Sportando Awards: Il coach dell'anno è Stefano Sacripanti
Il podio dei tre migliori allenatori della stagione
1) STEFANO SACRIPANTI, Juvecaserta
La grande peculiarità di Stefano Sacripanti detto Pino è l’essere uno verace. Ciò che trasmette ai propri giocatori gli permette di cavare da loro fino all’ultima goccia di sangue prima di alzare bandiera bianca. Allena in una situazione a dir poco complessa: il playmaker che gli prendono ha problemi fisici, la guardia sembra in crisi d’identità e si ritrova a metà anno con un roster ridotto all’osso e quasi costretto a lanciare giovani italiani. No Problem! Lancia Stefano Gentile con compiti mai avuti prima, compreso creare gioco, e gli riesce, punta su Marzaioli e riesce a scoprire giocatori come Jelovac e Jonusas. Ridà un senso alla carriera cestistica errante di Jeleel Akindele e quello lo abbandona al momento di lottare per una clamorosa post-season, ma il conto dei miracoli da lui fatti quest’anno (e tanti altri anni) gli valgono il titolo di coach dell’anno! Meriterebbe una grande squadra.
2) Massimiliano Menetti, Trenkwalder Reggio Emilia
La mente difensiva per eccellenza. Insegna a non mollare mai e se serve una spiegazione racconta la sua storia personale: divenuto capo-allenatore nell’anno disgraziato della retrocessione, non si abbatte, ma decide in seno con la dirigenza di ricostruire da capo ed il prodotto finito è sotto gli occhi di tutti. Il sistema difensivo che riesce a creare è il migliore d’italia ed è perfetto in ogni punto di vista. La Trenkwalder va oltre le aspettative e porta a casa lo scalpo di un sacco di grandi squadre (e quando perde comunque la pelle la vende carissima). I giocatori lo seguono e lottano come unni alla conquista dell’impero cinese. Ai playoff ci sono arrivati e adesso sono pronti a recitare un ruolo da protagonisti. Coach Max potresti fare l’assistente di Thibodeau a Chicago, sono sicuro che vi trovereste benissimo.
3) Francesco Vitucci, Cimberio Varese
Dopo anni a tirare la barca a remi ad Avellino tra un problema e l’altro Francesco Vitucci ha avuto la sua grande occasione e si è finalmente imposto con tutte le qualità che molti (troppi) hanno sottovalutato. Ha l’innata abilità di saper adattare il gioco al roster che trova ed in generale ha sempre dato un ottimo gioco alle sue squadre, responsabilizzando giocatori che altrove non erano stati sempre dei leader (Marques Green su tutti). Il suo gioco tutto velocità e rapida circolazione della sfera a spicchi è piaciuto molto anche a Varese e si è dimostrato redditizzio. È la sua grande occasione di consacrarsi al top egli allenatori italiani, peccato solo per quei 5 minuti di follia in finale di coppa italia, dove con un minimo di concentrazione in più avrebbe vinto a mani basse.
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