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Nazionali 09/10/2017, 17.58

I migranti del basket. Sparsi per l’Europa 150 serbi, 67 lituani e solo 3 italiani

Un'analisi sul nostro basket dopo il risultato degli Europei e a margine delle discussioni sull'eleggibilità degli atleti italiani

Nazionali
Dopo l'eliminazione dell'Italia all'ultimo Eurobasket si è accesa la discussione sul futuro del basket nostrano e sul gap che sembra esserci rispetto agli altri paesi. In particolare, uno dei temi di scontro più acceso è la regola di eleggibilità degli atleti italiani. Come spesso accade, Facebook è stata la piazza virtuale in cui si è discusso.



Quando a parlare sono il più importante procuratore italiano, il presidente della finalista scudetto della passata stagione, il miglior dirigente 2017 secondo Legabasket, per non parlare dei decani Tanjevic e Bianchini, non si può che ascoltare, qualsiasi altra opinione sarebbe sbiadita a prescindere. Per questo motivo, ci limiteremo a portare qualche numero e qualche considerazione al tavolo, per completare il quadro.

Volendo stilizzare i concetti espressi dagli illustri partecipanti alla discussione, chiedendo perdono se banalizziamo discorsi ben più articolati, Sbezzi e Tanjevic ritengono che nel nostro massimo campionato ci siano troppi stranieri e guardano a regole più restrittive, mentre Longhi e Sindoni dicono che le regole sugli italiani sono dannose, in quanto gli atleti tricolore essendo protetti dalle regole non hanno necessità a migliorarsi. Bianchini infine sostiene che si stia mancando il problema: si dovrebbe agire alla base della piramide, non al vertice.

La domanda di Sbezzi "Cosa succede in Serbia e Slovenia?" ci ha incuriosito a tal punto che è ha fatto partire la nostra analisi sulle sedici nazioni arrivate alla TOP-16 dell'ultimo Europeo. Il dubbio di fondo era che la differenza fosse non tanto su cosa succedesse in questi paesi, le regole di eleggibilità degli atleti di casa, ma cosa accadesse fuori, ovvero la facilità con cui all’estero, più facilmente che in Italia, si sia disposti a riempire una valigia di cartone e andare a cercare fortuna, obbligati a migliorare il proprio gioco per sopravvivere.

Per verificare se la nostra sensazione fosse vera, abbiamo misurato il numero di giocatori che nella scorsa stagione (roster a dicembre 2016) hanno giocato in un paese europeo diverso da quello di appartenenza. Per farlo abbiamo tolto tutti i giocatori di doppia nazionalità per depurare il conteggio dai passaportati “alla Randolph” e abbiamo preso a riferimento le principali leghe europee (prime tre serie di Italia, Francia, Germania, Spagna, Grecia, Turchia, delle rimanenti la prima e/o seconda) **.



I risultati non hanno bisogno di molti commenti: i serbi staccano tutti, ce ne sono ben 150 in giro per l’Europa alla ricerca di fortuna. Certo, c’è anche Bogdan Bogdanović che come il nostro Gigi Datome, è stato costretto ad emigrare in Turchia per trovare un livello che solo il miglior club d’europa poteva offrire. Ma in Serbia, per ogni Bodganovic, ce ne sono altri dieci sparsi nelle leghe minori italiane o spagnole, per i quali il Fenerbahce è solo un miraggio. Dall’analisi abbiamo volutamente tolto l’NBA proprio perchè il nostro fine è capire il comportamento di chi sta provando a diventare un giocatore di altissimo livello, non di chi lo è già.

Dietro agli inarrivabili serbi, ci sono una serie di nazioni che piazzano diverse decine di propri atleti e impressiona vedere questi numeri anche in considerazione della numerosità della popolazione, come i 47 montenegrini e i 35 sloveni. Dietro queste nazioni ci sono un gruppo di paesi che parte dagli 11 della Russia e va ai 7 della Germania, che per caratteristiche sono meno soliti all’esportazione di talenti. Turchia e Italia hanno una gruppo a parte, in questi paesi giocare fuori dai propri confini è una rarità.

