Douglas-Roberts: 'Felice dell'esperienza Virtus ma condizioni di vita terribili'
Il giocatore ricorda con piacere l'esperienza Virtus lamentando però alcuni problemi: mancanza di riscaldamento, elettricità che saltava spesso in casa, appartamento piccolo, muffa nello spogliatoio
In una lunga intervista alla ESPN, Chris Douglas-Roberts, ora ai Lakers con cui si sta giocando un posto per la stagione, ha parlato della sua ultima esperienza da pro, in Italia in maglia Virtus Bologna. L'ala parla in maniera positiva del suo anno in Italia anche se tante sono state, a detta sua, le difficoltà: dal riscaldamento che non funzionava alla muffa nello spogliatoio.
"Andare in Italia è stata una scelta dettata dal fatto di voler giocare a basket. Sono ancora giovane. L'esperienza mi ha reso non solo un giocatore migliore ma anche una persona più bella. Non sono andato in Italia per soldi ma solo per giocare a pallacanestro prendendomi l'impegno di rimanere per tutta la stagione.
L'anno alla Virtus mi ha reso anche più riconoscente perché ad esempio, alcune volte lì non ho avuto il riscaldamento. Le condizioni di vita erano terribili. Alcune volte dovevo riscaldare l'acqua per poter fare un bagno a mia figlia. Se avevo il microonde e la lavastoviglie accese, c'era il rischio che saltasse la corrente in tutta la casa. L'appartamento era anche molto piccolo. Nello spogliatoio in cui ci allenavamo c'era la muffa in terra. Non potevi poggiare i piedi nudi a terra. Alcuni dei miei compagni hanno avuto delle infezioni. Sono tornato ai miei tempi a Detroit dove sono cresciuto. Ma se guardo a questa esperienza, mi ha reso una persona migliore.
Quando sono andato in Italia non avrei mai pensato a tutto ciò. Pensi all'Italia, alle sue bellezze. Pensi al cibo alle persone magnifiche. Che poi è quello che è successo ma si gioca diversamente oltreoceano. Guardano alla pallacanestro in maniera diversa. E guardano ai giocatori in maniera diversa. Ti alleni due volte al giorno. Tutti allenamenti molto duri. Due ore a sessione senza giorni di riposo. Lì conta molto l'organizzazione di gioco. Non tanto l'atleta in sé.
"In Italia sono migliorato perchè stato convinto a vedere aspetti del gioco che prima non avevo mai considerato. Si sono focalizzati su di me a rimbalzo, cercando di rendermi un grande giocatore all-around. Ho avuto grandi allenatori laggiù. Non posso dimenticare questo aspetto della mia esperienza. I miei allenatori sono stati incredibili. Sono bloccato con me, e davvero mi hanno fatto migliorare in tutte quelle cose.
In NBA ci sono un sacco di ragazzi che appena entrano dalla panchina e segnano. Io non voglio essere uno di quei ragazzi. I ragazzi di qui mi considerano un difensore davvero buono. So che posso farlo. Ho intenzione di venire qui e di difendere (ultima parte via Bolognabasket).
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