNN

  • Torna la Liga al 'Calderòn', dove l'Atlético -reduce dalla partita di andata contro il Bayern Monaco, vinta al termine di uno sforzo sovrumano ed eroico- ospita il Rayo Vallecano di Paco Jémez, compagine attualmente sopra la zona retrocessione ma non ancora certa della matematica salvezza. Rispetto al trionfo in Champions e in vista del match dell'Allianz Arena, Simeone opta per una formazione piuttosto sperimentatrice, forse anche troppo, dal momento che alcuni giocatori odiernamente titolari non partivano dal primo minuto da incalcolabile tempo: Oblak difenderà come al solito la porta, con la cortese collaborazione del quartetto Juanfran-Giménez-Lucas-J.Gàmez (giusto riposo offerto a Savic e Filipe Luìs); Gabi e Kranevitter, coadiuvati da Oliver Torres e Thomas Partey rispettivamente sulla fascia mancina e destra, costituiranno la mediana; infine, la coppia d'attacco vedrà protagonisti gli argentini Correa e Vietto (il quale non disputa un minuto con la maglia biancorossa da oltre un mese!). AUPA ATLETI, proseguiamo nel cammino della vittoria!

  • Nell'ultimo weekend pugilistico, era da segnalare con il circoletto rosso la riunione tenutasi al 'Forum' di Inglewood in California, con due fra i migliori pugili libbra per libbra a difendere i rispettivi titoli di numero 1 della propria categoria.


    Nel co-evento, Romàn Gonzàlez ha regolato con una netta vittoria ai punti il tosto e competitivo Arroyo, che -a dispetto dei cartellini dei giudici leggermente a lui penalizzanti (personalmente avevo 118-111 per il nicaraguense)- ha fornito una prova solida e più che dignitosa contro il campione WBC dei mosca. Quest'ultimo, con le solite combinazioni variegate ed al fulmicotone e un workrate elevatissimo, è prevalso nella maggior parte delle riprese, pur non riuscendo a porre fuori combattimento il valido sfidante, la cui mascella è certamente d'élite. A questo punto spero che 'Chocolatito', per la sua prossima sfida (la prima della sua carriera da imbattuto che costituirà un evento principale su HBO), possa unificare tre dei quattro titoli dei mosca con il detentore del WBO e del WBA, ossia quel Juan Francisco Estrada che già sconfisse (in maniera limpida, certo, ma da lì in poi il messicano è cresciuto assai -soprattutto sul piano dell'esperienza- e dunque una rivincita sarebbe l'ideale) nel Novembre del 2012. Anche avversari insidiosi quali Ruenroeng o Nietes sarebbero opzioni gradite.


    Nel main event, invece, Gennady Golovkin ha annichilito in soli due round l'ennesimo avversario non all'altezza: viene da chiedersi, in effetti, cosa sia balzato in mente all'IBF per inserire così in alto nella loro classifica un pugile limitato quale il povero Dominic Wade, al tappeto ben tre volte prima del conteggio definitivo. L'auspicio mio e di tutti gli appassionati della nobile arte è che finalmente i vari Saunders, 'Canelo' Alvarez e Jacobs accettino una disputa con il demolitore kazako, evitato fin troppo da tutti negli ultimi anni e meritorio di rivali di un certo calibro.