Dopo avere visto questi numeri, torniamo alla domanda principale, che tutti indirettamente si fanno: come si vince un Eurobasket? Per semplicità facciamo il percorso inverso: chi sono quelli che ce l’hanno fatta? Che storia hanno, che percorso hanno fatto?

Lo sloveno Prepelic, dopo qualche anno in patria, ha cercato fortuna in squadre di Eurocup / Fiba Champions in Turchia, Germania e Francia. Il compagno Nikolic è un prospetto, è stato preso dal Bamberg che lo fa giocare in legadue tedesca nella sua affiliata. Zagorac la valigia di cartone ce l’ha davvero, ha giocato dappertutto e a tutti i livelli, con molti anni in legadue spagnola e italiana. Era anche lui sopra il gradino più alto d’Europa. Guardando la finalista Serbia, Kuzmic ha visto impennare la propria carriera dal 2013, ma per arrivare a questi livelli ha fatto diversi anni in Finandia, poi legadue in Spagna. Stimac già da giovanissimo ha lasciato la madrepatria per la Lituania, poi il vento lo ha portato ovunque contratti e progetti tecnici offrissero la migliore combinazione possibile.



Sono solo esempi che descrivono una tendenza. La domanda che ci viene osservandoli è questa: siamo sicuri che le attuali regole non mettano indirettamente delle catene ai nostri giocatori, che non sono incentivati a trovare la migliore soluzione tecnica, di ambiente, di spazi nella squadra, per diventare dei giocatori più forti? Siamo sicuri che una concorrenza limitata ai soli colleghi italiani non metta davanti ai nostri talenti un senso di urgenza che li spinga più in là di dove credono di poter arrivare?

La carriera di Prepelic è alla portata di tutti i nostri ragazzi sotto i 26 anni che sono nel giro della nazionale: ha giocato in squadre che se militassero nel campionato italiano verrebbero definite di seconda fascia. Eppure Eurobasket l'ha vinto lui, con Dragic seduto in panchina e Doncic di fianco agli addetti alla sicurezza.

Sia chiaro, con le regole attuali Milano ha fatto benissimo ad offrire un contratto importante ad Abass e Fontecchio e loro hanno fatto benissimo ad accettarlo. Ma è la scelta che li porterà ad elevare al massimo livello possibile la loro pallacanestro? Sembra una domanda tendenziosa ma non vuole esserlo: è davvero impossibile dirlo. Quel che è certo è che i Prepelic, gli Stimac e i Zagorac si sono trovati nelle loro carriere a giocare senza certezze e garanzie, sempre consapevoli che per trovare ogni anno il miglior contratto potevano fare esclusivamente due cose: da una parte migliorare costantemente il proprio gioco, dall’altra cercare ogni singolo anno la migliore soluzione tecnica per loro, in modo da performare bene e quindi trovare l'anno successivo un contratto ancora migliore: è chiaro che la scelta potrà portare a migliori risultati se come menù hai tutte le squadre europee e non un elenco ristretto a un paio di soluzioni.

All'inverso in Italia, se le squadre hanno un’alta domanda di giocatori italiani, forzati dalle regole, il primo effetto sarà che per i giocatori l'obbligo di migliorarsi non sarà più così urgente, si starà solo attenti a non farsi superare dai colleghi italiani, perché la competizione non è globale come quella sulle spalle dei Prepelic. Il secondo effetto sarà che il progetto tecnico non sarà più così importante, dato che magari la situazione non è ideale, ma si riesce ad ottenere un buon contratto. Infine ci sfugge perché le regole sull’eleggibilità non siano limitate a una determinata età, come se avere 5 italiani over 30 in campo serva a far crescere il movimento: ma se sono a fine carriera, che senso ha? Ma forse stiamo aprendo troppe parentesi.

