Denver Nuggets, i playoffs sono un’utopia?
Proviamo ad analizzare la stagione dei Nuggets fino a questo momento attraverso un approfondimento che mira a fare luce sulla situazione tecnico-tattica della squadra del Colorado.
I Denver Nuggets (record di 5-7), forse l’oggetto più misterioso di questo inizio di stagione; squadra capace di perdere malamente contro Knicks e Thunder (senza Westbrook, Durant e Jackson) e di vincere contro Cavaliers e Pelicans. Ma cosa sta succedendo in casa Nuggets? Credo che in questo momento nessuno sappia esattamente motivare questo inizio disastroso di una squadra che doveva quantomeno lottare per i PO, né Shaw né Connelly e nemmeno i giocatori. Il problema dei Nuggets è formato, come spesso capita, da una serie di concause che stanno portando la squadra del Colorado sempre più distante dall’obiettivo ottavo posto. Imputare tutta la colpa a Connelly è chiaramente semplicistico e a mio modo di vedere inesatto: ha ereditato una squadra senza flessibilità salariale, con un McGee ritrovato sulle spalle nonostante questo non avesse dimostrato quasi nulla nella sua carriera e con una serie di buoni giocatori ma senza nessuna stella. Anche se i tentativi per ricevere Love tramite trade (anche solo per un anno) e arrivare dunque alla tanto agognata stella non hanno avuto successo, la sua offseason può essere ritenuta soddisfacente: il giorno prima del draft c’erano sostanzialmente 3 obiettivi con una sola pallottola a disposizione, Nurkic, Harris e Afflalo da prendere attraverso la prima scelta al draft; con due mosse geniali Connelly è riuscito in quella che mi sento di definire come la più grande operazione della dirigenza dopo la trade Melo: arrivare a tutti e 3 cedendo “solo” Fournier.
Ora parliamo del presente e del problema in campo della squadra: le vere cause sono probabilmente imputabili alla testa dei giocatori e alla loro condizione fisica. Se si guarda una partita dei Nuggets in questo periodo due cose balzano subito agli occhi: nessun movimento di palla (un passaggio e tiro al massimo) e una completa sfiducia nei confronti dei propri compagni di squadra, sia in attacco che in difesa. I Nuggets sono una delle squadre che si muove meno in campo, nonostante sia la terza squadra col ritmo più elevato e questo è un dato molto significativo: la squadra che dovrebbe usare maggiormente il fattore campo per sfiancare gli avversari non corre? Corre ma lo fa in modo sbagliato. Le transizioni dei Nuggets sono spesso portate avanti da un singolo giocatore con gli altri quattro a rimorchio e il passaggio tra transizione e attacco a difesa schierata è spesso inesistente.
Molte delle azioni dei nuovi Nuggets targati Shaw iniziano con uno schieramento “horns”: i due lunghi si posizionano all’altezza della linea del tiro libero e gli altri due esterni nei due angoli (vedi figura 1). Questo schieramento però porta ad un problema piuttosto elevato per la fluidità offensiva: non avendo lunghi che sappiano giocare in post alto con efficacia, la palla spesso dopo il passaggio iniziale stagna proprio all’altezza della lunetta con 4 uomini che tentano di smarcarsi ma non essendo un buon passatore, il lungo opta per la soluzione più semplice (ma anche la peggiore) portando ad un isolamento di chi riceve la palla. Nelle ultime due partite quindi si è optato per proporre Gallinari da PF garantendo una qualità di passaggio in più. Un grave difetto di questo schieramento rimane nel fatto che Lawson per esprimersi ha bisogno di spazi ma due lunghi posti a centro area lo limitano enormemente.
Un’altra soluzione offensiva che si è vista nelle ultime partite e che ritengo degna di attenzione è il pick and roll tra i due lunghi, simile a quanto visto negli anni passati a Golden State. La differenza qualitativa è evidente ma un Faried che prende il blocco da Mozgov e corre verso l’area relativamente libera è difficilmente limitabile. Mi piacerebbe venisse utilizzata più spesso, magari con McGee da bloccante per togliere ancora più pressione a Faried in palleggio dopo il taglio a canestro di Javale.
L’attacco di Denver non ha proposto ulteriori spunti degni di attenzione, e questo dovrebbe far capire la povertà tattica che regna in questo momento a Denver: non mi sento di accusare Shaw per questo, il momento è delicato e le limitazioni di minuti dei giocatori che rientrano dopo gli infortuni dello scorso anno non consentono un vero allenamento e una preparazione tattica sufficientemente efficace. Hickson, Gallinari, McGee, Robinson sono stati fino a questa settimana sotto restrizione di minuti: non potevano eccedere i 20 minuti a partita e non potevano effettuare tutto l’allenamento.