  • Molto equilibrato e ad elevata intensità il confronto fra Villarreal e Liverpool: nella prima frazione di gioco, il 'Sottomarino giallo' è prevalso maggiormente dal punto di vista del controllo della sfera, con i Reds che hanno invece prediletto una sistemazione difensivo-reattiva tale da poter produrre le usuali ripartenze debordanti; il suddetto copione ha subìto delle modifiche nella ripresa, dacché gli uomini di Klopp hanno innalzato il baricentro e l'intensità e si sono resi pericolosi con il palo di Firmino, pur non offrendo la sensazione di poter davvero infilare la porta di Asenjo (in questo senso credo che l'entrata in campo di Sturridge, ultimamente davvero in forma, si sia rivelata eccessivamente tardiva, vista la mancanza di peso specifico là davanti). Le emozioni si sono moltiplicate negli ultimi minuti, contraddistinti da opportunità invitanti da ambo le parti, fino alla decisiva rete allo scadere dei tre minuti di recupero di Adriàn, giunta a seguito di un contropiede da manuale (condotto spettacolosamente da Bruno e Denis Suàrez) che ha provocato il gaudio del 'Madrigal'.
    L'1-0 costituisce dunque per la banda di Marcelino un vantaggio non indifferente, ma l'eliminatoria rimane piuttosto aperta, anche perché la magia di 'Anfield' ha già dimostrato nella corrente competizione di essere in grado di compiere la differenza fra successo e disfatta.

  • Occorrerà all'Atlético l'ennesima impresa e una partita semplicemente perfetta per domare quella che probabilmente è la squadra contro cui risulta più complesso difendere la propria porta: il Bayern di Guardiola, infatti, possiede variegate soluzioni per giungere alla rete, dallo sfruttamento ossessivo delle fasce con conseguenti cross per Lewandowski, Muller o Vidal (o conclusioni da lontano di eccellenze quali Douglas Costa e Coman, oggi titolare proprio perché con la sua celerità e il suo cambio di passo può porre in difficoltà la retroguardia biancorossa) fino a dei più spagnoleggianti scambi nello stretto. Il tecnico catalano ha come al solito sorpreso gli addetti ai lavori, schierando un centrocampista puro in più (Xabi Alonso) e sacrificando un apriscatole fondamentale come Muller, oltre alla classica difesa a 4 parecchio caratteristica, con Javi Martinez ed Alaba al centro per garantire possessi maggiormente sicuri ed efficienti dinanzi al plausibile pressing della banda del 'Cholo' Simeone. Quest'ultimo inserisce come coppia centrale nel quartetto davanti ad Oblak il duo Giménez-Savic (niente Lucas Hernàndez quindi, malgrado ilo straordinario momento di forma), più una mediana densa e composta da Saùl-Gabi-Augusto-Koke e la coppia d'attacco Griezmann-Torres.
    C'è una finale maledetta (correva l'anno 1974) da vendicare ed il sogno della prima Champions in bacheca da coltivare...AUPA ATLETI! NUNCA DEJAMOS DE CREER!

  • Provvidenziale la realizzazione del neoentrato argentino, che con una conclusione a giro leggermente deviata sblocca una sfida resa acerrima dalla solidità difensiva ragguardevole del Màlaga.

  • GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
    OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLLLLL DE
    CORREAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

  • Test di rilievo al 'Calderòn' per i rojiblancos di Simeone, che fronteggiano l'unica squadra ad averli mai superati in chilometri corsi in una singola partita nella stagione corrente (la suddetta sfida dell'andata, peraltro, venne conquistata dagli andalusi), ossia il tosto e mai domo Màlaga di Javi Gracia, specialista nel mettere i bastoni fra e ruote alle big [doppio pareggio dinanzi al R.Madrid e due minime sconfitte -quella della 'Rosaleda' immeritata- contro il Barça]. L'adrenalina potrebbe logicamente condurci nel gravoso errore di meditare già all'accesa disputa di Mercoledì che ci vedrà opposti al Bayern, ma per primo è assolutamente necessario superare i biancoazzurri, che presumibilmente assumeranno un atteggiamento piuttosto speculativo e difensivista e renderanno, dunque, il tutto estremamente più complicato con le loro indubbie doti d'ermetismo. Una concretezza di massimo livello e una gestione oculata/redditizia dei possessi saranno le chiavi per i desiderati tre punti.
    AUPA ATLETI!