Rimanendo sulla questione, è pacifico che il giocatore italiano più migliorato degli ultimi anni sia Nicolò Melli, che era un buon giocatore ed ora è diventato una stella europea. Come ha fatto? Osservando da fuori, sembra che ci sia riuscito da una parte lavorando sul suo gioco, dall’altra tagliando le radici da un bellissima città che distava 40 minuti di TAV da dove è nato, ma che forse non lo faceva rendere al meglio. Semplicemente ha scelto quella che per lui era la migliore combinazione tecnica possibile, il posto dove il suo talento potesse schiudersi piuttosto che venir soffocato. Forse non è stata una scelta semplice, di certo non una scelta scontata, ma siamo sicuri che Klemen Prepelič, da Maribor, Slovenia, avrebbe preso la stessa strada.




** Fonte dati RealGM. Fotografia a dicembre 2016. Gli italiani all’estero erano Datome, Melli, Bargnani. Gentile ancora a Milano, Hackett ha doppia nazionalità. In questa stagione saranno due.



© Riproduzione riservata
P. Chierici

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 35 Commenti
  • BrianEvans 11/10/2017, 06.59

    Sicuramente è una cosa positiva riflettere e anche molto divertente.
    La base non è paragonabile, perché in ex Jugo e soprattutto in Lituania (dove sono stato varie volte e quindi la conosco bene!) il basket è sicuramente il primo sport.
    In più ci devi mettere che le differenze fisiche tra italiani slavi e baltici sono notevoli e questo come dire non aiuta, però è chiaro come dici tu che da una base bisogna partire.
    Zagorac l'ho visto giocare a Imola e seguito negli anni successivi e oggi gioca in Ungheria ma è un giocatore di 33 anni, che gioca in un campionato paragonabile alla Serie A2, non è, a mio modesto parere un giocatore da prendere come esempio.
    La domanda è: Il Nymburk lo avrebbe voluto Abbas?
    Perché il problema è anche inverso.

  • fusto88bg 10/10/2017, 10.16

    Sarebbe bello anche sapere in quanti di questi esteri siano figli d'arte. (Non necessariamente di cestisti) A me sembra che i giocatori che sono riusciti a raggiungere un buon livello, abbiano quasi tutti le spalle coperte dietro. Altri lidi a differenza del basket probabilmente offrono più opportunità anche in questo senso.

  • Slandro 10/10/2017, 09.33

    Sono molto d'accordo con tutti. L'analisi è corretta, e pure alcune osservazioni lo sono. è chiaro che, in uno sport, in cui il premio dovrebbe sempre derivare dal merito, un sistema così protettivo è deleterio, e ciò che dice Sindoni mi trova pienamente d'accordo. Se non si crea competizione è molto più difficile riuscire a motivare i giocatori.
    Nessuno ha mai fatto un'analisi sugli stipendi? Sarebbe interessante vedere come sono variati da prima a dopo il "protezionismo", oppure ora se davvero costa di più arruolare un ITA o un USA.

  • OttoLamphred 10/10/2017, 09.18
    Citazione ( Seirin 10/10/2017 @ 08:45 )

    Anche questo mi sembra un falso mito, quanti Calabresi ci sono in giro per l'Italia e per il mondo? Siciliani? Friulani? Campani? Veneti? Pugliesi? Forse solo i toscani sono così legati alla propria terra de emigrare poco (confermi OttoLamphred ?) ...

    In parte è vero, anche se ultimamente è cambiato anche qui in Toscana (ma più per andare fuori dall'Italia che altro)

  • Seirin 10/10/2017, 08.45
    Citazione ( MENCIA 09/10/2017 @ 21:46 )

    Zingari nel senso che per spostarsi non si mettono problemi , non volevo dire in senso offensivo, certamente noi Italiani solamente per spostarsi da una citta' all'altra ci mettiamo mille problemi

    Anche questo mi sembra un falso mito, quanti Calabresi ci sono in giro per l'Italia e per il mondo? Siciliani? Friulani? Campani? Veneti? Pugliesi?
    Forse solo i toscani sono così legati alla propria terra de emigrare poco (confermi OttoLamphred ?)


