Vlado Micov: Milano ha un grande progetto
Il Professor Vlado Micov è alla seconda stagione a Milano dopo un primo anno da grande protagonista
Il Professor Vlado Micov è alla seconda stagione a Milano dopo un primo anno da grande protagonista. Arrivato per portare alla squadra il suo enorme bagaglio di esperienza e leadership, ha finito per produrre probabilmente, incurante dell’età, una delle migliori stagioni della sua carriera. Nella nuova Olimpia il suo ruolo sarà probabilmente ancora superiore, se non per minutaggio e responsabilità, per presenza mentale. “Non posso certo cambiare quello che sono, diventando vecchio. Ho sempre pensato che il basket sia uno sport di squadra. Sentirmi utile in campo per la squadra, è l’obiettivo. Mi piace ancora giocare ovviamente, il mio ruolo è cercare di coinvolgere tutti, farli sentire a loro agio, e mi aiuta poter giocare in due o tre diversi ruoli. La squadra è un pochino cambiata, non tanto, il Coach si aspetta che aiuti i nuovi, così parlo in campo, parlo fuori. Cerco di fare il meglio che posso per cercare di vincere le partite e vincere i titoli”.
Micov ha 33 anni ma appunto è stato decisivo nella scalata al titolo italiano e il suo rendimento è cresciuto con il passare del tempo. Ha un modo di giocare chirurgico. Non è veloce ma la sua mente lo è, anticipa le situazioni, vede tutto, vede il gioco due passaggi avanti e il suo tiro è letale. “Trentatre sì – sorride – sono il giocatore più vecchio della squadra. Christian Burns ha la mia età ma è qualche mese più giovane. Ma sì, posso giocare ancora, il mio fisico sta bene, sto alla grande, non so quanti anni ancora potrò giocare ma di sicuro posso farne ancora qualcuno ad un livello veramente buono. Quest’anno siamo partiti davvero bene, abbiamo vinto un po’ di partite, un paio di tornei, e c’è ancora tempo per prepararsi ed essere pronti per la stagione”. E sulla stagione Vlado è ottimista per quel poco che ha potuto vedere. “Siamo molto meglio della stagione scorsa. Se devo fare un confronto, abbiamo più qualità, giocatori migliori nel senso che i nuovi hanno maggiore esperienza di EuroLeague e anche la qualità degli allenamenti è più elevata. Come ho detto stiamo andando bene, ma dobbiamo comunque trovare la chimica giusta perché comunque abbiamo cambiato qualcosa. Però per ora sono felice e positivo. L’obiettivo è vincere in Italia – lo scorso anno in Coppa non ci siamo riusciti – ma soprattutto fare un deciso passo in avanti in EuroLeague e entrare nelle prime otto perché con questi mezzi e questo roster abbiamo davvero la possibilità di farcela. Con questa formula, le 30 partite garantite, non dobbiamo farci condizionare da una sconfitta inaspettata, se qualcosa di negativo accade, come l’anno scorso con quel calendario iniziale proibitivo nelle prime cinque partite, devi comunque essere pronto per tutto”.
Micov è un leader con l’esempio, poche parole ma dette bene, è un leader carismatico che non mostra emozioni. Tutti hanno notato la sua reazione, quando Andrew Goudelock con la stoppata della vittoria in gara 5 ha cambiato la storia della finale scudetto. Micov era lì, a mezzo metro da lui. Un sospiro di sollievo e null’altro. “Tutti mi conoscono per quello che sono, un giocatore che non ha reazioni, non mostra emozioni. Fuori del campo sono diverso, ma in campo è così. Anche al Galatasaray mi chiamavano The Iceman, l’uomo di ghiaccio. Quando abbiamo vinto l’Eurocup e sono andato a fare un’intervista con la tv turca prima di farmi le congratulazioni mi hanno chiesto di sorridere! E allora l’ho fatto. Ma questo è quello che sono, che piaccia, sia accettato o meno. Ricordo che la gente, anche gli spettatori vicini al campo, cominciarono a correre e abbracciare Andrew. Io ero lì, ho detto “Ok”. Sì, lo ricordo quel momento, mi far star male dal mio punto di vista, perché fondamentalmente ha vinto lo scudetto con quel gesto, non so cosa sarebbe successo senza quel gesto, così ammetto che è stato brutto non aver avuto reazioni”.
Ma da leader ha anche qualcosa da dire sull’arrivo di Nemanja Nedovic, connazionale e anche ex compagno nella Nazionale serba. “Ottimo, ottimo giocatore, lo scorso anno ha avuto una stagione strepitosa a Malaga e ha fatto bene a cercare di fare un passo in avanti. Milano ha mostrato un grande interesse in lui. Molta gente da noi ha detto che Malaga lo scorso anno è arrivata davanti a noi, decima o undicesima, Milano è stata quindicesima e quindi che cosa è venuto a fare qui? Ma la verità è che Milano ha un grande progetto, infatti anche Mike James è venuto qui dal Panathinaikos e anche dopo la NBA, sono arrivati altri giocatori, americani con passaporto italiano a dimostrare che stiamo facendo un grande lavoro nel mischiare italiani e stranieri. Lui è un eccellente giocatore, può giocare 2, ma pur non essendo il suo ruolo naturale può aiutare da 1, è atletico e ci aiuterà molto”.