Quintetto ideale Serie A: giornata 6
Ecco il primo quintetto e il sesto uomo, con annesso MVP, della sesta giornata del campionato di Serie A
Eccoci con il consueto appuntamento per il quintetto e sesto uomo della giornata di campionato. Ci saranno molte scelte non condivise, ma sempre ben argomentate:
Quintetto:
Luca Vitali, PM, Reyer Venezia: se ad addolcire la prima di Zare Markovski sulla panchia di Venezia ci pensa Andre Smith, non può non essere preso in considerazione anche Luca Vitali. La gara dell’ex MIP di Sportando è davvero scintillante e si tinge di 19 punti con 7 falli subiti e una perfezione davvero assolututa al tiro libero, chiuso con 12/12. Non riuscendo a mettere in ritmo un Donell Taylor sempre più ombra di quello visto a Reggio Emilia, opta per la scelta di andare a prendersi i punti con chirurgia, mostrando le migliori doti del playmaker: avere sempre due o tre opzioni con la palla in mano. Se Andre Smith si diverte a fare a fette i quintetti atipici proposti da coach Banchi, lui si diverte ad andare a tastare gli esperimenti dei dirimpettai, tirando in faccia se necessario o chiudendo con una penetrazione intelligente qualora la situazione lo richieda. Peccato non abbia sempre compagni pronti a sfruttare il suo gioco, perché se avesse 3 tiratori da servire sarebbe ancora più pericoloso, ma non c’è dote migliore per un play che sapersi mettere in ritmo quando i compagni ad esso non arrivano.
Michael Jenkins, G, Pallacanestro Cantù: è davvero complicato scegliere una guardia in questo weekend. Scegliamo la prestazione di Michael Jenkins per assegnare il posto in quintetto. Sicuramente esagera a tirare nel primo tempo, ma a differenza del dirimpettaio Jarrius Jackson non scompare nel momento di difficoltà della squadra e con una serie di grosse giocate nel terzo periodo in coppia con Uter produce il parziale pesante che va molto vicino a far conquistare a Cantù una vittoria clamorosa, perché a memoria poche squadre nel campionato italiano possono raccontare di aver vinto una gara dopo averne presi 64 in 20 minuti. Nella sparatoria con fucili di precisione della Vanoli non va fuori giri, anzi si dimostra uno dei più lucidi nel momento topico. Chiude con 26 punti e 6 rimbalzi per 25 di valutazione a causa dei troppi errori al tiro (5/13 da tre punti). Nonostante questa ricerca assidua della conclusione dall’arco optiamo per premiare lui questa settimana.
Jason Rich, AP, Vanoli Cremona: Il leader della Vanoli Cremona ogni volta che la squadra vince entra nel quintetto di Sportando. C’è evidentemente un motivo piuttosto valido. La prestazione non è niente di trascendentale, ma è preziosa e utile in quanto lui è il giocatore più costante in tutto l’arco del match (qualità non da sottovalutare in una partita folle come quella del PalaRadi). Quando Woodside non sa a chi scaricare la palla sa sempre che in Rich trova una risorsa e il giocatore americano fa pagare dazio agli avversari con 19 punti e 4 assist. L’intelligenza del giocatore si nota in queste cose: non si fa contagiare dal bombardamento pesante del primo quarto, anzi cerca sempre una via di gioco differente, penetrando gli spazi o uscendo dai blocchi per fornire una diversa dimensione offensiva. È un giocatore assolutamente perfetto nel contesto della Vanoli, perché ha doti da capitano ad un certo livello e sa leggere le situazioni molto meglio di tanti suoi compagni. Oltretutto resta una peculiarità non sempre nota: è l’unico esterno della Vanoli che sa mettersi in ritmo da solo, perché Jackson, Tripkovic e lo stesso Woodside sono più tiratori sugli scarichi. L’altro giocatore con questa qualità è Chase, ma un’infortunio lo tiene fuori e a coach Gresta sicuramente qualche maledizione per questo è scappata.
