Come Jay-Z sta cambiando l'immagine che circonda Kevin Durant
L'influenza del rapper di Brooklyn e della sua agenzia sportiva sta cambiando completamente le prospettive future della stella degli Oklahoma City Thunder.
Rapper, producer, imprenditore, fashion designer e, adesso, anche agente sportivo. Tutto questo, e molto altro, è Shawn Carter aka Jay-Z, rapper di Brooklyn, diventato uno dei personaggi più influenti a livello internazionale. Non contento di aver fatto la storia dell hip-hop made in USA, da qualche tempo Jay-Z si è lanciato anche nel mondo dello sport, prima diventando proprietario di minoranza (e designer) dei Brooklyn Nets, poi aprendo una sua agenzia sportiva, la Roc Nation Sports.
In breve tempo l'influenza di Jay-Z si è fatta sentire e la sua agenzia è riuscita ad attirare superstar dello sport americano come Robinson Cano (giocatore dei New York Yankees), Skylar Diggins (stella della WNBA) e proprio Kevin Durant. Prima della firma di Durant, Jay-Z e la sua agenzia non avevano mai rappresentato una star NBA, fatto che ha sollevato parecchi dubbi sulle reali capacità del rapper di gestire un'atleta del calibro di Durant.
Lo scorso 8 Agosto Durant ha annunciato la sua rinuncia alla FIBA World Cup, una notizia che ha lasciato sorpresi molto esperti. La stella dei Thunder è sempre stata molto legata alla nazionale americana e ci si aspettava che sarebbe stato la guida della squadra durante la competizione mondiale in Spagna. Ma così non sarà, Durant ha rilasciato un comunicato nel quale cita "stanchezza fisica e mentale" come le principali motivazioni per il suo addio a Team USA. In realtà, però, le motivazioni dietro la scelta di Durant sono tutt'altre che di carattere fisico o psicologico. Certo, è indubbio che il terribile infortunio di Paul George abbia in parte influenzato la scelta di Durant ma se volete trovare il vero deus ex machina della situazione, allora dovete volgere lo sguardo verso Jay-Z.
Da quando il rapper di Brooklyn è diventato l'agente di Durant, andando a prendere il posto della coppia formata da Aaron Goodwin e Rob Pelinka, lo scenario attorno al giocatore è totalmente cambiato. Fino ad allora, infatti, Durant era sempre stato il bravo ragazzo. il giocatore senza grilli per la testa, la superstar dal cuore d'oro. Adesso, invece, le cose stanno iniziando a cambiare. Con questo non si vuole dire che, improvvisamente, Durant sia diventato un bad-boy spietato, imitando gli atteggiamenti del suo manager-rapper, perchè così non è, ma è certo che l'influenza di Jay-Z stia totalmente modificando tutto il mondo che circonda Durant.
Jay-Z, infatti, ha messo in discussione ogni tipo di accordo pubblicitario e di marketing al quale Durant era legato. La prima mossa è stata troncare i rapporti con la Gatorade per passare alla Sparkling Ice. Il rapporto non si è interrotto in modo sereno, Jay-Z ha posto delle condizioni pressochè insostenibili per il rinnovo dei contratti e Durant, nel frattempo, si è messo a litigare con l'altro principale cliente della Gatorade, Dwyane Wade. I due, che erano apparsi anche insieme in uno spot, si sono lanciati diverse frecciatine, con Durant che ha più volte criticato la scelta di Sports Illustrated di inserire la guardia degli Heat tra i 10 migliori giocatori NBA prima del suo amico ed ex compagno di squadra James Harden. Addio alla Gatorade, dunque, ma questa è solo la prima mossa nella strategia di Jay-Z per il suo assistito. Subito dopo, infatti, iniziano le frizioni con l'altro grande sponsor di Durant, la Nike. Il contratto con il colosso americano è in scadenza e allora Jay-Z è chiaro: 'Volete tenervi il mio cliente? Allora dovete farlo diventare il vostro atleta di punta e dovete pagarlo più di Lebron James".
Jay-Z è spietato nella trattativa, Durant è l'MVP, il miglior realizzatore della lega, non ha niente in meno di Lebron James, o la Nike inizia a trattarlo come il giocatore che è, oppure la Under Armour, compagnia in ascesa, è pronta a riempire di soldi la stella dei Thunder, con un contratto da più di 300 mln di dollari complessivi. La Nike è molto infastidita dall'atteggiamento di Jay-Z ed è ancora più sorpresa dall'accondiscendenza di Durant, che non prova neanche per un secondo ad ammorbire i rapporti. Il discorso è chiaro: pagatemi come merito o vado all'Under Armour e tanti saluti. I vertici della Nike sono in subbuglio, nessuno vorrebbe perdere Durant ma allo stesso tempo non c'è l'intenzione di mettere in secondo piano Lebron per far guadagnare spazio al giocatore dei Thunder. Lebron è l'idolo incontrastato del marchio americano e ha già vinto due titoli NBA, cose che incide parecchio anche nella stipula dei contratti pubblicitari. La trattativa non è ancora conclusa ma c'è la fortissima sensazione che Durant lasci la Nike e che, proprio come successo con la Gatorade, lo faccia sbattendo la porta.
