La trade deadline più folle della storia della NBA
Analisi e cronistoria di un giorno di ordinaria follia nel mondo della NBA. Cosa è successo e che tipo di impatto potranno avere le mosse fatte dalle squadre che hanno deciso di operare alla deadline.
Il 19 Febbraio 2015 potrebbe diventare un giorno storico per la NBA. Nella trade deadline di ieri è successo davvero di tutto, con 39 giocatori spostati in 17 trades separate, il numero più alto della storia della lega durante la deadline. La cosa che fa più impressione è che la maggior parte dei movimenti sono arrivati negli ultimissimi minuti, quando sembrava che ormai il grosso fosse stato fatto. E' stato un vero e proprio evento vedere Adrian Wojnarowski, il numero uno quando si tratta di anticipazioni e indiscrezioni, twittare ad un certo punto "Good Lord", a far capire la confusione che si è venuta a creare in quei momenti, anche per un mostro come Wojnarowski. Anche noi di Sportando ci siamo dovuti scervellare non poco per capire effettivamente dove fossero finiti determinati giocatori e quale fosse la strutturazione completa della trade. Giusto per fare un esempio: ho brancolato nel buio almeno per un quarto d'ora per capire dove diavolo fosse andato a finire Norris Cole, che sembrava fosse finito ai Suns ma che in realtà alla fine è passato ai New Orleans Pelicans. Per non parlare della situazione di Isaiah Thomas, che tutti avevano già dato in direzione Sixers e che invece si è ritrovato in quel di Boston. Una follia, pura e semplice follia.
Le squadre che si sono mosse sono davvero tante e a 72 ore di distanza da tutte queste operazioni possiamo provare a fare un punto della situazione, per quanto l'effetto di molte trades è davvero giudicabile solo a distanza di molto tempo e non certo dopo appena 72 ore. Mi sembra il caso di ricordare che quelli che seguono sono giudizi personali, dunque potranno non trovare d'accordo molti lettori. Ma si sa che il bello di questo sport è anche la sua capacità di creare opinioni molto diverse su più fronti. Adesso cerchiamo di capire chi ha fatto bene, chi poteva fare meglio e chi, almeno per il momento, è stato rimandato.
Brooklyn Nets: C
Mai stato un grande fan di Billy King come GM ma, oggettivamente, in questa situazione c'era ben poco da fare. Cedere almeno uno tra Brook Lopez, Deron Williams e Joe Johnson non era facile, soprattutto non era semplice trovare una trade che riuscisse ad essere equilibrata. Credo che aver "evitato" la trade con OKC, che avrebbe portato Reggie Jackson a Brooklyn, sia stata una buona mossa. Jackson non è un giocatore semplice da gestire e in Estate si sarebbe dovuto ri-firmarlo a delle cifre piuttosto sostenute (come se i Nets non avessero già il cap ingolfato). E' vero che sarebbero potuti arrivare anche dei giovani interessanti (almeno uno tra Lamb e Perry Jones III) ma, probabilmente, restare fermi è stata la cosa migliore, almeno per il momento. Lo scambio con Minnesota, che ha portato Thad Young a Brooklyn, è un'operazione senza infamia e senza lode. Sostanzialmente si tratta di due giocatori in scadenza che cambiano maglia (Young ha una player option da 9.9 mln per la prossima stagione ma al 90% non la eserciterà per cercare un contratto pluriennale), Young può dare più di Garnett nell'immediato ma non è un giocatore che possa spostare chissà che cosa.
Minnesota Timberwolves: B
Kevin Garnett che ritorna a Minneapolis? Come si fa a non essere romantici in un momento simile...KG ha fatto la storia di questa franchigia e vederlo tornare ai Timberwolves per chiudere la carriera credo sia qualcosa che qualunque appassionato di basket NBA possa apprezzare. Da un punto di vista tecnico Garnett non può più dare moltissimo ma in un ruolo più limitato la sua difesa può essere ancora utile, soprattutto ad una squadra giovane come i Timberwolves. Avere un veterano dell'esperienza e del carisma di Garnett potrà fare solamente bene a Wiggins e soci. Thad Young è andato via, l'unico dubbio rimane il perchè aver investito una prima scelta (seppur non altissima) per arrivare al giocatore in Estate per poi scaricarlo qualche mese dopo.
