NBA Focus: Charlotte Hornets
Dopo aver sorpreso tutti lo scorso anno, la squadra di MJ sembra una delle poche certezza della Eastern Conference
Il gran lavoro di coach Clifford con i Bobcats/Hornets dello scorso anno è stato poco celebrato dai media, anche a causa della pochezza generale della Eastern Conference.
Solo nel 2012/13 la squadra di MJ chiuse come ultima NBA per punti subiti ogni 100 possessi con 108.9, e ultima anche per differenza tra punti segnati e subiti ogni 100 possessi con un più che eloquente -10.6.
Il tutto concedendo tiri facili, alla pari con New Orleans nell'ultima posizione per una statistica chiamata 'expected point per shot allowed', che si basa sul tipo di conclusioni concesse agli avversari, per verificare la capacità di una difesa nell'obbligare l'avversario a tirare da zone con la minor percentuale di realizzazione (qui ci sono i dati dalla stagione 2001).
Con Clifford è cambiato tutto. I punti subiti sono scesi a 101.2 (sesti NBA, un salto di 24 posizioni....), nessuno ha concesso meno punti in contropiede, nessuno ha avuto una TO ratio (palle perse ogni 100 possessi) più bassa, e anche nell'expected point per shot allowed la squadra di MJ è risalita dall'ultimo al sesto posto (dietro Spurs, Pacers, Bulls, Warriors e Blazers).
Una vera e propria rivoluzione, con in pratica gli stessi giocatori più Al Jefferson e Cody Zeller, non esattamente due 'specialisti' della difesa... In 526 minuti il lineup con Walker, Henderson, MKG, McRoberts e Big Al ha segnato ben 10.9 punti ogni 100 possessi in più degli avversari, concedendone appena 96 ogni 100 possessi. Tra i 25 lineup più utilizzati lo scorso anno nella NBA solo gli starters di Warriors e Suns (in meno minuti) hanno fatto registrare un net rating migliore.
Durante la offseason sono arrivati prima Noah Vonleh e P.J. Hairston dal draft, poi, fallito l'assalto ad Hayward, è stato il turno di Lance Stephenson, Brian Roberts e Marvin Williams dal mercato dei Free Agent. Hanno cambiato indirizzo Josh McRoberts (Miami), Anthony Tolliver (Phoenix) , Luke Ridnour (Orlando) e Brendan Haywood (Cleveland). Per quanto siano stati importanti McRoberts (ottimo passatore) e Tolliver, il salto di qualità sembra evidente.
'Born Ready' è il pezzo forte, la sua presenza consentirà a Kemba Walker (unico giocatore NBA con più di 100 tocchi per partita secondo sportVU) di selezionare meglio le conclusioni, e di arrivare fresco ai finali di gara. Entrambi hanno grande personalità, sanno come concludere e creare gioco, come servire Al Jefferson, altro strepitoso protagonista della scorsa stagione.
Nei due ruoli di ala giostreranno Kidd-Gilchrist (se mai dovesse imparare a tirare....) e Marvin Williams (positivo da stretch-four nel momento migliore dei Jazz dello scorso anno), e dalla panchina Clifford potrà attingere a piene mani. Oltre ai nuovi arrivi ci sono anche Gary Neal, Gerald Henderson, lo sfortunato Jeff Taylor e Cody Zeller, più l'ancora acerbo Bismack Biyombo. Tante soluzioni per poter cambiare assetto, un lusso che lo scorso anno non c'era.
Anche i due rookie hanno un notevole potenziale:
Sia PJ Hairston che Noah Vonleh hanno doti atletiche e tecniche per diventare 'contributors' in breve tempo. La guardia ex UNC in passato è stata accostata a J.R. Smith, purtroppo oltre che per le capacità balistiche ricorda il tiratore dei Knicks anche per l'innata predisposizione a ficcarsi nei guai...
Vonleh è più giovane, e sembra anche più saggio. A Indiana stupì tutti fin dalla scorsa estate per l'etica lavorativa e la voglia di migliorare. Nel Draft è scivolato fino alla N.9, e Charlotte ha preso al volo l'occasione. Probabilmente c'erano atleti più pronti a dare da subito una mano, ma nel draft è sempre meglio puntare sul talento...
In una Eastern Conference con ben poche certezze, la squadra di MJ e coach Clifford ha tutte le carte in regola per continuare la sua ascesa.
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