    Io penso che la risposta sia più banale: oggi il basket (assieme all'atletica) è meno "importante" rispetto al passato. La pallavolo sta ancora raccogliendo i frutti del periodo d'oro, il nuoto è al top della popolarità, il rugby sta crescendo molto.
    In Italia non essendo capaci di programmare nulla viviamo di alti e bassi, oggi va così.

  • Thelo 09/10/2017, 22.00
    Citazione ( MENCIA 09/10/2017 @ 21:46 )

    Zingari nel senso che per spostarsi non si mettono problemi , non volevo dire in senso offensivo, certamente noi Italiani solamente per spostarsi da una citta' all'altra ci mettiamo mille problemi

    In questo senso ok, sembrava tutt'altro. Meglio così

  • MENCIA 09/10/2017, 21.49
    Citazione ( Thelo 09/10/2017 @ 21:42 )

    Ma cosa vuol dire "sono zingari"? Ma chi? Piantiamola dai...

    Nel dialetto Cremonese dire a uno sei uno zingaro significa sei un giramondo , non volevo offendere nessuno e mi dispiace di essere stato interpretato male anche da sportando.

  • MENCIA 09/10/2017, 21.46
    Citazione ( Thelo 09/10/2017 @ 21:42 )

    Ma cosa vuol dire "sono zingari"? Ma chi? Piantiamola dai...

    Zingari nel senso che per spostarsi non si mettono problemi , non volevo dire in senso offensivo, certamente noi Italiani solamente per spostarsi da una citta' all'altra ci mettiamo mille problemi

  • Thelo 09/10/2017, 21.42
    Citazione ( MENCIA 09/10/2017 @ 21:40 )

    *** Commento moderato da Sportando ***

    Ma cosa vuol dire "sono zingari"? Ma chi? Piantiamola dai...

  • MENCIA 09/10/2017, 21.40

    *** Commento moderato da Sportando ***

  • yakko977 09/10/2017, 21.33 Mobile

    Mi aggiungo ai complimenti e ai ringraziamenti a peterparker0607 e pongo un'altra domanda.


    Come mai, storicamente, negli sport di squadra (e a maggior ragione nel basket) gli expat italiani sono sempre stati pochissimi?
    Ovvio che ora le regole protezioniste finiscano per esasperare questa situazione, ma in un'epoca di frontiere aperte (almeno per gli sportivi) è un controsenso.
    Insomma, bosman per calcio e pallavolo ha avuto un senso, per il basket poco.
    Mi viene il sospetto che le regole introdotte abbiano di fatto cavalcato una abitudine e un bias pazzesco, ovvero la proiezione per cui "il pubblico italiano se non diamo giocatori autoctoni (o le bandiere!) non viene a vedere il giochino".


    Però era già chiaro che, essendo un gioco che richiede passione e rischia di essere poco remunerativo, per far sopravvivere le società si sia scelto di offrire il miraggio per cui, visto che sei un giovane italiano che ami la pallaalcesto, avrai una strada più vantaggiosa.


    Sono convinto che non ci possano essere soluzioni semplici. Se si vuole spingere sul prodotto locale, bisogna che sia tale per piacere di esserlo, non per forza. Altrimenti, ben vengano le squadre con 12 nazionalità.


    È un ragionamento banale, lo so. Sembra però strano che le nuove leve non sognino il pana, l'oly o il cska come possibile obiettivo.

  • andreajan 09/10/2017, 20.54

    peterparker0607 è un lavoro molto interessante, bravo! Se il nocciolo della question però è la fascia di età 17-22 io faire anche un'analisi qualitativa di qualche caso ... Hackett ha cmq fatto il college. Gli è servito ? Se si, in cosa ?
    Mussini ? Della Valle ? E via dicendo ...