Torniamo adesso alla questione Team USA, che si ricollega fortemente alla situazione problematica con la Nike. Durant aveva svolto un buon training camp a Las Vegas e sembrava pronto a prendersi sulle spalle la squadra e condurla alla vittoria alla FIBA World Cup. Una volta finito il camp di Las Vegas, però, Durant cambia totalmente atteggiamento. Per due giorni non parla praticamente con nessuno, lo staff di Team USA è confuso. La stella dei Thunder non parla con i compagni ma parla, e tanto, al telefono. I contatti con Jay-Z sono quotidiani e le conversazioni sono molto lunghe. Nel giro di 48 ore Durant prende la sua decisione e la comunica allo staff di Team USA: "Vado via, sono stanco e non ho intenzione di partecipare al Mondiale".
Fulmine a ciel sereno, per Team USA, che ha appena subito il terribile infortunio di Paul George, è un colpo durissimo da digerire. Coach K è furioso con Durant e, secondo molte indiscrezioni, non le ha mandate a dire al ragazzo: "Perchè solo adesso? Perchè te ne stai andando ora? Se volevi andare via, perchè non lo hai fatto quando eravamo a Las Vegas? Avevamo la possibilità di chiamare qualcun'altro, che cosa stai facendo? Che cosa ti sta succedendo?"
Le reali motivazioni dell'addio di Durant a Team USA? Preparazione fisica in vista della prossima stagione NBA e dare un sonoro schiaffo in faccia alla Nike e a tutta l'organizzazione di Team USA. Ecco il succo della faccenda. Jay-Z, fin dal primo momento, non voleva assolutamente che il suo assistito prendesse parte alla FIBA World Cup. Perche? La FIBA World Cup è considerata una competizione di livello inferiore, per la maggior parte dei giocatori il vero Mondiale sono le Olimpiadi e non il "surrogato" creato dalla FIBA. Jay-Z, anche questa volta, è spietato. Per quale motivo Lebron James, Chris Paul e altre superstar possono tranquillamente tenersi fuori e il suo assistito, invece, deve essere "quello che si sacrifica per una competizione di basso livello"? Perchè Durant deve essere costantemente circondato da questa aria "da buon samaritano" che lo deve spingere a fare anche cose contro i suoi migliori interessi? Il rapper-manager non trova delle motivazioni adeguate e allora tira fuori il suo assistito da Team USA, anche questa volta sbattendo la porta. Jay-Z fa infuriare Coach K e fa infuriare anche Jerry Colangelo ma non gliene importa nulla, KD è una star e deve vincere il titolo l'anno prossimo, dunque non comprometterà le sue possibilità per partecipare ad una "misera" FIBA World Cup, che il leader sia qualcun'altro, lui si è già sacrificato abbastanza.
Jay-Z sta facendo terra bruciata attorno a Durant, l'immagine da eterno bravo ragazzo deve sparire e l'unica cosa che deve contare è vincere e fare più soldi possibili. Il messaggio, ancora una volta, è chiarissimo: "Basta con il buonismo, sei una star, comportati come tale". L'ultimo spot della Nike incentrato su Durant vi dice niente, quel "Be the Baddest" secondo voi chi lo ha creato, chi ha spinto per far passare quel tipo di messaggio? La risposta è piuttosto scontata.
La cosa incredibile è che quello spot potrebbe anche essere l'ultimo di Durant con la Nike. Come detto in precedenza, infatti, la decisione di lasciare Team USA è stata motivata anche dalle frizioni con la Nike, che è il principale partner commerciale non solo della nazionale americana, ma anche della FIBA. Jay-Z, infatti, non aveva alcuna intenzione di lasciare andare in Spagna Durant e metterlo a stretto contatto con i principali dirigenti della Nike durante la FIBA World Cup. Mandare il suo assistito in terra spagnola facendo finta che il rapporto con la Nike fosse integro non avrebbe avuto senso.
Una decisone forte, che ha scioccato non solo Team USA ma anche molti amici e conoscenti di Durant, che non avrebbero mai immaginato che il loro amico si sarebbe tirato indietro dall'impegno con la Nazionale.
Un altro segnale del cambiamento di Durant, quanto meno a livello di facciata? Le parole sulla free-agency del 2016. Durant, infatti, ha più volte ammesso che la prospettiva di un ritorno a Washington, casa sua, nel 2016 non lo lascia certo freddo, anzi. Gli Wizards, però, sono solo una delle possibilità. Jay-Z, infatti, sta lavorando sotto traccia per portare Durant in un "big market" come Brooklyn nel 2016. Umh...Brooklyn-Jay-Z? Deve esserci qualche connessione. Anche qui il cambiamento è piuttosto evidente, fino a qualche anno fa Durant non si sarebbe mai spinto a parlare di una cosa come la free-agency nel 2016, avrebbe detto che era molto felice ai Thunder e che non pensava a certi discorsi (non che abbia mai amesso di non essere felice ai Thunder, si intende). Qualche anno fa Durant non avrebbe mai lanciato frecciatine a Wade e non avrebbe mai lasciato Team USA a meno di un mese dal Mondiale.
Le lacrime per la madre rimangono, quel rapporto è indissolubile, ma tutto il resto attorno a Durant sta cambiando e lo sta facendo piuttosto in fretta. A che cosa porteranno questi cambiamenti ce lo dirà solo il tempo, una cosa, però, è certa: il merito (o la colpa, fate voi) di tutti questi cambiamenti è di Shawn Carter aka Jay-Z, l'agente-rapper. Il suo messaggio per Durant è molto chiaro: "Basta stare nell'ombra, è giunto il momento di prendersi la ribalta. I buoni sentimenti lasciali solo per tua madre, per il resto sii spietato!"
KD è in copertina e ci vuole rimanere il più a lungo possibile.
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— Kevin Durant (@KDTrey5) 15 Luglio 2014
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