Serie A, quasi dimezzati gli italiani in quintetto (parte 1)
L'Italia vola agli Europei ma nel massimo campionato saranno pochissimi gli italiani protagonisti
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L’Italbasket vola in Slovenia, ma il prodotto italiano fatica ancora a sfondare nella serie A 2013/2014. Mentre la Nazionale esalta i tifosi con il suo brillante percorso netto agli Europei, le 16 società del massimo campionato alle porte non sembrano dare troppa fiducia ai giocatori di formazione tricolore. Almeno a giudicare dai roster in via di costruzione definitiva, che rispetto allo scorso anno sembrano proporre ruoli meno.
Basti pensare soltanto al futuro che aspetta i protagonisti della formazione di Pianigiani nei rispettivi club: ad oggi soltanto Andrea Cinciarini e Pietro Aradori hanno la certezza di partire in quintetto-base a Reggio Emilia e Cantù.
Per tutti gli altri ci sarà da lottare, a partire da Alesssandro Gentile (rotazione a tre con Langford e Moss sul perimetro dell’EA7) per proseguire con Luca Vitali (regia “a due teste” con Jacopo Giachetti), Marco Cusin (in lizza con Adrian Uter per il ruolo di pivot titolare a Cantù) e Guido Rosselli (in concorrenza col duttile Linhart), fino allo stesso neo-italiano Travis Diener (interessante il dualismo con Marques Green a Sassari). E poi ci sono coloro che partiranno sicuramente dalla panchina - Nicolò Melli a Milano e Daniele Magro a Venezia - e chi è in esubero nella società che ne vanta i diritti contrattuali (Peppe Poeta a Bologna, e qualora si materializzasse il supposto trasferimento a Milano il ruolo sarebbe comunque marginale come terzo playmaker).
E se da un lato il numero delle formazioni che hanno adottato la formula “5+5” è salito da 6 a 7 (lo scorso anno Sassari, Pesaro, Bologna, Montegranaro, Caserta e Brindisi; nel 2013/2014 invece Cantù, Sassari, Venezia, Pesaro, Pistoia, Caserta e Reggio Emilia con la Sutor che potrebbe passare al 3+4), il numero degli italiani “di rotazione” - ossia quelli per i quali si prevede un ingresso in campo costante - sembra decisamente in discesa rispetto al campionato 2012/2013.
Quello concluso con Gigi Datome come MVP della stagione regolare e Daniel Hackett MVP delle finali playoff. Se infatti lo scorso anno erano 57 i giocatori italiani (passaportati compresi) di cui 19 avevano un ruolo in quintetto-base, quest’anno gli elementi “di rotazione” sono in leggero calo (stimati a quota 52) ma soltanto 10 (Hackett a Siena, Gentile a Milano, Andrea Cinciarini e Antonutti a Reggio Emilia, Daniele Cinciarini a Montegranaro, Michele Vitali a Caserta, Luca Vitali o Giachetti a Venezia, Pecile o Traini a Pesaro e Aradori a Cantù) i membri degli starting five di una serie A sempre più multietnica.
E quest’anno del tanto discusso premio italiani (la somma di 700mila euro poi ripartita al 60 per cento e in tre “fette” per chi ha schierato maggiormente gli italiani, il restante 40 è stato assegnato tramite i risultati delle finali giovanili) non si è mai sentito parlare nel corso della campagna-acquisti…
(Domani la seconda parte che analizzerà le prime otto squadre della passata stagione).
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