    Tony Parker cosa ha fatto in Francia prima di andare agli spurs ? Nowitzi ? Gasol I e II ?

    Il campionato francese non è certo il migliore in Europa, eppure hanno creato tutto in casa o quasi. E solo recentemente hanno mandato gente fuori (Noi avevamo chi oltre a Rigadeau? Laurent Sciarra ? Yann Bonato ? Sono sempre stati mediocri).

    E spagnoli ? Uguale, il grosso tutto in casa, avendo però il traino di un buon campionato e di qualche società oculata.

    Direi quindi si, rimuovere il privilegio di eligibbilità aiuta, ma non sempre basta (anzi, con l'articolo più di uno penserà di andare a pescare solo giovani Serbi e Sloveni :) )

  • 09knicks 09/10/2017, 20.52 Mobile
    Citazione ( )

    *** Commento moderato da Sportando ***

    Mettiamo pure che siano 10, non fanno un campionato intero.

    Io parlo di qualità generale, e secondo me la Liga non è il campionato più difficile che c'è.

    Il discorso comunque si riferiva ad accomunare basket e calcio, per questo motivo non credo che nel calcio ci sia un campionato qualitativamente superiore com'è l'ACB nel basket.

  • andreajan 09/10/2017, 20.45
    Citazione ( MostVassilisPlayer 09/10/2017 @ 19:16 )

    Analisi che parte dal presupposto che spostarsi dal campionato nazionale voglia dire aver voglia di migliorarsi.Dipende dal campionato di partenza.Le nazionali che esportano tanti giocatori hanno campionati di livello basso dal punto di vista tecnico ...

    Sono d'accordo sul basket. 20 anni fa la Serie A1 era il punto di arrivo, non di partenza. Una cosa però deve fare la tara (e qualcuno solleva il punto sopra): l'etica del lavoro di molti giocatori 20 anni fa era di un altro livello.

    Quanto fenomeni a livello tecnico avevamo in questa nazionale campione d'europa ?
    4 Bonora, 5 Basile, 6 Galanda, 7 Fučka, 8 Marconato, 9 De Pol, 10 Myers, 11 Meneghin, 12 Abbio, 13 Mian, 14 Chiacig, 15 Damião

    Pochini, ma giocatori come Depol, Galanda, Chiacig non hanno mai smesso di lavorare e migliorarsi, anche in Italia. Meneghin è riuscito a diventare un fenomeno già a Varese (ok, diciamo che forse ha iniziato giovane e via dicendo).

  • ilovethisgame5 09/10/2017, 20.45 Mobile


    È perché siamo un popolo di mammoni! A parte gli scherzi, per lanciare i ragazzi e far sì che all'estero si accorgano di loro, bisogna farli giocare... E fin quando in Italia le società non mettono in piedi progetti a lungo termine dando ad allenatori e dirigenti competenti le chiavi, sarà veramente difficile!

  • peterparker0607 09/10/2017, 19.57
    Citazione ( BrianEvans 09/10/2017 @ 18:38 )

    Ho delle obiezioni da fare a questa comunque interessante approfondimento. 1) La questione è di quanti giocatori vengono "prodotti" perché ai primi 5 posti ci sono paesi che vivono di pallacanestro. Quindi siamo sempre lì è il numero ed è la bas ...


    Grazie... il pezzo era volto appunto a stimolare riflessioni.


    Rispetto a quanto dici non sono d'accordo solo sulla "base della piramide" perchè la nostra base sono i 300-400 mila praticanti che abbiamo. In Montenegro sono poco di più come intera popolanzione, mentre negli altri paesi dove sono qualche milione, la base è quantomeno paragonabile.
    Zagorac a casa ci ha passato poco secondo me...