Quindi ora in che situazione è Denver? In teoria il periodo più buio è passato: Gallinari, McGee e Robinson sembrano aver ritrovato una condizione fisica accettabile per rimanere in campo, le limitazioni di minuti sono sparite, il tiro (specie quello da fuori) dovrebbe essere più affidabile e soprattutto i liberi non sono più un problema ENORME come lo è stato negli anni passati: sia McGee che Faried sono migliorati molto dalla lunetta (per quanto un campione di 10-15 partite possa essere rilevante) migliorando di quasi 20 punti percentuali complessivi in un anno. Le rotazioni dei giocatori poi sono finalmente state stabilite in modo adeguato: gli uomini in rotazione possono essere giudicati non adeguati da molti, ma almeno c’è un po’ di chiarezza. I titolari al momento sono:
- Ty Lawson, inizio di stagione difficile: la squadra va dove la porta Lawson e spesso, troppo spesso è andato fuori giri. Il tiro entra con difficoltà e le sue penetrazioni 1vs5 sono state eccessive nonché in momenti della partita non opportuni. Rimane sempre un ottimo passatore, invece di continuare a tirare dalla media dopo aver battuto il suo uomo dovrebbe provare a scaricare sugli angoli, quasi sempre ben occupati. Voto 4,5
-Aaron Afflalo, migliore della squadra finora: se ne è andato da Denver come 3&D ed è tornato come leader in campo. Non è più un tiratore sugli scarichi, gioca molto di più in post e il tiro dalla media è migliorato in modo incredibile. Nessun appunto per lui. Voto 7,5
-Wilson Chandler, nettamente la sorpresa più positiva della stagione: quest’estate ha perso 10kg per giocare di più (e meglio) dato che questa stagione sarebbe stato la sua vetrina per convincere i Nuggets ad esercitare la team option da 7 milioni nei suoi confronti. Se continua così saranno quasi obbligati ad esercitarla, nonostante la necessità di rimanere sotto il limite della luxury tax, che questa TO farebbe sforare. Parlando del suo gioco infatti troviamo un Chandler finalmente ordinato che aspetta il più della partita in angolo, che attacca quando l’area è libera e non si concede momenti di freestyle in cui spesso disgraziatamente entrava. In difesa la perdita di peso si fa sentire: difende bene sia sulle guardie, sia sulle ali avversarie. Se continua così, con questa costanza e ordine tattico per Gallinari sarà difficile tornare titolare. Voto 7
-Kenneth Faried, dopo una prima partita esplosiva ha obiettivamente deluso. La difesa rimane sotto la media mentre in attacco i miglioramenti che ci si aspettava dopo il rinnovo contrattuale si sono visti solo in parte: in post continua ad avere solo un movimento che, come riportato da un articolo di Zach Lowe su Grantland, sarebbe anche efficace ma quando gli avversari sanno già che spalle a canestro farai SOLO quel movimento...beh, diventa un problema. Il jumper sembrava migliorato in base alle partite in preseason e alla prima contro Detroit ma nelle gare successive è tornato il “vecchio” Manimal con un’inconsistenza al tiro piuttosto preoccupante. Dalla lunetta sembra (perchè ripeto, 12 partite non sono una base statistica sufficiente per sentenziare con certezza) essere migliorato sia come tecnica sia come fluidità di rilascio. Voto 5
-Timofey Mozgov, la vera grande delusione dell’inizio di stagione: nessun apporto difensivo, enorme superficialità nelle sue giocate, un tiro dalla distanza che tenta troppo spesso e in generale una sensazione di assenza dalla partita, salvo rare occasioni. Dopo le dichiarazioni di Shaw nei suoi confronti mi aspettavo un inizio di stagione differenza, cercando di dimostrargli che il posto di titolare gli si addiceva, invece mi pare stia dimostrando l’esatto contrario. Credo che tra poche partite tornerà a partire dalla panchina. Voto 4
-Questi quindi i titolari, andiamo a vedere chi sono i 5 scelti da Shaw per completare la definitiva rotazione a 10 giocatori che bene sta portando ai Nuggets in queste ultime 3 partite:
-Danilo Gallinari, giocatore in forma fisica precaria relegato in panchina da un ottimo Wilson Chandler. Non ha ancora l’esplosività pre infortunio ma nemmeno la spinta dalla parte inferiore del corpo per permettergli di tirare dalla distanza con costanza, aspetto fondamentale per ogni tiratore. Dalla lunetta rimane una sentenza ma da lui ci si aspetta altro: deve essere il secondo playmaker in campo e la quantità (e qualità) di passaggi forniti in queste partite è totalmente insufficiente. Rimandato con riserva. Voto 5
-Javale McGee, giocatore altalenante se ce n’è uno, figuriamoci con la restrizione di minuti e con una forma fisica non ancora eccellente. L’impatto difensivo rimane ottimo e se, come nelle ultime partite, dimostra di avere anche un discreto gioco in attacco, non vedo perchè debba partire ancora dalla panchina. Mi sembra gli manchi molto (come il Manimal) la presenza di Andre Miller ad alzare i lob per l’alley oop però si sta adattando discretamente. Voto 6
-Randy Foye, inizio di stagione anche per lui interlocutorio: difensivamente non dà quanto ci si aspetterebbe da uno come lui e in attacco tira troppo poco sugli scarichi, preferendo il palleggio-arresto e tiro. Personalmente preferirei Gary Harris in rotazione dato che è sembrato avere un impatto nettamente migliore in difesa. Non a fuoco. Voto 4,5
-Nate Robinson, soffre anche lui come Gallinari la mancanza di esplosività e nelle prime partite è sembrato totalmente fuori ritmo e senza buone idee di gioco con grandissima confusione in fase di impostazione (spesso non c’era nemmeno questa). Rimandato pure lui, aspettiamo qualche ulteriore partita. Voto 4,5
Darrel Arthur, l’altra vera sorpresa di stagione: consistente in attacco, capace di aprire il campo giocando sia PF che C, ottimo impatto difensivo sui lunghi avversari e sul pick and roll. Ha mandato fuori dalle rotazioni il prediletto di Shaw (Hickson) con energia e intelligenza tattica. Indispensabile. Voto 7
Questo è quello che è emerso finora e questi sono i voti che mi sento di dare ai 10 giocatori che sono entrati nella rotazione a 10 che si spera rimarrà stabile visti i risultati che questa sta portando. Vi aspetto alla prossima rubrica di approfondimento dei Denver Nuggets per vedere se e come la situazione evolverà; se avete consigli o suggerimenti per i prossimi approfondimenti scriveteli pure nei commenti sottostanti.
Articolo scritto da Alberto Ambrosio
Pagina di 2