NBA Focus: Washington Wizards
La squadra della capitale è una delle forze emergenti della Eastern Conference
Dopo tanto parlare lo scorso anno finalmente sono arrivati i fatti per i Washington Wizards. In seguito ad una regular season da 44 vittorie John Wall e compagni si sono segnalati al grande pubblico sconfiggendo piuttosto nettamente i Chicago Bulls.
Nel secondo turno poi Indiana (grazie anche ad un Roy Hibbert che sembrava stesse uscendo dal tunnel….) si è rivelata squadra più abituata al clima da battaglia dei playoff, ed ha avuto la meglio sui Wizards in 6 partite.
Si sa, le sconfitte nei playoff fanno parte del processo di crescita di ogni squadra, a maggior ragione quando le due stelle del backcourt sono poco più che ventenni ed hanno enormi margini di miglioramento.
Sì, perchè questi risultati sono arrivati giocando un basket tutt’altro che perfetto, sia in attacco (N.16 NBA con 103.3 punti ogni 100 possessi) che in difesa (N.9 con 102.4 punti subiti ogni 100 possessi).
Ovviamente gran parte delle fortune della squadra di coach Wittman sono legate al rendimento di John Wall, che ha legittimato il suo status da max-contract player con una stagione notevole, nella quale ha esordito all’ASG e nei playoff.
Questa è la mappa dei canestri segnati su suo assist:
Prima di tutto ben 247 tiri da 3, unico giocatore NBA sopra i 200 - seguono Dragic (196), Rubio e LBJ (181)-. E 112 le ‘corner 3’, anche qui primo nella lega - secondo LBJ (90), poi Dragic (65) e Paul (63)-. Meriterebbe almeno il 30% del nuovo stipendio di Trevor Ariza….
Wall è anche abilissimo ladro di palloni, spesso tramutati in due punti facili. E’ sopratutto grazie a lui che i Wizards hanno realizzato il 18.1% dei propri punti totali sfruttando le palle perse degli avversari - quarti NBA dietro Nets, Heat e 76ers-.
Anche al tiro da fuori, suo antico punto debole, si sono visti dei progressi, non abbastanza però da giustificare le molte conclusioni tentate dalla lunga distanza nel gioco a metà campo, ben 6.4 a partite e realizzate con un modesto 36.6%. Tra i 50 giocatori NBA che hanno tirato di più dal mid-range, solo Kevin Martin e Josh Smith hanno fatto registrare una percentuale inferiore.
Anche Beal, strepitoso protagonista nei playoff a soli 20 anni, spesso si è accontentato del tiro dai 5 metri, ma, giovane com’è, glielo possiamo perdonare….. (più che altro per non farcelo nemico, dato che è destinato ad essere la migliore shooting guard della lega per molte stagioni)
Il problema della selezione di tiro è stato comune a tutta la squadra,(N.25 NBA in expected points per shot), prima NBA per tentativi (26.8) ma ventesima per percentuale (38.1%) dalla ‘no fly zone’ degli Houston Rockets, con il solo Nene oltre il 40%
Nei possessi chiusi dal ball-handler del pick’n’roll hanno segnato appena 0.7 punti per possesso, ultimi insieme ai Lakers. Il gioco a due è sempre di più usato per fuorviare le difese, e molto spesso serve a generare situazioni di spot-up, o comunque tiri a più alta percentuale di realizzazione.
Stranamente Wall e compagni non hanno puntato tanto sulle cose migliori fatte dall’attacco, ovvero la precisione nel tiro da tre (38%, quarti NBA ma N.19 per numero di triple tentate) ed in transizione (1.21 punti per possesso, secondi NBA). Con un velocista come l’ex Kentucky più si corre e meglio è….
La offseason ha visto partire Ariza ma è stato confermato Marcin Gortat, vero perno della difesa. Con il polacco in campo i Wizards hanno concesso 99.8 punti ogni 100 possessi, a fronte dei 107.5 ogni 100 possessi nei minuti senza di lui. I vari big man dalla panchina non hanno convinto nella propria metà campo, e inoltre Nene continua a saltare la sua quota di partite ogni anno. Troppe le scelte sbagliate nel Draft.
Per porre rimedio sono arrivati DeJuan Blair e Kris Humpries, non due stelle, ma discreti role-player in grado di contribuire sotto i tabelloni.
L’arrivo più importante resta quello di Paul Pierce, che a dispetto dei 37 anni è ancora un signor giocatore. Rispetto al suo predecessore è meno atletico e non ha la stessa versatilità difensiva, ma per carattere, doti realizzative e capacità di chiudere le partite il confronto è nettamente a favore di ‘the truth’.
A Brooklyn, dopo un inizio sottotono, è stato schierato da finta power forward nell’assetto che ha cambiato in positivo la stagione dei Nets. Secondo 82games.com ha reso di più in quel ruolo (da PF +129 di plus/minus, contro il -68 da SF), ma con i Wizards dovrebbe tornare a giocare da small forward, visto che coach Wittman non sembra troppo incline ad assetti con un solo big man (l’unico lineup simile utilizzato oltre i 50 minuti è quello composto da Wall, Beal, Webster, Ariza e Gortat, ed ha chiuso con un net rating di +17...Se fossi in lui,un tentativo lo farei, anche per correre di più)
L’infortunio a Bradley Beal garantirà più spazio a due giovani esterni già protagonisti nell’ultima Summer League di Las Vegas, Glen Rice jr (MVP della manifestazione) e Otto Porter jr.
Nelle 5 gare di preseason fin qui giocate hanno avuto spazio entrambi, e l’ex Georgetown sembra il più in palla. Dopo esser stato scelto al N.3 nel draft 2013 Porter ha avuto una serie di problemi fisici che di fatto gli hanno impedito di trovare il giusto ritmo, e, con la squadra impegnata nella corsa ai playoff, Wittman gli ha concesso poco spazio.
Con gli Hoyas aveva mostrato versatilità in abbondanza, un buon tiro da fuori ed un notevole altruismo, tanto che molti addetti ai lavori lo ritenevano perfetto per completare il terzetto esterni con Wall e Beal.
Se alla fine si rivelasse lui il vero sostituto di Ariza, il futuro dei Wizards diventerebbe ancora più roseo….