    Per il resto condivido quel che dici, ma non focalizzarti sui numeri: ovvio che la distanza ci sia e ci sono delle ottime ragioni perchè ci sia, che sono quelle che scrivi. La domanda è se il nostro 3, che in realtà è anche meno (perchè Datome gioca all'estero solo perchè in Italia non c'è una squadra di quel livello), sia preoccupante o meno. La verità è che una parte di questa analisi è nata mentre vedevo giocare Howard Sant-Roos. Più lo vedevo e più mi veniva da confrontarlo con Awudu Abass. La domanda che mi ponevo era nello sliding doors avessimo mandato in questi due anni Howard a Milano e Awudu al Nymburk, cosa sarebbe successo? Chi giocherebbe al Darussafaka?
    E' un gioco, ovviamente, ma la risposta io non ce l'ho...

  • Diabolik 09/10/2017, 19.40 Mobile

    Applausi a peterparker0607 

  • 09knicks 09/10/2017, 19.28
    Citazione ( MostVassilisPlayer 09/10/2017 @ 19:25 )

    Ci sono Zappacosta e Darmian,probabilmente anche altri, ma non é quello il discorso. Quando la serie A era il campionato numero 1,cioé anni 90 e metà 2000 ottenevamo stabilmente ottimi risultati.Da quando i nostri crescono in un contesto di livell ...

    Mi spiace, ma nel calcio continuo a non esser d'accordo. Anche perchè la liga, tolte le solite squadre è un campionato dal dubbio livello, idem la premier.

    Non è come nel basket dove pensi all'ACB e sai bene che c'è una qualità tecnica e fisica molto diversa rispetto a serie A o campionato francese.

    Nel calcio ogni grande campionato ha i suo pro e i suoi contro.

  • MostVassilisPlayer 09/10/2017, 19.25 Mobile
    Citazione ( 09knicks 09/10/2017 @ 19:18 )

    Tolto verratti, se ben ricordo non ci sono altri "stranieri" in nazionale, e comunque il calcio non è un paragone attendibile secondo me. Mentre nel basket invece è come dici tu

    Ci sono Zappacosta e Darmian,probabilmente anche altri, ma non é quello il discorso. Quando la serie A era il campionato numero 1,cioé anni 90 e metà 2000 ottenevamo stabilmente ottimi risultati.Da quando i nostri crescono in un contesto di livello inferiore (post calciopoli) i risultati sono spariti. Se prendi la Spagna il loro dominio calcistico e cestistico coincide con il fatto che i loro campionati siano diventati il top in Europa e la maggior parte degli spagnoli resta in Spagna. Diciamo che il modello spagnolo e quello italiano sono simili e tradizionalmente esportano poco. Altre nazioni, come quelle della ex Jugoslavia puntano sulle esportazioni di talenti non avendo campionati di livello.

  • 09knicks 09/10/2017, 19.18
    Citazione ( MostVassilisPlayer 09/10/2017 @ 19:16 )

    Analisi che parte dal presupposto che spostarsi dal campionato nazionale voglia dire aver voglia di migliorarsi.Dipende dal campionato di partenza.Le nazionali che esportano tanti giocatori hanno campionati di livello basso dal punto di vista tecnico ...

    Tolto verratti, se ben ricordo non ci sono altri "stranieri" in nazionale, e comunque il calcio non è un paragone attendibile secondo me.

    Mentre nel basket invece è come dici tu

  • MostVassilisPlayer 09/10/2017, 19.16 Mobile

    Analisi che parte dal presupposto che spostarsi dal campionato nazionale voglia dire aver voglia di migliorarsi.Dipende dal campionato di partenza.Le nazionali che esportano tanti giocatori hanno campionati di livello basso dal punto di vista tecnico e stipendi non competitivi.Guardando alla storia l'Italia del basket ha sempre esportato ben poco.La nazionale argento olimpico aveva solo giocatoro del nostro campionato.Discorso analogo per le nazionali vincenti tra fine anni 90 e inizio 2000.Il discorso si può estendere ad altri sport, la nazionale calcio campione del mondo (vado a memoria ma dovrebbe essere così) non aveva stranieri.Idem la pallavolo. Cosa é cambiato quindi? Nel basket come nel calcio i nostri campionati sono passati dall'essere il top in Europa a un medio livello.

