Sportando NBA Award: Difensore dell'Anno
I tre esperti di Sportando offrono le loro impressioni su chi merita il titolo di DPOY in NBA
I premi di Sportando alla vigilia dlel'ultima giornata di regular season passano ora al Defensive Player Of The Year. Tre valutazioni anche in questo caso.
DIFENSORE DELL'ANNO secondo ORAZIO CAUCHI: (JOAKIM NOAH) Stagione commovente quella di Noah in casa Bulls, il lungo francese meriterebbe il premio di MVP “romantico” della stagione per la sua incredibile capacità di sbattersi in qualunque modo per la sua squadra. Ma, visto che fin quando ci saranno in circolazione alieni come Lebron James e Kevin Durant il premio di MVP rimane un miraggio, Noah può “accontentarsi” del titolo di miglior difensore della Lega.
Roy Hibbert resta, probabilmente, il miglior protettore del ferro di tutta la NBA ma se ne facciamo una questione di difesa a 360 gradi, Noah vince per distacco. Il centro dei Bulls è un ossesso, sempre in movimento, in grado di cambiare su tutte le situazioni di pick and roll, capace di toccare ogni pallone a rimbalzo e trasformarlo in una sua proprietà esclusiva. E' incredibile la sua capacità di trasmettere l'energia difensiva a tutta la squadra, che senza di lui non sarebbe neanche lontanamente la stessa cosa. Il suo impatto sui Bulls è diventato talmente evidente, soprattutto in contumacia Rose, da sembrare quasi imbarazzante. Joakim Noah è i Chicago Bulls, chiaro e semplice. Il lungo francese è la perfetta identificazione del giocatore-lottatore, di quello che non vuole perdere neanche quando gioca a tennis con il padre. Magari non sarà simpatico a tutti, ma dannazione se sposta. 11.2 rimbalzi di media a partita, conditi da 1.5 stoppate e 1.2 palle rubate, questi sono i suoi numeri. In questa stagione Noah ha piazzato 46 doppie-doppie, un numero impressionante. C'è poco da fare, il francese è diventato un giocatore totale, uno dei lunghi più efficaci di tutta la NBA. Lo facciamo contento consegnandoli il premio di difensore dell'anno, visto che quando gli hanno detto che a Chicago sta ancora nevicando il ragazzo ha pensato di non tornare più.
DIFENSORE DELL'ANNO secondo DARIO SKERLETIC: (ANDRE IGUODALA) Il premio di difensore dell’anno è da sempre uno dei più controversi da assegnare, per una serie di motivi. Prima di tutto la difesa, almeno quella con la D maiuscola, è frutto di un sistema nel quale contano (chi più chi meno) tutti e 5 i giocatori. Per un grande attaccante è possibile mettersi in mostra anche in contesti tattici semplici, per un difensore è decisamente più complicato se non c’è collaborazione con gli altri. Alla fine la NBA tende a premiare il big man, l’intimidatore o quello che occupa meglio gli spazi, penalizzando spesso gli esterni. Anche quest’anno ci sono diversi big man più che meritevoli come Roy Hibbert e Joakim Noah, due che fanno la differenza nei rispettivi e collaudatissimi sistemi difensivi. Scegliendo uno dei due non si sbaglia di certo.
Per dare una idea in generale sui migliori lunghi che proteggono il ferro è utile dare uno sguardo a questa tabella da PlayerTracking, che fornisce i dati di quei giocatori contro cui gli avversari hanno tentato almeno 5 tiri ‘al ferro’ per partita:
Guai però a sottovalutare l’impatto avuto da Andre Iguodala ai Golden State Warriors.
Nel 2012/2013 la squadra di Mark Jackson terminò al tredicesimo posto per punti subiti ogni 100 possessi con 102.6, quest’anno invece è una delle tre che scendono sotto il punto subito per possesso (senza considerare il calendario decisamente più difficile rispetto a Indiana e Chicago). Il valore di Iguodala è ben noto da tempo, con le partecipazioni (e relative vittorie) al Team USA che ne hanno esaltato ancor di più le qualità di uomo-squadra e difensore strepitoso su ogni tipo di esterno (ed anche tante power forward…). Raramente un giocatore con quel tipo di atletismo ed esplosività ha anche il mindset perfetto per aiutare la squadra nelle più svariate situazioni, senza guardare alla gloria personale.
Guardando le sue medie per la stagione - 9.3 punti, 4.7 rimbalzi, 4.2 assist e 1.5 recuperi, il 55% da due, il 35% da tre ed il 65% ai liberi- il suo arrivo ai Warriors potrebbe essere considerato un flop. Se si scava un po di più però si scoprono tante cose che spiegano meglio il suo impatto.
Con lui in campo i Warriors concedono appena 96.8 punti ogni 100 possessi (esattamente il numero con cui i Pacers guidano la NBA) , senza di lui salgono a 103.1, un valore che li riporterebbe al tredicesimo posto del 2012/13.
Ah, l’ex 76ers e Nuggets è anche il miglior giocatore NBA per plus/minus medio con +9 a partita.
Per il real Plus/minus (statistica che cerca di misurare il ‘vero’ plus/minus di un giocatore sui due lati del campo a prescindere dai compagni con cui gioca) introdotto da Espn Iguodala segue solo LeBron James e Chris Paul, mentre contando solo il defensive real plus-minus è al sesto posto dietro 5 big man.
Nei playoff i suoi Warriors saranno una delle squadre più pericolose da affrontare, con un Curry in formissima (nelle ultime 14 partite viaggia a 27.6 punti, 8.1 assist e 1.7 recuperi con il 52% dal campo, il 48% da tre su 8.1 tentativi, ed il 95% ai liberi) e finalmente una gran difesa su cui fare affidamento.
DIFENSORE DELL'ANNO secondo ENEA TRAPANI: (PATRICK BEVERLEY) se guardiamo la difesa e l'applicazione in base alla stazza Patrick Beverley vince per distacco su tutti. L'enigmatico playmaker dei Rockets, giunto da quel di Russia, si è conquistato un posto nello starting five di McHale grazie all'asfissiante difesa con cui irretisce i portatori di palla avversari. Beverley è un vero mastino, ti prende alla giugulare e non ti molla fino a quando non alzi bandiera bianca. La bassissima efficienza al tiro di chi lo fronteggia rende molto bene questo concetto. A turno Holiday, Curry e specialmente Westbrook hanno sentito la sua presenza fisica nelle partite in cui se lo sono trovato contro.
Oltre ad essere un difensore eccelso rimane un caratterino piuttosto bellicoso. Spesso si trova invischiato in accenni di rissa, spintarelle, guazzabugli nel mezzo del campo su palle contese che riesce a sporcare. Su di lui e sulla sua difesa si è espresso persino Greg Popovich, respingendo anche le accuse sul fatto che sia stato considerato un giocatore scorretto, bollandolo come “giocatore che fa cose mai viste sugli avversari”. Se lo dice persino lui ci sarà un motivo. Nel frattempo risulta l'ennesima pescata di livello del GM Daryl Morey, uno che ultimamente è salito alla ribalta per la propria ispirazione nello scegliere e motivare i giocatori.
Pagina di 2