  • Efficienza offensiva e autentico bunker incrollabile e frutto di un'omogeneità fra i reparti eccellente: così l'Atlético ha espugnato il 'San Mamés' dinanzi ad un Athletic volitivo ma privo di quel quid in più necessario ad abbattere una delle retroguardie maggiormente solide dell'intera continente. Ancora una volta decisivo un Fernando Torres sempre più in fiducia (fattore parecchio determinante nella parabola calcistica di un attaccante) e strepitosamente ai suoi livelli migliori, mentre nella ripresa da sottolineare con un evidenziatore particolarmente appariscente la prova collettiva di un sistema difensivo ben oliato, impeccabile e che ha bloccato con pochi patemi (giusto alcune mischie selvagge) le offensive dei baschi. Questo nonostante l'infortunio di Godìn (il neoentrato Lucas, ormai non più una sorpresa viste le sue indiscutibili qualità, l'ha comunque sostituito ottimamente), unica pecca di una trionfale trasferta che mantiene intatte le nostre pretese di titolo.

  • GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOL GOOOOOOOOOOL
    DEL 'NINO' TORRESSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS

  • L'acerrima disputa per la conquista della Liga prosegue per l'Atlético, alle prese con l'impegno più probante fra quelli rimasti. La trasferta di Bilbao è da sempre una delle tappe maggiormente impervie dell'intero campionato per qualsivoglia pretendente al titolo, tanto più che l'Athletic sta vivendo un ottimale momento di forma, tra la (per certi versi) immeritata eliminazione dai quarti di Europa League contro il Sevilla ai rigori e il solido quinto posto in Primera Divisiòn. Trionfare permetterebbe ai Colchoneros di approcciare alle restanti sfide con ulteriore fiducia nelle proprie capacità e aumenterebbe indubbiamente le chance (comunque risicate, poiché il Barça possiede tutte le carte in regola, nonostante i ripetuti fallimenti delle ultime settimane, per ottenere il massimo dei rimanenti 15 punti) di balzare alla testa della classifica nell'immediato avvenire. Per quanto concerne la formazione, Simeone opta per un 4-4-2 piuttosto fisico e muscolare, sostituendo lo spento Carrasco dell'ultimo match con Thomas Partey ed inserendo Augusto Fernàndez al posto dello squalificato Gabi; gli altri titolari permangono Oblak, Juanfran, Godìn, Savic, Filipe Luìs, Koke, Saùl, Griezmann e Torres.
    AUPA ATLETI!

  • Partecipa alla festa e amplia il punteggio il sempre lesto Correa, abile nello sfruttare un buco della retroguardia avversaria e lucido di fronte ad Andrés.

  • GOOOOOOOOOOLL GOOOOOOOOOL DEL 'NINO' TORRESSSSSSSSS

  • GOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLLLLL DE KOKEEEEEEEE

  • Riparte la Liga per l'Atlético dopo l'afrodisiaca vittoria -con passaggio in semifinale annesso- di Champions contro il Barça e l'avversario di turno (il Granada), stavolta, è decisamente più morbido, seppur bisognoso di almeno un punto in ottica lotta retrocessione. I Colchoneros sono consci che debbono ottenere i vitali tre punti per continuare a rimanere in vita nella corsa al titolo e approcciare al meglio un periodo della stagione che si prospetta decisivo al massimo. A tal proposito, non v'è da stupirsi nel vedere la formazione scelta da Simeone, che, nonostante impegni più difficoltosi come quelli contro l'Athletic e il Màlaga, non si fida e schiera il classico 4-4-2 con Oblak in porta, Juanfran-Savic-Godìn-Lucas come quartetto difensivo, il trio di mediana Koke-Gabi-Saùl rinvigorito dalla presenza sulla fascia mancina di Carrasco e l'affiatata coppia Griezmann-Torres là davanti.
    AUPA ATLETI!

