Stefano Landi: 'E' il momento di costruire una NBA italiana'
Il proprietario di Reggio Emilia favorevole al blocco delle retrocessioni
Stefano Landi, proprietario della Pallacanestro Reggiana appena promossa in Serie A, ha detto che è giunto il momento di pensare ad una NBA italiana con il blocco delle retrocessioni. Ecco le parole di Landi rilasciate a Il Resto del Carlino.
"E’ tanto tempo che lanciamo allarmi. Dunque non è una sorpresa, per me, leggere delle grandi difficoltà che esistono, ad esempio, a Treviso e Roma. Purtroppo questo è uno sport che vive solo sulle spalle dei proprietari. Ogni anno ci si rimette e quindi c’è sempre qualche società che in estate scompare. Se ora anche proprietari come Benetton e Toti decidono di disimpegnarsi, significa che la situazione è davvero seria. Una ricetta per risolvere tutti i problemi io non ce l’ho. Specialmente in un periodo così difficile dal punto di vista economico. Però due o tre idee me le sono fatt. Credo si debba trovare il modo di sfruttare meglio le potenzialità di uno sport appassionante e spettacolare come il basket. Certo, bisogna evitare continui cambi di formule e regole. E magari anche i campionati dispari e quant’altro. I vertici della federbasket, delle Leghe e anche delle società sono i principali responsabili di tutto questo e dovrebbero riflettere su quanto accade. Bisogna compiere un salto di qualità. Dare vita ad un campionato professionistico stile NBA senza retrocessioni e in cui non ci siano più vincoli di nazionalità. Ogni squadra ingaggia chi vuole senza più guardare al passaporto. Gli italiani non giocherebbero? Non credo. Tra l’altro questa proposta arriva da una società - che ha fatto del settore giovanile uno dei suoi cavalli di battaglia. Il fatto è che se obblighiamo i club a tesserare atleti italiani, il loro costo lievita molto e, al contempo, il livello del campionato si abbassa. Fare giocare qualcuno a tutti i costi, è sbagliato. Bisogna trovare incentivi diversi. E poi c’è un altro aspetto….Se una società sa di non rischiare la retrocessione, può far giocare i giovani. Spendendo meno e valorizzando i ragazzi più bravi. Ovvio che se rischi di retrocedere, questo non lo farai mai. Oggi ci sono 32 società professionistiche in Italia e io le inviterei tutte. Poi bisognerebbe fissare dei parametri economici, di impiantistica e di bacini d’utenza. Solo a quel punto si comprenderebbe chi potrebbe iscriversi realmente a questo torneo. Il tutto dovrebbe essere guidato da professionisti seri e preparati come merita il nostro movimento. In passato ci sono state ingerenze troppo forti da parte di società che avevano potere all’interno della Lega mentre serve una Lega super-partes e che faccia crescere il movimento. Dovremmo allargare il nostro bacino di utenza e valutare tante cose. Per il movimento, però, è fondamentale che ci siano città come Roma, Milano, Venezia, Torino, Bologna e Napoli".
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