NBA Focus: trade deadline
Giovedì sarà l'ultimo giorno utile per concludere affari, poi partirà la volata per i playoff
La deadline per gli scambi rende Febbraio il mese più caldo - e probabilmente il più seguito- della regular season. Basti pensare all’incredibile serie di affari chiusi lo scorso anno poco prima del gong, così tanti da mandare in tilt anche un mostro sacro del giornalismo come Wojnarowski:
E’ praticamente impossibile cercare di prevedere i movimenti dei vari team, con ogni probabilità più di un front office non ha ancora le idee chiare sul da farsi, se cercare di vendere o di comprare, se puntare tutto sui playoff o su una scelta alta nel prossimo draft.Good lord.
— Adrian Wojnarowski (@WojVerticalNBA) 19 Febbraio 2015
Il tutto poi è ulteriormente complicato da due fattori, l’equilibrio nella lotta playoff -ad oggi non sono più di 7 le squadre che hanno alzato già la bandiera bianca in questo senso- e l’aumento del tetto salariale dalla prossima stagione - un contratto che oggi vale x domani avrà un valore diverso, ed è proprio qui che i gm più lungimiranti potrebbero fare la differenza…-
Il tempo delle decisioni sta per arrivare, di seguito riportiamo alcune considerazioni:
-oltre a chi vende e chi compra c’è anche chi…… facilita, chi ha lo spazio sotto il cap per ‘aggiustare’ i conti nelle varie trade, o semplicemente per consentire ad un team di scaricare un contratto indesiderato. Ovviamente in cambio di preziosi asset, solitamente scelte o giocatori giovani.
I tre principali team che possono svolgere questo ruolo sono Utah - oltre 7 milioni sotto il cap- , Portland - oltre 20 milioni…..- e Phila - oltre 9 milioni-.
Particolarmente intriganti le situazioni di Jazz e Trail Blazers.
I primi hanno un chiarissimo need in regia, dove fino ad ora sono andati avanti con un rookie e le invenzioni del duo Hood-Hayward. Non serve per forza una star, ma un giocatore solido ed esperto (Mo Williams?) allargherebbe di molto il ventaglio di soluzioni a disposizione di coach Snyder, e magari aiuterebbe ad alzare il ritmo in determinate situazioni (Jazz ultimi per pace con 92.9 possessi x game). Fino ad oggi i Jazz sono stati molto parsimoniosi nel gestire i propri asset, ma ora bisogna cambiare marcia…
Portland sta cavalcando al meglio il duo Lillard-McCollum, due ‘tough-shot-maker’ in grado di mettere in difficoltà qualunque difesa con la loro capacità di creare punti dal palleggio (entrambi in top six nella lega nei tiri in pull-up, con l’ex Lehigh che segue solo due maestri del settore come Paul e Curry).
Oshley la scorsa estate non si è fatto trovare impreparato in seguito all’addio di Aldridge, già ora non ride più nessuno pensando ai contratti di Aminu e Davis… Serve comunque un ‘pezzo’ nel frontcourt, sia pensando ai playoff che al futuro, non è da escludere che possa arrivare nei prossimi giorni.
-Per sua fortuna New Orleans ha già saggiamente esteso il contratto di Anthony Davis, ora sarebbe il caso di capire se è possibile ricavare qualcosa da Ryan Anderson e Eric Gordon (entrambi free agent dal primo Luglio), e se c’è qualche team tanto disperato da aver bisogno di uno tra Asik e Ajinca, due che hanno firmato per circa 70 milioni totali lo scorso Luglio. The Brow nelle mani di Gentry può diventare un animale da small ball, ma se i suoi compagni si chiamano Gee, Cunningham o Dejean-Jones diventa tutto più difficile….
-OKC dovrebbe fare di tutto per poter aggiungere un ‘3 and D’, mettendo a disposizione chiunque tranne i Big three. E’ letteralmente una vita che KD, Westbrook e Ibaka dominano gli avversari quando sono insieme sul parquet (+15.6 di net rating quest’anno), Presti però non è mai riuscito a costruire un supporting cast veramente affidabile. Roberson difende e lotta come pochi ma in attacco non ci prova nemmeno, Morrow è il suo opposto, Waiters una via di mezzo comunque migliorabile. In prospettiva di uno scontro coi Warriors l’assetto ideale è quello con Ibaka e KD ‘lunghi’ più Westbrook e due swingman. Ne manca almeno uno, i nomi sono i soliti, Tucker, Lee, Dudley, oppure qualche scommessa tipo McLemore, Hollis Thompson, Snell, ecc….
-Molto intrigante la situazione dei Bulls, in caduta libera tra infortuni e le difficoltà incontrate nell’interpretare il sistema offensivo che professa Hoiberg. E’ vero che storicamente Chicago è tra i team meno attivi pre-deadline, ma ora le opzioni sono infinite, a poco più di 4 milioni sopra la soglia della luxury tax la dirigenza potrebbe anche decidere semplicemente di scaricare un contratto ad un team con spazio.