Oklahoma City Thunder: B
Reggie Jackson doveva andar via, questo è un dato di fatto. Il rapporto con gli altri compagni di squadra era ai minimi storici e in Estate avrebbe salutato comunque, inoltre era stufo di giocare da alternativa a Westbrook e voleva una squadra dove poter essere leader. Da Detroit, in cambio, sono arrivati Kyle Singler e D.J. Augustin. Come backup PG di Westbrook, Augustin ha molto più senso di Jackson, è un giocatore che conosce i suoi limiti e sa stare al posto suo. Singler allungherà le rotazioni degli esterni e darà un pizzico di profondità in più alla panchina, oltre a mettere un altro tiratore sull'arco del tiro da 3 punti. Da Utah arriva Enes Kanter in cambio di una prima scelta protetta del 2017, del contratto di Kendrick Perkins e di Grant Jerrett. Il turco sarà restricted free-agent in Estate e il suo rinnovo non sarà certo molto economico. In difesa il turco resta un giocatore decisamente sotto la media ma in attacco può dare delle opzioni in più alla squadra di coach Brooks. Resta il fatto che gestire lui e il suo agente sarà un bella grana in Estate. Giusto non aver insistito sulla trade per Brook Lopez che, a detta del sottoscritto, sarebbe stato ben poco adatto al contesto tecnico dei Thunder. Scaricato anche Ish Smith ai Pelicans, dando via anche i diritti su Latavious Williams. L'emblema della "trade minore".
New Orleans Pelicans: B+
Si inseriscono nella trade tra Heat e Suns per Dragic prendendosi Norris Cole, giusto la point-guard che gli serviva per sopperire all'assenza di Jrue Holiday. Da Miami arrivano anche Shawne Williams, che verrà tagliato quasi sicuramente, e Justin Hamilton. Mini trade con i Thunder, con New Orleans che assorbe il contratto di Ish Smith e lo taglia immediatemente, guadagnandoci una seconda scelta, anche se iper-protetta. Sostanzialmente usano il loro cap-space per sopperire ad alcune necessità, operazioni rapide ed indolori, nonchè efficaci. Buon lavoro in questo caso.
New York Knicks: B+
Phil Jackson continua nell'opera di rebuilding e piazza Pablo Prigioni ai Rockets, gudagnandoci due seconde scelte future. Buonissima mossa. Da Houston arriva anche Shved, che a differenza di Prigioni è in scadenza di contratto. Il russo avrà spazio in questi mesi ma a fine stagione saluterà visto che il suo ritorno in Europa sembra ormai scontato.
Denver Nuggets: B-
Tim Connelly, GM dei Nuggets, continua a convincere il giusto. E' chiaro che i Nuggets debbano ristrutturare il roster e lui è stato bravo a prendersi due prime scelte per Mozgov e una per Afflalo ma l'operazione McGee con Philadelphia convince molto di meno. E' ovvio che il contratto di McGee non era per nulla facile da spostare e che per darlo via era necessario fare un sacrificio, però dare via una prima scelta come "incentivo" per scaricare un contratto, è oggetivamente troppo. Ok, non è una prima scelta altissima (quella di OKC è protetta in top 18 per quest'anno e poi in top 13 successivamente), ma per una squadra che inevitabilmente deve pensare più al futuro che al presente non mi pare l'operazione più saggia di questo mondo, considerando che McGee aveva solo un altro anno di contratto. Robinson e Claver, arrivati nell'operazione Afflalo, verranno tagliati, mentre Will Barton dovrebbe avere una chance.
Portland Trail Blazers: A-
Come allungare la profondità di un roster già molto buono e aggiungere un giocatore di valore ed esperienza? Dirige ed esegue Neil Olshey, GM dei Portland Trail Blazers. L'operazione Afflalo è esattamente quello di cui aveva bisogno Portland, un giocatore di esperienza, buon tiratore e ottimo difensore sul perimetro, in grado di uscire dalla panchina e produrre. Viene sacrificata una prima scelta del 2016 (protetta in lottery) ma Portland è in modalità win-now, dunque un sacrificio del genere è più che comprensibile. I giocatori ceduti non avevano grande importanza per la squadra: Robinson era in scadenza e non sarebbe rimasto, Claver e Barton avevano ruoli molto marginali. Ottimo lavoro nel migliorare la squadra nell'immediato, considerando anche che Afflalo potrebbe fungere da utilie assicurazione, nel caso in cui Matthews dovesse salutare in Estate.
