Ettore Messina: 'Il basket italiano? Fermo'
Messina parla a 360° del basket, dal CSKA al campionato italiano
Ettore Messina, coach del CSKA Mosca, ha rilasciato una lunga intervista a Pietro Scibetta su La Stampa. Il coach ha parlato a 360° sulla pallacanestro.
"Vatutin? Persona di grandissima cultura, che ha avuto la personalità di subentrare a un grande dirigente come Sergey Kushchenko dopo il ritorno alla vittoria in Eurolega. Ho ritrovato un ambiente e una società diversi per due motivi. Quando arrivai, nel 2005, si inseguiva la vittoria in Eurolega da oltre trent'anni. Oggi la situazione psicologica è diversa: magari c'è meno appetito, ma l'abitudine alla vittoria, costruita anche negli anni precedenti al mio arrivo, quando il club centrò diverse Final Four con Dusan Ivkovic. Per chi ha il tempo di viverla, Mosca è una città che offre tantissimo, almeno rispetto alla prima volta che ci ho vissuto. È una megalopoli sempre più complessa, con un traffico ancora più esasperante e uno sviluppo urbanistico più marcato. Anche la squadra è cambiata: stante la partenza verso la Nba di stelle come Andrei Kirilenko e Alexey Shved e il ritiro di Siskauskas, abbiamo dovuto ricostruire il gruppo quasi da capo, mentre nel 2005 ereditai un team molto forte e consolidato, con elementi come J.R. Holden, David Andersen, Theo Papaloukas e giocatori russi importanti come Sergei Panov. Il Cska però ha la stessa filosofia e la voglia di stare insieme in un contesto di altissima professionalità. Il libro? Credo molto in questo strumento, come credo nel giornale: da qui leggo i quotidiani italiani in digitale, ma resto affezionato al rito di sfogliare la carta davanti al caffè. Quin Snyder come vice? A noi ha portato la sua grande competenza tecnica, nonché la curiosità e la voglia di scoprire un mondo diverso, tutte cose che rappresentano un valore aggiunto per noi. Inoltre, averlo qui dà la possibilità a un club di portata internazionale come il Cska di avere rapporti ancora più stretti con la Nba. Italia? Tutti aspettavano Milano come dominatrice della stagione, ma invece di soffermarmi su chi finora ha un po' deluso evidenzierei il lavoro fatto da Varese, Sassari e Roma per portarsi ai vertici o la capacità di Siena di riciclarsi per restare al top. Ho letto anche io le critiche su Petrucci, ma il basket aveva un Matteo Renzi da proporre? Non ho visto alternative credibili a Petrucci, che recentemente ha detto cose giuste nei confronti di chi si assume degli impegni e poi alla prova dei fatti non è in grado di portarli avanti. Ha detto "una cosa di sinistra", come quella che Nanni Moretti chiedeva a Massimo D'Alema nel film Aprile, e ovviamente è stato contestato. Ma i club che non possono garantire gli impegni economici assunti devono agire di conseguenza. Altrimenti di che parliamo? In politica vedo una sola chance per l'Italia: la cooperazione tra Bersani e Monti che assicuri governabilità e rassicuri i partner internazionali. Se leader importanti come Obama e Merkel la auspicano non è certo per simpatia personale, ma perché badano a precisi obiettivi economici. La cosa peggiore che possa accadere alle prossime elezioni è di non avere poi una coalizione in grado di governare. Sarebbe un altro caos".
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