Con la pick 2016 dei Kings (top10 protected) e i vari Gibson, Snell, Mirotic, Noah, Gasol e McDermott si possono imbastire discorsi di ogni tipo, l’ideale sarebbe un play/guardia in grado di togliere un po’ di pressione a Rose (attualmente il penultimo playmaker della lega per Real/plus minus).
E’ necessaria una scossa, e queste parole di Jimmy Butler non fanno altro che confermarlo:
‘You have to be tough to play offense, but you have to be hella-tough to play defense. I think when people go up against us they used to think ‘We’ve got to go up against Chicago!’ I think right now the way we are playing as a team people might be glad or happy or excited to play against us. It was never like that’
-Sempre a Est, fari puntati su Boston, che ha un portafoglio di asset tale da poter sedersi ad ogni tavolo. Oltre alle 1000 scelte future ci sono anche contratti ottimi come quelli di Crowder, Bradley e Thomas, poi Lee, Jerebko, Johnson…
L’obiettivo dovrebbe essere quello di trasformare tutta la ricchezza accumulata in almeno due atleti di alto livello, possibilmente un’ala e un big man. Qui fare ipotesi è veramente complicato, l’unica certezza è che il team di Ainge sarà al centro di tutti i rumors.
La strada più ‘sicura’ sarebbe quella di aspettare il draft e la free agency, ma in questa Eastern - dove i Cavs non sembrano più imbattibili - la strada verso la finale non sembra proibitiva, ed anche una aggiunta non clamorosa (Tyson Chandler? Ryan Anderson? Il Gallo? Un tiratore?) potrebbe potenzialmente rivelarsi decisiva.
Chissà se Danny sente l’odore del sangue…..
-A Phoenix dovrebbero essere più o meno tutti cedibili tranne Bledsoe, Booker e Len. Quindi occhio a Teletovic, Tucker, Kieff Morris, Weems (e se fosse un 3 and D che sta volando lontano dai radar?) magari Leuer, e, perchè no, anche Chandler (il contratto è quello che è, ma un paio di anni buoni può ancora farli, specie a Est…) e Knight.
-Grande rumore intorno agli Hawks, che non sembrano più la macchina perfetta della scorsa regular season. I numeri suggeriscono che il problema è il calo dell’attacco, ad oggi il n.15 della lega con 103.1 punti x 100 possessi. Il principale ‘imputato’ è Kyle Korver, che alla sua veneranda età la scorsa estate ha deciso di modificare alcuni particolari del proprio tiro, salvo poi fare dietrofront dopo un Dicembre chiuso con il 33% dal campo… C’è poi la questione playmaker, con Teague destinato a lasciare lo scettro a Schroeder. Con l’ex Wake Forest in campo gli Hawks hanno un net rating leggermente negativo, mentre con il tedesco segnano ben 10.6 punti ogni 100 possessi in più di quelli che subiscono.
Si è parlato molto anche di un possibile addio di Horford, ma difficilmente gli Hawks riusciranno ad ottenere una degna contropartita per un giocatore che a fine stagione potrà firmare con chiunque.
-Capitolo Houston, la grande delusione di questa prima metà di 2015/16. La difesa è crollata dopo l’exploit dello scorso anno, per un motivo o per un altro tre giocatori in contract year come Motiejunas, Jones e Lawson non hanno dato praticamente nulla, e poi c’è la questione Howard. Difficile dire cosa possa servire per ‘svoltare’ velocemente, Morey è uno abituato a mantenere aperta ogni porta per migliorare le prospettive del suo team, sia nel breve termine che guardando al futuro. Il valore dei tre giocatori di cui sopra è al minimo storico, e non sarà facile neanche trovare un team disposto a spendere troppi asset su un Howard che a fine anno potrebbe uscire dal contratto.
Con una Golden State virtualmente irraggiungibile, in teoria sarebbe meglio pensare al domani, ma questo è pur sempre lo stesso team arrivato nella finale di Conference appena lo scorso anno.
Una cosa è certa, Daryl non resterà a guardare….
-Altre squadre che potrebbero muoversi per cercare di invertire il trend e/o consolidare la propria posizione: Orlando (Skiles continua a modificare le rotazioni, sicuramente avrà già la sua idea sui big potenzialmente ‘sacrificabili’, magari uno tra Oladipo e Payton, coppia che insieme non può proprio giocare...), Detroit (serve qualcosa per tamponare l’emergenza infortuni, Hilliard è il primo cambio tra gli esterni), Toronto (Scola ormai segna anche le triple dagli angoli e Patterson sono tre anni che fa parte di una delle migliori second unit della lega, ma se Carroll non torna a breve un 3-4 può far comodo), poi in secondo ordine anche San Antonio (un po’ di atletismo non farebbe male in prospettiva della serie playoff che tutti aspettano….), Miami (Whiteside sì, Whiteside no, Dragic costretto a rallentare e fare la spalla di Wade, Deng in scadenza) e Dallas (se Justin Anderson non inizia a carburare manca almeno uno swingman, non è realistico pensare di essere competitivi nei playoff con i vari Barea, Harris e Felton come unici cambi degli esterni).
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