Miami Heat: B
Nell'immediato la squadra viene rafforzata non poco dall'arrivo di Goran Dragic, considerando anche il livello piuttosto basso delle PG di Miami. Riley vuole cercare di migliorare subito e non è mai stato un executive particolarmente interessato alle scelte. A parte le due prime scelte, i giocatori che partono sono solo elementi complementari che a Miami, ormai, avevano ben poca utilità. I dubbi sulla trade per Dragic? Le due prime scelte cedute, una del 2017 (protetta in top 7) e una del 2021 (non protetta), potrebbero pesare parecchio in futuro. La sensazione è che questa trade, tra qualche anno, possa assumere le sembianze di quella che portò Garnett,Pierce e Terry ai Nets, con i Celtics che si presero delle scelte che adesso tornano molto comode. Ovvio, da qui al 2021 di cose ne possono succedere, ma resta il fatto che il nucleo fondante degli Heat ha un'età media piuttosto elevata e l'arrivo di Dragic (che in Estate non chiederà certo due spicci per rimanere) non sposta così tanto, soprattutto considerando i problemi di Bosh, che sarà presumibilmente out per il resto della stagione. Le scelte adesso non servono ma prima o poi si dovrà iniziare a ricostruire e allora questa trade potrebbe diventare più pesante di quanto non possa sembrare adesso.
Houston Rockets: B+
Daryl Morey si muove con intelligenza e migliora ulteriormente la profondità della panchina dei Rockets. Prigioni è un giocatore di grande esperienza, una PG vera e a Houston ha molto più senso di quanto ne potesse avere in quel di New York. Forse due seconde scelte sono un po' troppe ma anche Houston è sostanzialmente in modalità win-now e quindi il gioco potrebbe valere la candela. Molto interessante anche l'operazione fatta con i Sixers per K.J. McDaniels. Il rookie uscito da Clemson ha già dimostrato di poter essere un fattore difensivamente, anche se le sue percentuali al tiro sono crollate dopo un inizio discreto. McDaniels sarà restricted free-agent al termine della stagione e dunque andrà rinnovato a delle cifre superiori, ma poter fare uscire dalla panchina un giocatore di tale intensità ed energia è sempre una risorsa preziosa. Nella trade con i Sixers viene sacrificato Canaan, che bene aveva fatto ad inizio stagione quando aveva spazio a causa dell'infortunio di Beverley, e una seconda scelta del 2015 ( che dovrebbe arrivare dai Nuggets), un prezzo sostanzialmente giusto per un ragazzo interessante come McDaniels. Scaricato anche Shved, che comunque era in scadenza di contratto. Starà a McHale, adesso, gestire al meglio le rotazioni più profonde, cosa che non sembra essere necessariamente la specialità della casa del coach.
Detroit Pistons: B+
Danno via quasi esclusivamente giocatori di ripiego per assicurarsi Reggie Jackson, che dovrà prendersi la squadra in mano. Analizzando solo la trade in quanto tale, Van Gundy ha fatto una gran mossa. Sacrifica solamente una seconda scelta del 2017, Kyle Singler e D.J. Augustin e si aggiudica un giocatore giovane e dal buon potenziale come Jackson. Il problema, però, è che Jackson in Estate dovrà essere pagato e neanche poco (Jackson ha già rifiutato un 48X4 da OKC, quindi si dovrà salire come minimo a 52), inoltre la sua compatibilità con Brandon Jennings mi lascia qualche dubbio. E' anche vero che Jennings dovrà stare fuori ancora per parecchio tempo e trovare un sostituto all'altezza era una necessità. La trade per Prince è sostanzialmente uno scambio di contratti in scadenza, visto che Datome e Jerebko erano entrambi a scadenza e ormai fuori dalle rotazioni. Prince ha vissuto i momenti più belli della sua carriera a Detroit e Van Gundy ha voluto portare un altro elemento di esperienza nel suo gruppo. Firmato a delle cifre più basse per l'anno prossimo potrà ancora dare il suo contributo.
Boston Celtics: B+
Danny Ainge continua a muoversi, nonostante le tante operazioni già portate a termine nel corso della stagione. Decide di investire su Isaiah Thomas da Phoenix, per il quale sacrifica una prima scelta del 2016 (via Cleveland) e il contratto in scadenza di Marcus Thornton. La mossa è sensata, Thomas è un buon giocatore con un contratto onesto (con cifre a scendere, tra l'altro) e può fornire una utile alternativa a Marcus Smart, il rookie dei Celtics. La prima scelta ceduta è quella che arriva da Cleveland, che presumibilmente non sarà molto alta e Boston, comunque, ha un numero impressionante di scelte nei prossimi anni, dunque sacrificarne una non è un dramma. In uscita dalla panchina Thomas può portare punti ed energia, considerando che dietro a Smart c'era ben poco nel ruolo di PG. Ainge, poi, scarica anche il contratto in scadenza di Prince a Detroit, prendendosi altri due contratti in scadenza come quelli di Datome e Jerebko. Sul giocatore italiano ci sono voci contrastanti, il taglio rimane una possibilità, anche se non una certezza. Ainge ha speso buone parole su Datome ma il suo futuro rimane comunque incerto.