Kaloyan Ivanov, AG, Sidigas Avellino: inizia facendo dei disastri disarmanti, perde palloni banalissimi (7 alla fine) e Vitucci tarantolato lo spedisce in fondo alla panca a meditare. La meditazione sicuramente lo trasforma, perché quando rientra in campo (nonostante qualche fesseria sparsa) diventa un rebus per la difesa della Pasta Reggia Caserta; inizia ad adoperarsi in ciò che meglio gli riesce: abbrancare ogni cosa capiti nel verniciato. Nonostante in difesa qualcosa paghi sia su Moore che su Michelori, passa il resto della gara a tagliare fuori dai palloni vaganti Brooks e Moore stesso, concedendogli la miseria di 8 rimbalzi in coppia (solo Mordente ne prende 7, questo dovrebbe facilitare la comprensione del concetto). Si procura raffiche di seconde chance, duetta come sempre bene con il compagno Thomas e chiude con 15 punti (7/7 da due), 15 rimbalzi e 27 di valutazione. Decisiva anche la giocata finale quando ruba palla e va ad appoggiare al vetro per il vantaggio decisivo della Sidigas, che torna a casa con il derby vinto e la sicurezza di essere migliorata in molti aspetti, pur avendo ancora tantissimo da lavorare. Quando è in giornata Kaloyan Ivanov non ha veramente da invidiare nessuna ala o centro di questo campionato.
Trevor Mbakwe, C, Acea Roma: Per tre quarti di gara non sembra nemmeno lo stesso giocatore che ha giocato nel precedenti partite, poi come neve al sole si scioglie pure lui nel liquefarsi di tutta la squadra. Lo score finale è il migliore di giornata con 23 punti, 11 rimbalzi e 10 falli subiti, buona mano dalla lunetta e una presenza costante nel pitturato che mostra i buoni margini di crescita del giocatore. Il problema è molto semplice, perché al di là del 37 di valutazione non ti da il 100% di affidabilità quando attacca a canestro, infatti quando Bologna risorge nel quarto periodo si dimentica dei primi 3 giocati e si perde anche lui nel panico generale, concedendo in difesa e sbagliando layup semplici in attacco, che alla prova dei fatti risultano decisivi. In difesa fa un onesto lavoro su Jerome Jordan e Shawn King, pur scodandosi qualche tagliafuori. Possiamo giustificare il suo crollo nel quarto periodo sia con il fatto che essendo giovane può avere alti e bassi nel corso del match, sia perché non ha un cambio all’altezza in quanto Callistus Eziukwu perde giornata dopo giornata la considerazione di Luca Dalmonte. Nonostante la valutazione di gran lunga più alta della giornata non possiamo considerarlo MVP per la dinamica della partita che vede la Virtus Roma perdere nel momento di controllo totale.
SESTO UOMO:
Matt Walsh, AP, Granarolo Bologna: l’MVP della settimana lo assegnamo a Matt Walsh. Il giocatore americano, sempre più sesto uomo dell’anno ancora una volta fa molto più del suo dovere e regala con la sua intensità un pezzo della rimonta alla squadra di Bechi. È l’ultimo a rifiutare le responsabilità quando va male e il primo a estrarre gli attributi nel momento di maggior difficoltà. È in perenne fiducia, non dubita mai del suo tiro e mostra un’autoconsiderazione cestistica davvero invidiabile. Ancora una volta aiuta Bechi a sbrogliare la matassa uscendo dalla panchina, chiudendo con 19 punti, 6 rimbalzi, 2 assist, 8 falli subiti e 27 di valutazione. Il suo lavoro sporco sia in attacco che in difesa fa salire di un giro tutti i compagni di squadra, come se gasasse il resto del team quando inizia a scatenare le sue sfuriate offensive (sfuriate solo nel termine perché pochissime volte si tratta di forzature, ma il più dei tentativi sono insospettabilmente ragionati). Viene da chiedersi cosa sarebbe ora la Virtus se non avesse ripensato al suo iniziale NO per la squadra di Bologna. (MVP)