  • Dopo sette sconfitte consecutive fra tutte le competizioni nell'ultimo anno e mezzo e con un'impresa da tramandare ai posteri per eccezionalità e virtù, l'Atlético torna a gioire dinanzi al Barça e si qualifica con pieno merito in semifinale di Champions per la seconda volta nelle ultime tre annate. Le basi per il successo finale sono state poste nel primo tempo, un concentrato di pressing, intensità agonistica ed esemplare sistema difensivo posizionale che ha inibito del tutto gli azulgrana; in seguito agli avvisi di Gabi, Carrasco e Griezmann nei primi dieci minuti, proprio 'Le petit diable' ha sbloccato e definitivamente indirizzato la contesa, colpendo di testa in maniera impeccabile uno splendido e immaginifico cross d'esterno di un gigantesco Saùl Nìguez. I Colchoneros, nella ripresa, hanno addirittura perdonato il raddoppio gettando al vento due ripartenze ficcanti e, dal minuto 60 fino alla fine, spossati (comprensibilmente) dall'abnorme e ragguardevole sforzo, si sono dovuti basare sulla forza dei nervi e della mente, con la banda di Luis Enrique che finalmente cominciava a recuperare la sfera più in avanti ed a generare pericoli da ambedue le fasce, pur rivelandosi poco produttiva a livello di capitalizzazione. I Simeone boys, in una delle sporadiche sortite degli ultimi istanti di gara, si procuravano un netto rigore (nella circostanza, magnificente Filipe Luìs, che scippa il pallone a Sergi Roberto, sfrutta alla perfezione la prateria vuota per dirigersi verso l'area e offre l'assistenza per Griezmann intercettata volontariamente con la mano da Iniesta, che meritava il cartellino rosso), abilmente messo a segno dal numero 7 francese di cui sopra, al sesto goal in Champions e punta di diamante di un gruppo favoloso. I minuti susseguenti di recupero sono risultati una pura sofferenza e hanno trascinato con sé una lieve vena polemica, visto il mancato penalty da assegnare al Barça per un tocco di mano di Gabi giudicato erroneamente fuori dall'area dei sedici metri da Rizzoli: da segnalare, nondimeno, come tale episodio sia sorto da un cross di Iniesta, che -giust'appunto- in precedenza avrebbe dovuto abbandonare il campo e lasciare i suoi in dieci.


    Alla fine della battaglia, un 'Calderòn' realmente DETERMINANTE festeggiava e celebrava con i suoi eroi e il suo motivazionale condottiero un trionfo indimenticabile, giunto con incalcolabili sofferenze e per questo ancor più goduto (specialmente contro un rivale così denso di talento da cima a fondo). Si sono nuovamente rivelati decisivi, a proposito, non solo la preparazione tattica e fisica (certamente d'élite), ma anche e soprattutto l'incrollabile volontà di credere nella rivalsa malgrado i precedenti presagissero altro e l'indispensabile stimolo di domare coloro i quali erano/sono ritenuti unanimemente i favoriti, al fine di offrire a questi indefessi tifosi un'ulteriore notte soddisfacente e di stampo epico.
    E adesso viene il bello, poiché vi sono tutte le chance di poter disputare la prestigiosa finale di Milano: attendiamo il sorteggio e frattanto disponiamoci con la giusta attitudine alla partita di Liga contro il Granada, da vincere nell'ottica di un campionato recentemente riapertosi in maniera inattesa...AUPA ATLETI!!!

