Quintetto ideale Serie A: giornata 9
Ecco il primo quintetto e il sesto uomo, con annesso MVP, della nona giornata del campionato di Serie A
Ecco l'atteso quintetto della settimana Sportando, che è sempre fonte di costruittive discussioni:
Quintetto:
Brad Wanamaker, PM, GiorgioTesi Group Pistoia: si può giocare da playmaker pur non avendone l’indole ed essere comunque utile alla squadra? Secondo il Moretti dettame assolutamente sì; forse è questo il motivo che lo ha spinto a scegliere Brad Wanamaker, alla terza esperienza in Italia come play per il suo roster. Ora di playmaking ha poco o nulla, ma ci sono gare in cui riesce a rendersi molto più che utile, se non addirittura decisivo. Gare ad esempio come quelle in cui riesce a utilizzare la differenza fisica con il proprio marcatore a suo piacimento, ed a pagare questa volta è KeeKee Clark. Wanamaker gioca una gara di quantità intramezzata da momenti di qualità, andando a mettere nel forziere pistoiese 17 punti, 4 rimbalzi, 6 assist, 3 recuperi e 6 falli subiti per un 28 di valutazione che ne fanno il migliore della gara insieme al suo compagno Johnson (in crescita esponenziale). Sfrutta la difesa abbastanza blanda di Clark per ritagliarsi lo spazio ideale per costruire la manovra e manda diverse volte i compagni al ferro (9 schiacciate complessive). Il +24 di plus-minus lo colloca di diritto nel quintetto della settimana Sportando.
Daniel Hackett, G, Montepaschi Siena: per tre quarti nicchia in maniera abbastanza sensibile, prova a combinare qualcosa ma senza troppa convinzione, trascinato un po’ come il resto della squadra nella confusione, soffrendo anche più del previsto una corretta difesa; poi nel quarto periodo indossa il giubbotto antiproiettile, esce dalla trincea e si mette a fare terra bruciata nell’area avversaria. Inizia aprendosi la quattro-corsie fino al ferro, poi va a far sentire il fisico a Cavaliero in post e a quel punto estrae il cannone a ripetizione e affonda la barca di casa con tre siluri dall’arco del 6,75. Chiude con 26 punti (16 nel quarto periodo), 8 rimbalzi, 4 assist e 7 falli subiti per 36 di valutazione complessiva. Ad Avellino se lo ricorderanno a lungo questo quarto periodo. One man show. Rimarrà fino a fine stagione? (MVP)
Mardy Collins, AP, Sutor Montegranaro: Montegranaro perderà anche la gara, ma se non fosse stato per Mardy Collins e il suo talento offensivo tutto si sarebbe concluso in una carneficina senza troppi complimenti. La sua prestazione, unita a quella di Jamie Skeen (che però dura solo 15 minuti) permettono alla Sutor di dare grossi patemi all’Olimpia Milano nel primo tempo della gara, provocando la stizza di Banchi, che se la prende a ripetizione con la sua difesa disattenta. Va all’intervallo con 18 punti a referto senza aver in pratica sbagliato nulla, poi scompare anch’egli nel momento in cui la difesa di Milano prende le misure giuste. Chiude con 23 punti, 4 rimbalzi e 4 assist. Giocatore che meriterebbe di avere qualche compagno in più di livello con cui dialogare, per non finire a predicare nel deserto in giornate nelle quali ci si affida troppo a lui sfruttando la sua vena offensiva. Grande prova, inutile, ma sempre di spessore.
Caleb Green, AG, Banco di Sardegna Sassari: Reggio Emilia accarezza la vittoria, ma non fa i conti con il quarto periodo di Caleb Green. Vi sono giornate in cui è caldissimo e rende in maniera clamorosa in zona d’attacco, più o meno quello che accade nella gara contro la Grissin Bon. Green chiude con 25 punti, 5 triple, 6 rimbalzi e 31 di valutazione. Impressiona in una gara estremamente equilibrata, che Sassari ha inusualmente inseguito per molti minuti il suo +21 di plus minus, di gran lunga il migliore della partita. La sua prestazione nella norma trova il picco decisivo nel quarto periodo, quando segna 10 dei suoi punti e riesce finalmente ad eludere l’attenta marcatura nel verniciato preparata da Menetti. Due cose lo aiutano in questo exploit: 1)la presenza di Mandrake che apre gli spazi con i suoi giochi pick n’roll 2) l’uscita anticipata per falli di Ojars Silins, che spesso durante la gara è rimasto sulle sue piste. Rimane il fatto che Sassari ancora una volta si conferma semi-insuperabile sul proprio campo e, nemmeno in una gara dove onestamente non avrebbe meritato più di Reggio Emilia di vincere, esce ancora una volta con i due punti.
Othello Hunter, C, Montepaschi Siena: la scorsa settimana avevamo elogiato la sua crescita nell’arco della stagione, questa volta invece ne elogiamo la grossa prestazione. Aiutato anche dal fatto che Vitucci mette Will Thomas a guardare le penetrazioni di Hackett, si ritrova spesso uno contro uno con Ivanov nel pitturato e il suo peso lo fa sentire: doppia doppia all’intervallo, con una marea di rimbalzi offensivi tirati giù di forza. Chiude con 16 punti, 16 rimbalzi e 24 di valutazione. In difesa non convince totalmente, perché troppo spesso i lunghi di Avellino lo battono in entrata o sono meglio posizionati, ma rimane il fatto che nel momento peggiore di Siena lui è l’unico che si batte come un leone e tiene a galla la nave. Il giudizio della sua prestazione è molto influenzato dal risultato finale, perché se la Mens Sana avesse perso si sarebbe posto l’accento molto di più le sue carenze dall’altra parte del campo, che sui suoi numeri finali.
SESTO UOMO:
Matt Walsh, AP, Virtus Bologna: scegliere uno tra Walsh e Baron in questa settimana è veramente un’impresa ardua, ma optiamo per l’ala della Virtus Bologna dando maggior peso alla difficoltà del match affrontato. Walsh trascina la squadra di Bechi alla pesantissima vittoria casalinga sull’Enel Brindisi, mostrandosi una volta di più l’uomo con maggior fegato nel roster quando la palla scotta. I compagni lo cercano e a lui avere responsabilità è fonte di ancora maggiore esaltazione. Chiude con 26 punti, 9 rimbalzi e 31 di valutazione. E’ lui a scavare il parziale decisivo nei 3 minuti finali: prima segna una bomba dall’angolo, poi un pregevole canestro in entrata e batte la sentenza del match dalla lunetta. Sempre più sesto uomo dell’anno; giocatore imprescindibile in questa Virtus Bologna.