Milwaukee Bucks: B-
Milwaukee è stata una delle squadre più attive alla deadline, mettendo su una sorprendente trade a 3 con Phoenix e Philadelphia negli ultimi minuti della giornata. I Bucks mandano Brandon Knight ai Suns e in cambio si prendono Michael Carter-Williams da Philadelphia, Tyler Ennis e Miles Plumlee da Phoenix. La cessione di Knight ha un significato ben preciso: il giocatore piaceva a Milwaukee ma in Estate il rischio di strapagarlo era troppo alto e dunque la dirigenza ha deciso di puntare su Carter-Williams. Il giocatore arrivato da Philadelphia ha ancora il contratto in rookie scale e potrà essere valutato nei prossimi 2 anni senza andare ad incidere troppo sul cap. Kidd può lavorare bene su Carter-Williams, anche se l'impressione è che determinati limiti (le percentuali di tiro, la scarsa attitudine a difendere sul lato debole e l'elevato numero di palle perse) del giocatore siano difficili da limare, considerando anche che Carter-Williams ha già 24 anni, nonostante sia solo al secondo anno in NBA. Le sue braccia lunghe, però, rendono il roster dei Bucks una delle cose più interessanti da vedere nei prossimi anni in NBA (la quantità di atletismo ed esplosività con gente come Antetokounmpo,Henson, Jabari Parker e compagnia fa quasi paura). Ennis, un altro ex Syracuse, fungerà da backup PG. Anche qui sarà interessante capire come Kidd potrà lavorare su questo ragazzo che a Phoenix era troppo chiuso e non era particolarmente adatto al sistema di Hornacek. Miles Plumlee darà maggiore profondità al reparto lunghi, considerando l'addio di Sanders (una delle poche delusioni della gestione di Hammond come GM). Scaricato anche il contratto di Kendall Marshall, che era comunque fuori per il resto della stagione. Nell'immediato la squadra perde qualcosina, perchè Knight, al momento, è un giocatore migliore di Carter-Williams, ma, come detto in precedenza, il giocatore arrivato dai Sixers costa molto meno e ha un upside leggermente più alto di Knight.
Phoenix Suns: B+
La situazione in casa Phoenix era davvero di difficile gestione. McDonough aveva creato un backcourt fin troppo affollato e non c'è voluto molto perchè qualcuno iniziasse a lamentarsi. Prima Thomas, con i suoi mugugni e la voglia di avere più minuti, poi Goran Dragic, con il suo aut-aut e la voglia di cambiare aria al più presto. Il GM dei Suns è arrivato all'ultimo giorno di mercato consapevole che era necessario cambiare qualcosa. E così è stato, Phoenix ha ceduto Goran Dragic (e il fratello Zoran, che a Phoenix hanno visto giusto all'aereoporto) a Miami in cambio, essenzialmente, di due prime scelte, una del 2017 (protetta in top 7) e una del 2021 (totalmente non protetta). Cedere un giocatore che aveva apertamente dichiarato di voler andare via e che a fine stagione sarà free-agent (al 99.9% Dragic non eserciterà la player option che ha a disposizione e comunque non l'avrebbe usata a Phoenix) e guadagnarci due prime scelte future non è affatto male. Come già accennato durante l'analisi della deadline degli Heat, questa è una mossa che si potrebbe trasformare in qualcosa di molto simile a quanto successo ai Celtics dopo la cessione di Pierce e Garnett a Brooklyn. Le due scelte sono ancora abbastanza lontane, soprattutto quella del 2021 (ne potrebbero succedere di cose da qui al 2021) ma sono poco o per nulla protette e il roster degli Heat è comunque in età molto avanzata, il rischio di aver fatto una steal in questo caso è piuttosto alto. I Suns, poi, si prendono anche Brandon Knight da Milwaukee, andando a tappare il buco lasciato dalla partenza di Dragic. Knight è probabilmente un giocatore più adatto a giocare vicino a Bledsoe, con la sua capacità di poter giocare sia da play che da guardia. In Estate lo si dovrà pagare, ovvio, ma per caratteristiche l'acquisto di Knight è stata una buona scelta, nonostante l'upside del giocatore sia abbastanza limitato (la sensazione è che Knight difficilmente sarà mai più di quello che è adesso, un tweener con buone capacità realizzative e buon tiro ma senza un livello di "efficiency" particolarmente elevato). Anche la cessione di Thomas si era resa necessaria, il giocatore aveva fatto delle discrete cose a Phoenix ma voleva giocare molti più minuti, cosa che Hornacek non era disposto a concedergli. Da Boston arriva una prima scelta del 2016 (via Cleveland) e il contratto in scadenza di Marcus Thornton. Salutano anche Plumlee e Ennis che ormai giocavano pochissimo, anche se dal lungo, forse, si poteva guadagnare qualcosina in più. Nella trade a tre i Suns danno via anche la prima scelta protetta in top-5 dei Lakers, che finisce a Philadelphia. Un sacrificio importante, è vero....ma Phoenix vuole essere buona adesso (e l'anno prossimo) e la scelta dei Lakers molto probabilmente non sarebbe arrivata quest'anno, dunque McDonough decide di investire sul presente, considerando anche che due prime scelte erano arrivate dall'affare Dragic e un'altra da quella per Thomas. Phoenix sembra essere riuscita a metterci una pezza, senza stravolgere più di tanto di cose. La squadra rimane buona, anche se buona ad Ovest può decisamente non bastare a puntare in alto.
Philadelphia 76ers: B+
Ecco, adesso arriva la parte più difficile. Spiegare le scelte di Sam Hinkie, GM dei Sixers, non sono mai semplici da spiegare, anche perchè, ormai, si è creata una forma di psicosi nei confronti di Philadelphia che arriva a degli eccessi francamente inspiegabili (del tipo: "oh mio Dio, hanno ceduto Brandon Davies, nelle ultime due partite stava giocando bene, che tankatori orribili" oppure "hanno preso una seconda scelta del 2020, tankeranno fino al 2065" ecc ecc). Il GM di Philadelphia, nelle sue pochissime chiacchierate con la stampa, ha sempre reso piuttosto chiaro il suo concetto di base: "se abbiamo qualcosa di buono ma abbiamo la possibilità di arrivare a qualcosa di potenzialmente grande, il buono viene sacrificato senza tanti problemi" (ovviamente le parole non sono proprio queste ma ho cercato di semplificare la logica che muove Hinkie in gran parte delle sue operazioni). Michael Carter-Williams l'anno scorso è stato il rookie dell'anno e già in Estate si erano diffuse parecchie voci su una sua possibile cessione. In realtà, si è dovuto aspettare qualche mese in più, con Hinkie che lo spedisce a Milwaukee in una trade a 3, prendendosi in cambio la prima scelta protetta in top-5 dei Lakers. A Philadelphia hanno stabilito che Carter-Williams difficilmente sarebbe mai diventato più di quello che è adesso, un giocatore in grado di mettere su buone statistiche ma che tirà con il 28% dal campo (e in una squadra che tiene in grande considerazione il tiro da 3 punti non è necessariamente una gran cosa) e che in difesa è spesso un punto a sfavore della squadra, così lo si cede per una prima scelta protetta in top-5 (che probabilmente Philadelphia vedrà nel 2016 e non adesso, come suggerito dallo stesso Hinkie), che potrebbe portare un giocatore più adatto o che potrebbe essere nuovamente utilizzata come pedina di scambio. Philadelphia, poi, prende anche una prima scelta del 2015 da Denver (via OKC) per "accollarsi" il contratto di McGee, che Denver voleva scaricare a tutti i costi. Hinkie utilizza la quantità di cap space a disposizione e per fare un "favore" ad un'altra squadra si fa dare una prima scelta in cambio (protetta in top-18 quest'anno e in top-13 l'anno prossimo). Hinkie spiega che un'operazione del genere era giusta da fare adesso, perchè l'anno prossimo Philadelphia non avrà a disposizione tutto questo spazio per fare delle operazioni simili. L'anno scorso alla deadline si era puntato sull'acquisizione di seconde scelte, stavolta si punta sulle prime scelte e ne arrivano due. Poi arriva la cessione di K.J. McDaniels, mandato a Houston in cambio di Canaan e di una seconda scelta del 2015 (via Denver). Su questa operazione è necessario fare un attimo un passo indietro. McDaniels, scelto con la 32esima chiamata assoluta, aveva firmato un contratto di un solo anno, anzichè la classica struttura da 4 anni con 2 garantiti e 2 no, e sarebbe stato restricted free-agent al termine della stagione. McDaniels