  • GOOOOOOOOOOOLLLLLLLLLLLLLLL GOLLLLLLLLLL GOOOOOOLLL
    DE ANTOINEEEEEEEEEEEEEEE GRIEZMAAAAAAAANNNNNN

  • Indubbiamente, nella testa dei giocatori di Simeone, nonostante la partita di campionato contro l'Espanyol poi meritatamente vinta, già da Martedì scorso hanno in testa esclusivamente il ritorno dell'infuocato e polemico quarto di finale con il Barça, trionfatore -in maniera parecchio controversa- nella sfida d'andata di misura e con il punteggio di 2-1. I crismi per l'impresa (perché di questo si tratta, vista la mostruosità del tridente offensivo avversario e la capacità innata dei blaugrana di innalzare il proprio livello in questo genere di match) vi sono, ma ovviamente occorrerà la prestazione perfetta, soprattutto dal punto di vista difensivo -in questo senso il razionale ed efficace pressing dell'andata dovrà essere ripetuto, nella speranza di non terminare l'incontro in inferiorità numerica, un handicap troppo enorme da superare contro la banda di Luis Enrique. In ogni caso, mostrare un'attitudine aggressiva anche dalla metà campo in su, con delle ripartenze celeri e possibilmente redditizie, sarà la chiave di volta per immettere ancora più pressione sulle spalle degli avversari e concretizzare la tanto desiderata rimonta. Ecco, comunque, gli undici guerrieri scelti con sagacia dal 'Cholo': Oblak; Juanfran, Godìn, Lucas Hernàndez, Filipe Luìs; Koke, Gabi, Augusto Fernàndez, Saùl Nìguez; Griezmann, Carrasco.
    AUPA ATLETI, NUNCA DEJES DE CREER!!!

  • La leggendaria carriera di Manny Pacquiao si conclude al meglio, con una convincente -e condita da due knockdown nella settima e nella nona ripresa- vittoria per decisione unanime ai danni di un più che degno rivale quale Timothy Bradley. La differenza vera e propria l'hanno effettuata il micidiale sinistro d'incontro e la maggior efficienza dei colpi del filippino, che -malgrado l'età avanzata- rimane sempre il fenomeno unico nel suo genere che in questi ultimi due decenni ha costruito una delle 'legacy' maggiormente prestigiose della storia della boxe moderna, non rinunciando mai ad affrontare chicchessia e superando i limiti dell'immaginabile divenendo campione di sigla in otto categorie differenti. Dopo la limpida sconfitta subìta contro Mayweather nel Maggio del 2015, occorreva un'ultima ingente gioia prima di appendere i guantoni al chiodo e l'occasione di affrontare Bradley era ghiotta per chiudere i conti definitivamente con la serie di sfide con lo statunitense (nel primo incontro trionfò in maniera altamente controversa 'Desert storm', mentre 'Pacman' si aggiudicò la seconda disputa per UD). Così è avvenuto e il pugilato mondiale, dopo il ritiro recente di Floyd, saluta un altro mito vivente della sua storia, la cui impronta rimarrà indelebile nelle menti degli appassionati in perpetuo.

  • Nella giornata di ieri, rimonta e vittoria da incorniciare per l'Atlético, che ha superato non senza qualche patema l'ostica trasferta catalana al 'Cornellà' e -complice il non così sorprendente tonfo del Barça a San Sebastiàn, dinanzi ad una Real Sociedad coesa e solida- vede le sue chance di titolo notevolmente rinvigorirsi. Un match equilibrato e parecchio denso di intensità, con una realizzazione per parte (Diop e Torres, quest'ultimo sempre più in forma e autore di una prestazione vintage), è stato svoltato e spezzato definitivamente dal provvidenziale goal di Antoine Griezmann (al ventesimo centro in Primera Divisiòn), venuto a seguito di un'azione spettacolosa, rapidissima e orchestrata dal migliore in campo, vale a dire Jorge Resurreciòn Merodio, in arte Koke, che a sua volta ha del tutto chiuso la contesa con un preciso colpo di testa su accurata assistenza del sopracitato 'Nino'.


    A questo punto, la concentrazione e il focus mentale si spostano verso il ritorno del fiammeggiante quarto di Champions contro il Barça, in un 'Calderòn' che s'annuncia ardente all'ennesima potenza. Ripetere quanto compiuto all'andata fintantoché si era rimasti in undici e accrescere i dubbi dei traballanti blaugrana dei tempi recenti pressandoli alti e costringendoli a giocare ogni minuto in uno stato di costante tensione sono le due chiavi per ottenere l'arduo passaggio in semifinale.
    AUPA ATLETI!

