Serie A Power Rankings: dalla sedicesima alla tredicesima posizione
Le squadre in lotta per la salvezza secondo il nostro Power Rankings di Serie A
Il talento è sempre la qualità base di ogni ricerca di mercato, ma è l’ordine societario a dare senso e forma al tutto. E allora Cantù che parte di rincorsa: essere profeti in una patria che non ti concede più cittadinanza può essere complicato, anche perché Kiril Bolshakov non venne giudicato all’altezza degli obiettivi dalla stessa dirigenza, e la grana Charles Thomas non promette amore crescente. A latere del tutto resta il basket, ovvero la squadra, che è certamente attore superiore allo scenario. Jaime Smith è rapido ed incisivo play da p&r che ha lasciato il segno in Champions League, in una distribuzione di palloni tutta da accordare con Culpepper, comunque già rieducato (nelle pretese) dalle ultime esperienze in Francia e Turchia. Burns può essere il rollante da premiare, Thomas una potenza a tutto campo per una squadra destinata a correre, Chappel l’ottima alternativa già cresciuta al fianco di Theodore al Banvit. Raucci, Crosariol e Parrillo devono essere il traino mentale, Qualls un degno completamento.
15 - VL Pesaro
Una nuova ripartenza, e per stupire dopo le promesse non mantenute della gestione di Piero Bucchi. Spiro Leka ha infine ripreso in mano il timone del tutto, e dovrà contare su una piena unità di intenti con la dirigenza per una stagione da vivere di corsa. Per la qualità intrinseca della squadra, che ha una prima punta riconosciuta in Dallas Moore, atletico play mancino. Per le necessità di mercato, totalmente rivoluzionate dall’addio di quel che doveva essere il collante, Zak Irvin. Per le inevitabili questioni di classifica, con la Vuelle che parte dal basso, anche in virtù di quella casella mancante. Corsa, dunque transizione, che dovrà essere assecondata dal tiratore atipico (più dalla media che dalla distanza) Pablo Bertone (di ritorno in Europa dopo due stagioni in Sud America), e dalla fisicità di Eric Mika e Manuel Omogbo. Dalla panchina, interessante pacchetto italiano con Andrea Ancellotti atteso alla prova Serie A.
14 - BETALAND CAPO D’ORLANDO
L’estate dei dubbi, prima dell’autunno di inattese certezze. Non è certamente l’ombrellone la terra di conquista dell’Orlandina, ormai da tempo abituata a partire sotto traccia. Roster tuttavia lunghissimo per il confermato Gennaro Di Carlo visto l’impegno europeo, e ribadite ambizioni per il GM dell’anno Peppe Sindoni. Un anno fa il colpo da novanta fu la successione Fitipaldo-Ivanovic, motore di un roster destinato al sacrificio con la punta Diener; il prodotto attuale è una squadra legata a difesa e transizione, di difficile interpretazione perchè priva di specialisti apparenti. Innesco il play-tiratore Atsur. Speranza l’americano Edwards, 190 centimetri negati da un puro atletismo, per un attacco al ferro costante e un tiro ancora da affinare. Atipicità Kulboka e Inglis, potenziali ali difficili da difendere in Italia, con il secondo certamente di valore su entrambi i lati del campo. Insomma, tanto da costruire (unitamente a Strautins, Stojanovic e Alibegovic), con certezze da seguire in Delas e Ikovlev.
13 - VANOLI CREMONA
La giusta struttura per imparare dagli errori del passato, e non ripeterli in quello che rimane un dono chiamato ripescaggio. La Vanoli si ritrova in Serie A, e dopo aver rinnegato l’esperienza Pancotto (raccogliendo i frutti peggiori), dall’esperienza di Meo Sacchetti riparte. E il coach della nazionale è di per sè «timbro» su quella che sarà l’identità di squadra: corsa e tiro, travolgendo gli avversari più con il ritmo che con la difesa. Un progetto più rischioso scendendo le graduatorie della classifica, e che certamente ha punto di domanda in Travis Diener, timoniere fermo da tre stagioni che pareva aver ormai in testa più il basket disegnato (alla lavagnetta) che quello giocato. Saprà il classe 1982 tenere ancora botta in quel che rimane comunque uno dei migliori campionati d’Europa? Risposta cercasi, mentre il cugino Drake è certamente fiducia pura dopo il rilancio di Capo d’Orlando, e Johnson il perfetto USA per l’idea Sacchetti. Sims e Milbourne chiudono il quintetto con ottime qualità di transizione, dalla panchina stimola l’americano Martin, l’occasione di Portannese e il rilancio di Ruzzier.
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