  • Gil10Sba5 09/10/2017, 19.06 Mobile

    Complimenti per l'analisi sono convinto che si debba lavorare su due aspetti, la base come dice Bianchini e la testa e l'atteggiamento. Tra gli ultimi due leader della nazionale ci sono Datome e Melli che invece che prendere la soluzione piu' comoda in termini di vittorie Datome, se restava a Siena, o vicinanza a casa, Melli, hanno preferito mettersi in gioco e hanno costantemente cercato di migliorarsi.

  • sefolosha 09/10/2017, 19.00

    Complimenti davvero per l´ottima analisi!! Ne vogliamo di piu´ su Sportando! ;)

  • BrianEvans 09/10/2017, 18.38

    Ho delle obiezioni da fare a questa comunque interessante approfondimento.
    1) La questione è di quanti giocatori vengono "prodotti" perché ai primi 5 posti ci sono paesi che vivono di pallacanestro. Quindi siamo sempre lì è il numero ed è la base della piramide.
    2) I campionati lituano, sloveno e croato sono PIENI di giocatori autoctoni e cmq il livello è più basso rispetto alla nostra serie A, quindi ci sta che provino a emigrare, anche perché costano poco visto anche il basso costo della vita che c'è nel loro paese.
    2) Quanti serbi, sloveni, montenegrini, croati, giocano in uno dei paesi dell'ex Jugoslavia? Ovviamente è considerato estero, ma perdonatemi se uno sloveno gioca in Croazia, o un croato in Slovenia, è "meno estero", nel senso che comunque erano insieme fino a 30 anni fa.


    Lasciamo poi stare l'esempio di Zagorac che gioca da 2 anni in Ungheria (un livello assimilabile alla nostra A2) dopo avere giocato per anni anche in patria.


    Quant'è lo stipendio medio di un giocatore in Montenegro, in Slovenia in Serbia o in Lituania? Questo sarebbe veramente interessante da sapere.

















  • zbo90 09/10/2017, 18.31 Mobile
    Citazione ( GalRODMI86 09/10/2017 @ 18:25 )

    Quindi ci state dicendo che i giocatori più forti sono quelli che si devono sudare il posto ? Mi volete dire che la competizione porta al miglioramente ?

    ERESIA!

  • GalRODMI86 09/10/2017, 18.25

    Quindi ci state dicendo che i giocatori più forti sono quelli che si devono sudare il posto ? Mi volete dire che la competizione porta al miglioramente ?

  • RedGerroOM1936 09/10/2017, 18.23 Mobile

    Tutto molto giusto e tesi che sostengo da un bel po' contento che lo testimonino anche i numeri

  • sircharles2 09/10/2017, 18.21

    Solo per Petrucci sono fortissimi

  • playdalpesodacentro 09/10/2017, 18.12

    Complimenti. Condivido in pieno analisi e conclusioni. Troppo interessante però per i vertici del nostro basket che mi sembrano lontani anni luce dalla realtà. Ultimo arrivato compreso. Sono vecchi d'età e di pensiero, che è la cosa più grave.

  • SteveRose 09/10/2017, 18.11 Mobile

    Grandissima analisi!

  • zbo90 09/10/2017, 18.09 Mobile

    Finalmente un’analisi lucida e completa, i numeri parlano chiaro ed è evidente che il protezionismo sfrenato non serve a far crescere il movimento

  • ominostrakko 09/10/2017, 18.09
    Citazione ( Badboys73 09/10/2017 @ 18:04 )

    Sto con Bianchini

    Per una volta, anch'io. L'ha detta giusta.

  • Badboys73 09/10/2017, 18.04 Mobile

    Sto con Bianchini