  • Citazione ( DADO1995MATTO 06/04/2016 @ 19:58 )

    E siamo d'accordo ma devi anche sottolineare l'altra espulsione del difensore dell'Atletico con Neymar ormai lanciato a rete, insomma se avessi visto 4 espulsioni, 2 per parte non mi sarei stupito...non tifo nessuna delle due ma ieri se le son menate ...

    Mah, l'intervento di Lucas è certamente pericoloso e scomposto, nondimeno non può rientrare nella categoria dei falli da ultimo uomo, dato che Godìn e Filipe Luìs erano sul punto di sventare un plausibile pericolo proveniente dagli avversari. Trattasi del classico caso di cartellino arancione, insomma.
    Comunque sia, ripeto che occorre pesare le varie decisioni controverse: la mancata espulsione dell'implacabile Suàrez, autore dei due goal e punto di riferimento di capitale importanza per il sistema di gioco blaugrana, avrebbe con ogni probabilità consentito all'Atlético di proteggere l'area di rigore in maniera migliore e più efficace rispetto a quanto attuato in inferiorità numerica.

  • Citazione ( DADO1995MATTO 06/04/2016 @ 15:44 )

    Non è espulsione diretta, entrambi i falli sono di frustrazione e a palla lontana senza possibilità di colpirla, doppio giallo ed espulsione

    Concordo, ma ti solleciterei alla visione di questa clip nella quale si vede limpidamente come Suàrez avrebbe dovuto essere espulso sul punteggio di 0-1 a favore degli uomini di Simeone...
    [ link ]

  • * del vantaggio

  • In una partita con mille emozioni ed immancabili polemiche, l'Atlético -nonostante una prestazione eccellente e connotata dall'innata capacità di adattarsi a qualsivoglia nuova situazione di gioco- esce immeritatamente sconfitto dal 'Camp Nou', in gran parte per un arbitraggio ai limiti dello scandaloso (e chi tra ieri e oggi pensa il contrario, allora è semplicemente non conscio delle dinamiche avvenute). Dopo una mezz'ora iniziale impeccabile e caratterizzata da un efficiente pressing con baricentro più alto del solito e dalla rete dello vantaggio del 'Nino' Torres su assistenza di Koke, il numero 9 appena citato ha rovinato quanto compiuto in precedenza, commettendo due falli da cartellino giallo e lasciando i Colchoneros in dieci. Una decisione, quella di Brych, giusta, ma assolutamente non coerente con quelle successive. Tant'è che non è stato poi ammonito Busquets per un fallo similare (e il mediano del Barça avrebbe dunque abbandonato anzitempo il campo ad inizio ripresa, visto l'effettivo giallo comminatogli proprio al principio del secondo tempo).
    La VERA VERGOGNA, tuttavia, s'è rivelato tuttavia l'accondiscenza dell'arbitro nei confronti del subdolo Luis Suarez, che doveva essere cacciato via dalla sfida in ben due occasioni: sul finire del primo tempo, quando il punteggio era ancora fissato sullo 0-1 per la banda di Simeone e l'uruguaiano rifila un calcione delittuoso a Juanfran a pallone non più attivo; poco prima della seconda realizzazione, nel momento in cui, senza un apparente motivo, allunga una manata volontaria e delinquenziale a Filipe Luìs. Considerando che il suddetto centravanti ha siglato con opportunismo i goal della rimonta blaugrana, si comprende appieno quanto il risultato finale sarebbe risultato del tutto difforme in caso di uniformità ed equità di giudizio, una cosa che per le squadre che affrontano i catalani pare non sussistere da tempo, come soleva dichiarare Mourinho cinque anni or sono...




