Kevin Durant e il suo next chapter: la scelta che cambia gli equilibri della NBA
Durant a Golden State: cosa vuol dire per gli equlibri della Lega e per quelli delle due squadre coinvolte?I
Da una settimana a questa parte tutti stiamo osservando come la NBA sia cambiata. Il più grosso innalzamento del salary cap nella storia della lega sta portando con sé conseguenze inaspettate, compresi contratti di altissimo livello per giocatori che fino a qualche anno fa si dovevano accontentare delle briciole vivendo il loro ruolo da 'comprimari'. Ieri, però, gli equilibri della lega sono stati spostati in maniera inequivocabile dalla scelta di Kevin Durant, che dopo anni di militanza ai Thunder ha deciso di unirsi ai Golden State Warriors, la squadra che per ampi tratti della scorsa stagione ha dominato incontrastata nella NBA arrivando a vincere 73 partite in regular-season e sfiorando il secondo titolo consecutivo, fermati solo da sua maestà Lebron James e il suo incrollabile desiderio di riportare il titolo NBA a Cleveland, casa sua.
Gli Warriors, adesso, si ritrovano a disposizione uno dei nuclei più forti della storia del gioco, con Curry, Durant, Thompson e Green tutti tra i 25 e i 28 anni d'età, pronti a poter dominare questa lega per gli anni a venire. Se c'è una differenza netta rispetto alla famosa 'The Decision' di Lebron James, è proprio l'età del nucleo dei giocatori chiave. Quando Lebron aveva deciso di andare a Miami, Wade era già un giocatore non più giovanissimo e che ha dovuto inevitabilmente adattare il suo gioco per favorire l'inserimento di Lebron. A Golden State questo non sarà necessario, i quattro giocatori chiave hanno tutti caratteristiche compatibili: grandi tiratori dalla distanza, ottimi passatori, letali in transizione, tutti difensori decisamente sopra la media e capaci di cambiare su ogni singolo pick and roll che gli verrà proposto. Caratteristiche comuni, fase della carriera perfetta per continuare a vincere, un talento offensivo probabilmente mai visto prima. Un matrimonio talmente perfetto sulla carta, quello tra Durant e gli Warriors, che sembra quasi illegale. Ed effettivamaente non si sarebbe mai arrivati ad una situazione del genere, ovvero ad una delle migliori squadre della NBA che aggiunge una superstar di tale livello senza dover rinunciare a nessuno dei suoi giocatori fondamentali, senza almeno un paio di circostanze fortuite/casuali. A partire dal contratto ridicolmente basso firmato da Stephen Curry qualche anno fa, quando sulla guardia di Golden State c'erano ancora grossi punti interrogativi sulla sua tenuta fisica e in pochi, quasi nessuno, pensavano che potesse diventare una tale forza di natura. Al tempo, addirittura, molti ritennero il contratto firmato da Curry eccessivo e non meritato....come cambiano le cose nel giro di un paio di anni, eh? A questo va aggiunta l'abilità di Myers e del logo man Jerry West di pescare molto bene al draft (Harrison Barnes, Draymond Green e Festus Ezeli) e di non smembrare il core della squadra quando la trattativa per Kevin Love sembrava ormai fatta, rinunciando a cedere Klay Thompson, poi diventato uno dei punti cardine della squadra assieme al suo splash brother Curry. Costruzione, un pizzico di fortuna e il più grosso innalzamento di cap della storia hanno permesso a Golden State di mettere insieme una squadra che fa paura già solamente a pensarci. Come sottolineato da Zach Lowe nel suo ultimo pezzo, se anche gli Warriors non cambiassero niente del loro sistema di gioco, si ritroverebbero comunque un Kevin Durant che si prende i tiri che l'anno scorso si prendeva un Harrison Barnes, discreto upgrade per una squadra che ha appena vinto 73 partite di regular-season. Ma ovviamente le cose cambieranno, l'arrivo di Durant vuol dire soprattutto una cosa: il peso offensivo di Curry sarà inferiore. Steph non dovrà più sobbarcarsi tutte le responsabilità offensive nei momenti più difficili, cosa che gli è risultata piuttosto pesante da sopportare soprattutto negli ultimi playoffs, dove oltre alla normale stanchezza per una stagione lunghissima si è andato ad aggiungere anche un infortunio al ginocchio che non lo ha di certo aiutato ad arrivare al 100% nei momenti decisivi. La palla potrà andare più spesso nelle mani di Durant, che a quel punto sarà libero di andare dentro e sfruttare i suoi mezzi fisici o usare l'arma del pick and roll che in una squadra imbottita di tiratori come gli Warriors rischia di diventare davvero mortifera. Se prima le squadre avversarie accettavano ben volentieri di lasciare più spazio a Draymond Green ed Harrison Barnes sulle situazioni di pick and roll, vivendo con le conseguenze delle loro percentuali dal perimetro, questo non sarà più possibile sulle situazioni di pick and roll dove verranno coinvolti Curry e Durant, a nessuno dei due può essere lasciato spazio e inevitabilmente le difese saranno costrette a fare scelte forzate, che conduranno ad altri tiri facili per gli altri giocatori in campo. La sola idea di Curry che gioca piò off the ball, senza dover dominare la palla, e viene coinvolto più spesso come tiratore sugli scarichi è da brividi lungo la schiena per tutte le difesa della lega.
