NBA Focus: che succede nella Eastern?
Nella Conference più 'debole' non c'è più una vera favorita?
Uno degli intenti del nuovo accordo collettivo era quello di rendere più 'viva' anche la offseason, di aumentare il viavai di giocatori da una squadra all'altra. Da qui in avanti ogni estate la free agency sarà sempre più attesa, con i contratti più corti le superstar disponibili aumenteranno, e di conseguenza cresceranno anche le varie trade per scaricare salari 'scomodi', con tutto quel che ne consegue... sia per le stesse squadre (i gm più ‘furbi’ avranno sempre più occasioni per fare la differenza) che per gli appassionati.
Quest'anno il 'botto' vero e proprio è ovviamente il trasferimento di Lance... ah, no, di LeBron James, che ha scelto di tornare a Cleveland per provare a regalare alla sua città un titolo NBA.
Dopo the decision 2, gli altri big tra i free agent hanno trovato più o meno subito una destinazione, ormai tra quelli di un certo spessore mancano all'appello solo Greg Monroe e Eric Bledsoe.
Andando a vedere i nuovi roster il quadro che emerge nella Eastern Conference è piuttosto anomalo. Manca una favorita netta.
MIAMI: ovviamente LeBron è il miglior giocatore del pianeta, ogni squadra soffrirebbe in seguito alla sua partenza. Invece di ricostruire (poteva convenire dato che Miami deve a Cleveland una prima scelta 2015 protetta solo se tra le prime 10. Ovviamente la scelta arriva dalla sign and trade che portò the king in Florida...) Riley ha deciso di continuare con Bosh e Wade, pagando un vero sproposito per il primo. Deng, McRoberts, Granger e Napier gli acquisti della offseason, probabilmente cambierà il modo di giocare, specie in difesa. Manca almeno un lungo verticale, che sappia proteggere il ferro.
CHICAGO: tutto è legato a doppio filo al recupero di Derrick Rose (impegnato già con team USA). Senza l'ex MVP i Bulls restano un team difficilissimo da affrontare, ma l'efficacia della loro difesa (in regular season 97.8 punti subiti ogni 100 possessi, seconda NBA) è inversamente proporzionale a quella dell'attacco (99.7 punti segnati ogni 100 possessi, meglio solo di Orlando e Phila). Semplicemente non segnano abbastanza, Noah è un centro che getisce bene la palla, ma non può essere la principale fonte di gioco per una contender. Manca appunto il vecchio Rose, quello che spezzava in due le difese... Per player tracking la scorsa stagione i Bulls hanno segnato appena 9.3 punti per partita con il 39% in penetrazione. Sia i punti che la percentuale sono il peggiore dato NBA....Gli arrivi sono di qualità, Gasol e Mirotic, McDermott ha iniziato bene a Las Vegas, dove anche Tony Snell si è fatto notare. Sarà interessante seguire le scelte di Thibs per la rotazione, specie tra i lunghi. Chi finirà le partite, la coppia di 'portieri' Noah-Gibson? Oppure ci saranno continui cambi tra attacco e difesa? I rumors segnalano ancora interesse per Kevin Love.
INDIANA: anche Larry Bird di recente ha riconosciuto l’importanza di Stephenson per il sistema dei Pacers, e chiunque abbia seguito le loro vicende non può che sottoscrivere…. Probabilmente Bird ed il suo staff cercheranno di aggiungere ancora qualcosa al roster, ma al momento un passo indietro sembra inevitabile. ‘Born Ready’ era la principale opzione quando c’era da inventare qualcosa dal palleggio, non sarà facile sostituirlo. Lavoro aggiuntivo in vista per David West - già la scorsa stagione solo Memphis concludeva più possessi in situazioni di post-up, e l’età avanza…- e Paul George.
Come possiamo vedere dalla tabella - che non racconta della grande difesa sera dopo sera sui migliori esterni avversari- l’ex Fresno State ha iniziato alla grande lo scorso anno, per poi calare con il passare dei mesi. E con lui è calata la squadra. Sarà possibile chiedergli ancora di più?
Poi c’è la panchina: coach Vogel ha utilizzato i suoi starters per 395 minuti nei playoff e 1468 in regular season , nessuna unit NBA ha giocato più minuti insieme. Nel 2012/13 solo lo starting five di OKC ha giocato di più…..
Per cambiare questa situazione sono arrivati C.J. Miles, Rodney Stuckey (possibile x factor, giocherà per un nuovo contratto…) e due big man con buona mano da fuori, il croato Damjan Rudez ed il rookie Shayne Whittington.
A Vogel bisogna riconoscere di aver portato la difesa a livelli STORICI di efficienza, per poter aspirare alla vittoria però dovrà migliorare le cose anche in attacco.
Resta comunque la sensazione di una occasione sprecata, con Stephenson al suo posto i Pacers sarebbero partiti con i favori del pronostico.
Dietro queste tre squadre c’è gran fermento, con la giusta operazione di mercato in tante potrebbero inserirsi nella corsa alla finale. I Cavs potrebbero addirittura aggiungere Kevin Love, ma già così fanno paura, Washington è in grande ascesa, Atlanta ha ancora fiches da spendere, anche Charlotte e Toronto hanno grandi ambizioni, e ancora Brooklyn, New York….
Al top della Conference c’è chiaramente un vuoto di potere, chi riuscirà ad approfittarne?
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