    A questo punto, ad ogni modo, è vietato arrendersi. Al ritorno ci attende una missione assai complicata, ma credo che, con l'ausilio di un 'Calderòn' che ruggirà tanto quanto nelle notti migliori e con la consapevolezza di possedere le carte in regola per porre in difficoltà il Barça, potremo riuscirvi e ottenere finalmente l'agognata rivalsa.
    AUPA ATLETI, NUNCA DEJES DE CREER!

  • Il momento tanto atteso, quello che può modificare le sorti di un'intera stagione attribuendole un retrogusto amaro o dolce, è giunto: dopo il combattuto 2-1 in favore dei blaugrana dello scorso Gennaio, l'Atlético avrà un'imperdibile opportunità di redimersi ed invertire il recente trend negativo degli ultimi sei incontro contro il Barça, oltreché ottenere il complicatissimo passaggio in semifinale. Simeone, a dispetto di quanto ci si aspettava, ha optato per una formazione più offensiva del solito, con Carrasco nel ruolo di esterno offensivo sinistro e Koke spostato al centro della mediana assieme a Gabi e Saùl; per il resto, in porta come sempre Oblak, quartetto difensivo Juanfran-Godìn-Lucas-F.Luìs (Savic e Giménez ancora infortunati) e coppia d'attacco Griezmann-Torres. Evidentemente, il 'Cholo' ritiene fondamentale siglare quantomeno una rete in trasferta per poter indirizzare l'eliminatoria sui binari giusti e, dopo la sorprendente vittoria nel 'Clàsico' del Real, ha fiutato qualche scricchiolio nell'usualmente impeccabile orchestra catalana. In ogni caso, come ha affermato il nostro carismatico condottiero in conferenza stampa, dobbiamo rammentarci che ogni minuto di gioco sarà come giocarsi la vita, tanto più che nell'arco dei 180 minuti ogni errore può rivelarsi fatale.
    AUPA ATLETI!!!

  • Festival di reti al 'Vicente Calderòn', teatro in data odierna di una rara goleada da parte dei Colchoneros, che hanno inflitto un pesante 5-1 ad un Betis difensivamente inadeguato e che ha di fatto retto per soli trentacinque minuti, prima di soccombere all'ispirata banda allenata dal 'Cholo' Simeone. A sbloccare e cangiare il match è stato Fernando Torres (la cui performance, oggi, ci ha riportato alla memoria il vero 'Nino', quello che incuteva terrore e panico nelle retroguardie avversarie), che con un raffinato pallonetto su gentile assistenza di Koke ha anticipato intelligentemente l'uscita di Adan. Quest'ultimo, solamente cinque minuti dopo, giudicava in maniera scellerata una palombella innocua di Griezmann, permettendo così all'Atlético -che poi sfiorava più volte il tris- il doppio vantaggio. Nella ripresa, i rojiblancos si sono letteralmente dilettati dal punto di vista offensivo, con uno scatenato Correa che ha donato ben due cioccolatini invitanti da infilare in rete a Juanfran e al numero 7 francese di cui sopra (al 19° goal stagionale in Primera Divisiòn) e Thomas, altro subentrato dal contributo ingente, ha allargato ancor di più lo score allo scadere del tempo regolamentare. Nel mezzo un'inusuale cantonata di uno dei portieri più affidabili al mondo -mi riferisco ovviamente a Jan Oblak- regalava la realizzazione della consolazione a Rubén Castro e agli andalusi.
    Dunque, ottima performance la nostra, con parecchi segnali positivi in vista della sfida di lusso di Champions al 'Camp Nou' di Martedì prossimo, attendendo i probabili rientri di Godìn e Savic in mezzo alla difesa (anche se c'è da ammettere che Monsalve e Lucas Hernàndez si sono destreggiati in maniera lodevole nella gara di oggi).
    AUPA ATLETI!!!

  • GOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLLLL DE JUANFRAAAAAAAAANNN

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