L'arrivo di Durant, ovviamente, porta anche delle conseguenze negative, soprattutto a livello di profondità di roster. Quando hai quattro giocatori del calibro di Curry, Thompson, Durant, e Green inevitabilmente ti devi accontentare delle briciole per il resto del roster. Golden State ha comunque la fortuna di avere almeno per un altro anno due giocatori di alto livello come Iguodala e Livingston ma hanno perso in un colpo solo Andrew Bogut e Harrison Barnes, volati entrambi a Dallas, e Festus Ezeli, che si accaserà in qualche altra squadra. Il reparto lunghi sarà il punto interrogativo più grande, la room exception da 2.9 mln di dollari è già stata usata su Pachulia, che è un lungo solido, con i soldi a disposizione era difficile trovare qualcosa di meglio sul mercato. Si cercherà di rimettere sotto contratto Speights, che dalla panchina può portare punti che serviranno alla second-unit. Come sempre in questi casi, Golden State dovrà essere abile a trovare giocatori disposti a prendersi il minimo salariale pur di inseguire il titolo, ma in una free-agency sono alla ricerca del contratto della vita potrebbe non essere semplicissimo. Quanti David West ci sono là fuori disposti a prendersi il minimo per provare la corsa al titolo? Ma del resto quando firmi un giocatore come Durant aggiungendolo ad un nucleo già composto da Curry, Thompson e Green da qualche parte devi pur scoprirti. I primi Heat di Lebron, Wade e Bosh avevano Carlos Arroyo e Joel Anthony a completare il quintetto, qui la situazione sembra già migliore ancora prima di iniziare.
Chiaramente c'è da considerare anche l'altra faccia della medaglia, impersonata dagli Oklahoma City Thunder. La perdita di Durant è qualcosa di semplicemente indescrivibile, KD è stato il volto della franchigia, ha contribuito alla sua nascita, crescita e arrivo ai vertici della lega. Senza KD i Thunder non sarebbero mai arrivati a certi livelli e questo Presti lo sa molto bene e proprio per questo motivo l'addio a Durant è stato comunque il più amichevole e rispettoso possibile, come dovrebbe sempre essere (Dan Gilbert chi?). La decisione di Durant di lasciare i Thunder fa male? Ovviamente si. Riempirlo di male parole e chiamarlo traditore risolve qualcosa? Assolutamente no. E' davvero divertente come il tifoso medio NBA inizierà a gettare fango su Durant per la sua scelta di rincorrere un titolo NBA, quando il metro base dell'appassionato per giudicare la grandezza di un giocatore è proprio contare quanti titoli ha vinto in carriera. Durant è un professionista, ha fatto una scelta del tutto rispettabile e condisivisibile, nonchè estremamente sofferta. Durante il meeting con Golden State, Durant ha più volte espresso la sua più grande perplessità su questo movimento, ovvero il numero di persone che avrebbe deluso e che lo avrebbero bollato come 'traditore' o 'vigliacco'. Ma alla fine dei conti qualunque atleta deve scegliere quello che è meglio per il suo futuro, prendendosi i lati buoni e quelli cattivi della decisione, in questo caso la reazione 'mediatica' alla sua scelta.
