NBA focus: Stan Van Gundy punterà su Datome?
I Pistons hanno affidato il comando delle operazioni a Stan Van Gundy. Ci sarà spazio per il 'nostro'?
Quando Stan Van Gundy ha preferito l'offerta dei Pistons a quella dei Warriors (che prevedeva sicuramente meno potere decisionale, ma anche una squadra più 'pronta'), il primo pensiero di molti è stato più o meno: 'SVG vede Drummond come il nuovo Howard, e quindi cercherà di costruirgli intorno un sistema analogo a quello che ha portato in finale gli Orlando Magic. E potrebbe esserci più spazio per Datome e per il suo gran tiro da fuori' (l'ultima parte del pensiero vale solo per gli italiani ovviamente....)
Il ragionamento non fa una piega, ma non è tutto così automatico. E' vero che quei Magic guidarono la NBA con 10 triple mandate a segno per partita, punendo ogni raddoppio su Howard con le doti da playmaker aggiunto di Turkoglu e la facilità realizzativa di Rashard Lewis, oltre al tiro dei vari 'piccoli'. Il 29.6% dei punti totali segnati arrivò da dietro l'arco dei tre punti (anche questo top NBA del 2008/09). Ma quella stessa squadra subì appena 98.9 punti ogni 100 possessi, il miglior dato di quella stagione davanti a Cavs e Celtics (la Eastern da allora è leggermente cambiata....).
Una batteria lunghissima di tiratori, ma anche un big man dominante in difesa, ben oltre il numero di rimbalzi e stoppate. Un totem intorno al quale è possibile costruire un sistema difensivo.
A Detroit questo non c'è ancora, Drummond è una forza della natura - stagione letteralmente storica a rimbalzo- ed il legittimo erede di Howard, ma a 21 anni non può ancora avere il tremendo impatto che aveva Superman nei suoi anni migliori. Forse ci arriverà, e non c'è nessuno meglio di Van Gundy per aiutarlo...
Manca lo stretch-four, che non può essere uno tra Greg Monroe e Josh Smith. Almeno per questa stagione, salvo trade ad oggi imprevedibili, i due ruoteranno con Drummond, Gray e forse Jerebko nei due ruoli del frontcourt. Difficilmente SVG riproporrà per 1361 minuti i 'Big Three' insieme in campo....
Tornando a Datome, idealmente le sue caratteristiche sembrerebbero perfette per il nuovo sistema. Ma le mosse di SVG durante la offseason hanno aumentato la concorrenza.
Sono arrivati Caron Butler e Cartier Martin come alternative nel ruolo di 3, e c'è ancora Kyle Singler. Inoltre Kentavious Caldwell-Pope (ottimo alla Summer League di Orlando, esperienza che magari avrebbe potuto aiutare anche Datome) potrebbe scalare dal ruolo di guardia per far posto al tiratore Jodie Meeks, firmato con un contrattone da oltre 18 milioni totali per tre stagioni.
Sempre nel backcourt sono arrivati D.J. Augustin ed il versatile rookie Spencer Dinwiddie.
Inoltre se, come sembra, Greg Monroe firmerà la Qualifying Offer, i giocatori sotto contratto diventeranno 16, ovvero uno in più del limite consentito. Chi sarà tagliato?
Ad essere ottimisti, Datome non ha avversari impossibili da scavalcare per entrare in rotazione, sono giocatori più o meno solidi, non delle stelle.
Van Gundy però non è tipo da troppi esperimenti, è uno dei pochi allenatori ad aver centrato i playoff nelle sue prime 8 stagioni da head-coach (giusto dire anche che il roster meno forte che ha guidato è la Miami del primo anno di Wade in NBA, con Lamar Odom e Eddie Jones). Ed è stato lui stesso a scegliere i nuovi arrivi. Noi sappiamo che potenzialmente Datome vale come, se non di più, di molte delle alternative. Ma da rookie non è riuscito a dimostrarlo, anche per colpa di uno staff clamorosamente inadeguato e immobile, incapace di reagire alle evidenti difficoltà della squadra con i tre big in campo.
Il prossimo training camp sarà fondamentale per l'ex Roma, lì si giocherà la possibilità di cambiare la sua avventura in NBA. E noi sappiamo che può farcela.
Per la felicità del suo amico Drummond.
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