Olimpia Milano, in vista del Celebration Day si può scegliere il playmaker moderno
La scelta tra Nando Gentile, Djordjevic, Booker, Garris, Jerrells e Hackett
Chi sono i playmaker che hanno giocato all’Olimpia dopo gli anni ’90 che vorreste nella vostra squadra ideale di quell’epoca? Ecco in ordine cronologico le nostre nomination. Ricordate che sono chiuse le votazioni per il miglior playmaker della prima era. Nei prossimi giorni i risultati tra i quattro candidati.
Nando Gentile: inizialmente nemico dell’Olimpia soprattutto a Caserta e meno a Trieste, poi leader, capitano, anima della squadra targata Stefanel che con lui vinse uno scudetto, una Coppa dei Campioni, fece una finale di Eurocup (l’equivalente), due finali di Korac e sfiorò le Finale Four del 1997 quando però lui era assente per infortunio (anzi, proprio per quello). Mancino terribile, carattere e forza mentale, un vincente.
Sasha Djordjevic: alle Final Four del 1992 fu il killer dell’Olimpia in semifinale. Il Partizan vinse in rimonta mettendo a nudo i limiti della Philips sul perimetro. Poi segnò il canestro del titolo europeo dei bianconeri. A fine anno venne a Milano. La sfortuna gli impedì di vincere lo scudetto del 1993 (infortunio di Antonio Davis) ma non la Coppa Korac. Poi arrivò Stefanel e lui andò a fare carriera altrove salvo tornare alla fine, in tempo per giocare la finale del 2005.
Melvin Booker: eccellente playmaker, tiratore, regista il cui figlio Devin adesso gioca a Phoenix. Ha giocato anche a Pesaro, a Milano in due epoche diverse, nell’ultima riuscì a rimettere in corsa la squadra che con Danilo Gallinari passò dall’ultimo posto alla semifinale scudetto.
Kiwane Garris: era il braccio armato di Djordjevic come allenatore. Playmaker intelligente e buon tiratore che giocò una grande gara in semifinale scudetto contro la Virtus ma poi l’Olimpia non seppe chiudere i conti e venne eliminata.
Curtis Jerrells: dopo la prima partita a Brindisi, era un playmaker sovrappeso e sull’orglo del taglio, ma a Siena in gara 6 riprese l’Olimpia per i capelli e segnò la tripla mancina che valse gara 7 dove ancora una sua tripla firmò la partita che lancò l’allungo-scudetto. Durante le Top 16 di Eurolega fu il miglior giocatore… d’Europa. Forte fisicamente, grande personalità.
Daniel Hackett: il suo arrivo nella stagione dello scudetto liberò Jerrells e lanciò l’Olimpia anche se lui a Milano solo a tratti ha espresso tutto quello che aveva dentro. Però giocatore di personalità, che sapeva portare il suo contributo in tante cose diverse.
HISTORY LESSON di COACH DAN PETERSON
La stagione 1945-46, fu la prima dopo la guerra, quindi la prima del ‘basket moderno. In effetti, la vera storia della Serie A comincia qui. Campionato strano, 8 gironi regionali. L’Olimpia-Borletti allenata da Umberto Fedeli fa 0-3 per l’ultimo posto (su quattro) nel suo girone ed è fuori dalla fase dalla fase eliminatoria. Il Capitano era Sergio Paganella, una bandiera.
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