I Thunder adesso si trovano in una posizione scomoda, Presti aveva provato il colpo di coda cedendo Ibaka ad Orlando per aggiungere ulteriore profondità al roster con gli arrivi di due giovani di grande talento come Oladipo e Sabonis. L'operazione era stata approvata sia da KD che da Westbrook, che nonostante gli anni passati insieme non sono mai riusciti granchè a legare con Ibaka fuori dal campo. La cosa si fa ancora più complessa perchè l'altra superstar della squadra, Westbrook, entra nel suo ultimo anno di contratto e adesso c'è seriamente il rischio di perderlo senza ottenere nulla in cambio. Presti cercherà di ristrutturare e allungare il suo contrato durante la off-season ma le chances sono ridotte ai minimi termini. Per Westbrook, da un punto di vista finanziario, non ha nessun senso ridiscutere il suo contratto adesso, visto che la prossima estate potrà puntare ad un max decisamente più ricco e avrà la libertà di muoversi come unrestricted free-agent, una situazione che la maggior parte dei giocatori bramano perchè gli da molto più potere contrattuale e la possibilità di essere 'reclutati' dalle varie squadre come accade al college. Che si fa allora? Presti è uscito sostanzialmente indenne da altre situazioni delicate come quella di Harden o Reggie Jackson ma in quei casi c'erano delle discrete polizze assicurative chiamate Durant e Westbrook, adesso rischia di non esserci più niente di tutto questo. Cedere Westbrook vorrebbe dire resettare tutto e ripartire da zero, nonostante la presenza di alcuni buoni pezzi come Adams e Kanter già sotto contratto. Con il nucleo attuale i Thunder possono ancora essere una squadra da playoffs ma è davvero difficile immaginarli ancora come una contender per il titolo. Tenere Westbrook vuol dire, invece, rivivere quanto già successo con Durant, provare il tutto per tutto per trattenerlo e sperare che Russ decida di rimanere. Ma, ovviamente, in quel caso c'è il fortissimo rischio di rimanere di nuovo con nulla in mano, se Westbrook decidesse di accasarsi da qualche altra parte. Non vorrei essere nei panni di Presti in questo momento, nel giro di qualche giorno i Thunder sono diventati una delle squadre più difficile da gestire di tutta la lega e dal futuro più incerto. Time flies.
Nella Baia, nel frattempo, si preparano a diventare una delle squadre più odiate di sempre, come sempre accade quando si formano questi 'super-team'. I professionisti delle hot-takes si stanno già scatenando, sia negli States che in Italia
Don't give a damn what anyone says: weak move by KD. You go to GSW, the team who beat you, when you're already on a title contender? Please!
— Stephen A Smith (@stephenasmith) 4 luglio 2016
La differenza tra la scelta di Durant e quella di LeBron e' abissale. KD aveva una squadra da titolo a OKC, LeBron no a Cleveland
— Riccardo Pratesi (@rprat75) 4 luglio 2016
C'e poi una cosina da dire su Presti, che ha il suo pubblico di fans. Non essere riuscito a vincere col gruppo che ha avuto OKC e' impresa
— Riccardo Pratesi (@rprat75) 4 luglio 2016
Intanto, si avvicina il capolinea di uno dei più grandi di sempre. Lui non e' andato ai Lakers (all'epoca) x vincere https://t.co/wEKhiqmNT1
— Riccardo Pratesi (@rprat75) 4 luglio 2016
Personalmente più che fare paragoni senza senso tra Durant, Lebron, Tim Duncan che sono persone completamente diverse tra di loro e che nel frattempo hanno vissuto delle carriere che li hanno portati a prendere percorsi alternativi, io preferisco sedermi e godermi lo spettacolo che ci aspetta per la prossima stagione, risparmiandomi discorsi sulla morale di professionisti pagati profumatamente per fare quello che fanno e che dell'indignazione popolare, giustamente, se ne interessano il giusto. 'Y'all sit back and enjoy the light show...'
Siete ovviamente tutti liberi di dire che è uno schifo, che non guarderete più la NBA, ecc ecc.
— Nicolò Ciuppani (@NickRamone) 4 luglio 2016
Piccolo spoiler: pic.twitter.com/227UIncLn4
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