Ryan Arcidiacono Senior Year Recap
La stagione del play di Villanova campione NCAA ed eletto MOP della Final Four 2016
Si ringrazia Riccardo De Angelis di Italhoop per il recap della stagione da senior di Ryan Arcidiacono di Villanova.
LA SUA STAGIONE
Il capitano dei Wildcats ha disputato una grande annata, certamente la migliore della sua carriera universitaria. E' stato abbastanza costante per punti segnati a partita (29 incontri su 40 in doppia cifra) e ha mantenuto bassa la forbice fra il numero di tiri tentati dentro il perimetro e quelli presi fuori da esso, oltretutto segnando da due con le percentuali più alte della propria carriera, ossia col 50% (su 4.5 tentativi a partita) contro il 42.7% dei primi tre anni di college (3.1 tiri presi di media). Anche i passaggi decisivi sono aumentati (4.2 contro i 3.5 delle stagioni precedenti) così come il suo assist/turnover ratio (un ottimo 2.77).
Arcidiacono è stato cuore e anima di una Villanova combattiva e votata al successo.
Il suo contributo nel Torneo NCAA è stato a dir poco eccezionale. Offensivamente prolifico (15.8 punti di media) e chirurgico al tiro in tutte le sue uscite (addirittura il 66% dal campo), contro Kansas ha dato una gran dimostrazione di talento e carattere: pur soffrendo molto l’atletismo dei Jayhawks, The Arch ha messo tutti i tiri giusti al momento giusto (fondamentale il suo 4/4 ai liberi nel giro di lancette conclusivo) e ha infine sigillato la vittoria con una gran giocata difensiva ai danni di Frank Mason III. Nella finale contro i Tar Heels ha colpito per la sua versatilità nelle soluzioni offensive e gestito i ritmi in maniera ottima pur rischiando molto in due occasioni che sarebbero potute costare caro. Nonostante ciò, Ryan si è distinto ancora una volta per la sua grande lucidità servendo impeccabilmente a Jenkins l’assist per la tripla della vittoria.
Il premio lui assegnato come Most Outstanding Player delle Final Four può essere visto come il giusto riconoscimento nei confronti della strepitosa March Madness disputata da Arcidiacono, coronamento perfetto di una carriera in cui è diventato, di anno in anno, il simbolo di Nova e del suo modo di concepire il basket.
PUNTI DI FORZA E PUNTI DEBOLI
Giocatore di rado appariscente ma di grande sostanza, Arch ha dimostrato nel tempo di avere molti pregi e di saper limare o aggirare i propri difetti. Dotato di un fisico robusto, è un difensore intelligente e instancabile che muove bene i piedi e usa altrettanto bene il corpo: nella marcatura individuale è efficace contro la maggior parte degli avversari, di solito non ha problemi a passare sui blocchi ed è particolarmente bravo nel pescare lo sfondamento, oltre a essere sempre attento alla posizione dei propri compagni e a muoversi armonicamente con essi. Ryan si è guadagnato la fama di difensore arcigno anche grazie a uno spirito di sacrificio inversamente proporzionale alla premura verso la propria incolumità che più volte l’ha portato a fare giocate entusiasmanti e spericolate.
Il notevole QI cestistico di Arcidiacono è constatabile anche nella metà campo offensiva. Il numero 15 di Nova è un playmaker vero e proprio, dotato di ottima visione di gioco e di un buonissimo passaggio che sa impiegare in vari modi: trovando l’uomo libero per il piazzato, servendo il lungo in post e nelle situazioni di contropiede. È capace di dettare i ritmi giusti anche nei frangenti più complicati e di sentire sempre il polso della squadra: queste doti – unite al gran sangue freddo che gli ha consentito di prendere e segnare diversi canestri decisivi – lo hanno reso l’indiscusso leader tecnico ed emotivo dei Wildcats, una sorta di alter ego in campo di coach Jay Wright. Il suo jumper è ormai collaudatissimo ed è un tiratore affidabile in varie declinazioni: dall’arco, dalla media e ai liberi, sia creando dal palleggio che ricevendo in uscita dai blocchi. Ha inoltre sviluppato movimenti in post basso molto interessanti, cosa abbastanza inusuale per una point guard.
Il vero tallone d’Achille del paisà consiste nella sua esplosività e rapidità considerabili tuttalpiù nella norma. In difesa soffre moltissimo gli avversari più svelti e scattanti che sanno mettere a nudo i suoi limiti negli scivolamenti, mentre in attacco non dispone di primo passo e scatto veloci abbastanza da poter attaccare il ferro con continuità.
Rimane, infine, un interrogativo riguardante il suo adattamento al basket professionistico. Arcidiacono è cresciuto giocando a Nova una pallacanestro ordinata e dalle gerarchie precise: ritrovarsi eventualmente in un contesto meno disciplinato, potrebbe crear lui dei problemi. Archie, però, ha dimostrato di non essere un mero soldatino ma di possedere spontaneamente alcune caratteristiche che possono migliorare il gioco dei suoi compagni. Da rookie non sarà di certo in grado di fare miracoli, ma questo è un aspetto che potrebbe in parte cavarlo d’impaccio in situazioni difficili.
QUALE FUTURO?
Nonostante goda di un’eccellente reputazione a livello universitario e le sue quotazioni siano attualmente in netta ascesa, la NBA resta una meta difficile – ma tutt’altro che impossibile – da raggiungere per Ryan Arcidiacono, proprio in ragione del deficit atletico cui abbiamo accennato. Se non dovesse trovare un posto fra i pro statunitensi, le doti sopra descritte e la sua esperienza (rara per un 22enne) faranno gola a diversi club europei, specialmente se l’iter – attualmente in corso – per l’ottenimento del passaporto italiano non dovesse rivelarsi troppo lungo. In tal caso, visti i contatti in essere col coaching staff dell’Italbasket, sarebbe un peccato se non approdasse nella nostra Serie A e un delitto se nessuna società italiana ci provasse seriamente.
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