era sicuro (e quando dico sicuro, intendo sicuro) di essere scelto a fine primo giro, così da poter finire subito in un contesto da playoffs. Le cose vanno diversamente e viene scelto ad inizio secondo giro da Philadelphia. La sua trade è scritta il giorno in cui firma quel tipo di contratto, McDaniels vuole giocare in un'altra situazione, una da playoffs. Hinkie, dunque, decide di non correre rischi, aspettando la free-agency, e lo manda a Houston (da Daryl Morey, l'uomo che lo ha messo su in questa lega) in cambio di Canaan e una seconda scelta. Nella conferenza post-deadline Hinkie precisa che Canaan lo avrebbe voluto scegliere al draft dell'anno scorso ma Houston arrivò prima e che quella seconda scelta gli serve, visto che lui l'anno scorso al secondo giro ha preso giocatori come McDaniels e Jerami Grant e ci sono possibilità di trovare giocatori simili. I modi di Hinkie potranno non piacere, soprattutto al tifoso "medio" che vorrebbe vedere la sua squdra vincere e competere sempre, ma è indubbia la sua capacità di acquisire asset e seguire una strategia di lavoro precisa, perfettamente coordinata con la proprietà (che gli ha letteralmente permesso di ribaltare la franchigia, comprese le strutture di allenamento con la nuova practice facility di Camden in arrivo nel 2016). Inoltre, le sue mosse alla deadline vengono promosse da molti elementi dei media. Hinkie riceve votazioni positive da Tom Haberstroh di ESPN, Chris Sheridan di SheridanHoops, Ben Golliver di Sports Illustrated, Zach Lowe di Grantland e Adi Joseph di Usa Today, tutta gente che, oggettivamente, penso ci capisca di basket più del sottoscritto. Tanking senza fine? Bè, molti, forse, dovrebbero ricordarsi che Hinkie è a Philadelphia da meno di 2 anni e ha preso in eredità una squadra che aveva fatto una trade disastrosa per Bynum e dove la superstar era Jrue Holiday e il secondo violino era Evan Turner. Forse parlare di eternità è un po' eccessivo. P.S: Qualcuno dica a Jerian Grant che suo fratello Jerami è ancora in squadra. Epico è stato il tweet di Jerian negli ultimi minuti della deadline riguardo il fratello che gioca ai Sixers: "Wait a second, my brother is still on the team?"
Sacramento Kings: B
Arriva Andre Miller da Washington in cambio di Ramon Sessions. Una trade che, chiaramente, deriva dall'arrivo di George Karl in panchina. Il professore in campo e Karl in panchina a dirigere, solitamente è un'accoppiata che funziona. Inoltre da un punto di vista salariale i Kings ci guadagnano, visto che Miller è in scadenza, mentre Sessions aveva un altro anno di contratto. Buona mossa, considerando che Sessions non aveva proprio lasciato il segno sui Kings.
Washington Wizards: B-
Avevano deciso di cedere Miller e prendere una backup PG diversa da mettere dietro a Wall. Lo fanno prendendo Sessions, che però a Sacramento non ha brillato particolarmente. Si spera che il cambio di contesto lo aiuti a fare meglio. Continuo a pensare che Sessions sia uno dei giocatori più sottovalutati nella lega, magari l'arrivo nella capitale lo desterà dal torpore che lo aveva assalito in quel di Sacramento, dove oggettivamente c'era un casino.
Utah Jazz: B+
Prendono una prima scelta e una seconda scelta per la cessione di Kanter, che aveva chiesto di andare via e che era abbastanza chiuso dalla crescita di Gobert. Scelta comprensibile, considerando anche quello che sta mostrando Gobert, soprattutto da un punto di vista difensivo. Nella trade arriva anche Grant Jerrett, che sarà interessante vedere in un contesto dove potrà avere più spazio rispetto ad OKC. Il contratto in scadenza di Perkins doveva essere inserito per motivi salariali ma il giocatore verrà tagliato senza troppi problemi. Da OKC arrivano anche i diritti su Tibor Pleiss, lungo tedesco del Barcelona, che potrebbe arrivare presto in NBA. Pleiss non è più un ragazzino ma sarebbe interessante vederlo nel contesto dei Jazz. Continuo nella mia personale battaglia per spingere Lindsey a portare Ante Tomic in NBA, la classe al potere!!
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