Dalmonte traccia un bilancio: Moderatamente soddisfatto della stagione
Luca Dalmonte ha incontrato i giornalisti per fare un bilancio della stagione da poco conclusa
Coach Luca Dalmonte che al termine della partita con Cantù non ha voluto commentare la stagione, si presenta in conferenza stampa per fare il punto della situazione sulla stagione appena conclusa e sempre rimanendo coerente con la sua linea di pensiero in queste due stagioni capitoline, per metterci la faccia: "Nella stagione appena passato sono successe molte cose, faccio riferimento alle 48 partite totali giocate. Comincio da dove avevo iniziato a settembre, questo perché non bisogna mai trascurare il punto di partenza utilissimo per fare un analisi.
La nostra stagione è stata lunga e intensa, con 48 partite di cui ne abbiamo vinto 24. Non è semplice dare un giudizio della stagione in poche parole, per provarci potrei dire che sono moderatamente soddisfatto alla luce di quello che abbiamo fatto e di quello che ci è successo. Abbiano iniziato consapevoli che non sarebbe stato facile, abbiamo esordito con 3 rookies e dato la possibilità a molti giocatori di debuttare in Europa.
C'erano tantissimi punti di domanda che mi hanno dato motivazioni, il gruppo era formato da scommesse piene di stimoli a voler far bene; non è stato facile dargli il senso della pallacanestro italiana e l'importanza che ha un possesso o una partita da questa parte dell'oceano. Far capire che anche una partita su 30 era fondamentale è stato uno dei lavori più ardui.
Il gruppo ci ha provato fin da subito e chiunque sia arrivato in corsa si è sempre messo in gioco; tranne forse la partita di Brindisi le partite le abbiano giocate tutte, magari mollando mentalmente in qualche frangente ma ci abbiamo sempre provato. Verso la metà dell'anno avevamo intrapreso una strada per costruire una nostra solidità sia in difesa che in attacco, sono poi accadute tantissime cose molte delle quali fuori dal nostro controllo, come gli infortuni o la fuga di Triche, che ci hanno destabilizzato.
Abbiamo giocato una coppa che non ci potevamo permettere sia a livello di profondità di roster che per la capacità di rigenerarsi in poco tempo da una partita più volte durante la settimana. In questi mesi è accaduto un po' di tutto, abbiamo cambiato molto a livello di giocatori, l'ultima partita ha visto 4 giocatori diversi rispetto alla prima disputata a ottobre. Abbiamo cominciato la stagione con la volontà di fare bene in tutti i campi, quando non siamo riusciti a qualificarci alle Final eight di coppa Italia per un momento ci siamo guardati dietro e ci è venuto un brivido, poi con l'inserimento di qualche giocatore abbiamo inanellato una serie positiva che ci ha rinvigorito è tornato a far sperare nei Playoffs, fino ad arrivare a 80 minuti dal guadagnarli.
La squadra ha dovuto cambiare faccia troppe volte, perdendo anche molti punti di riferimento come Gibson e Jones e ha dovuto rigenerare gli equilibri come dei camaleonti per adattarsi alle situazioni. Malgrado questo siamo riusciti a tenere botta, grazie alla grande disponibilità di tutti, potevamo avere un tracollo ma abbiamo resistito anche con rotazioni impensabili. In una situazione così una squadra mediocre poteva mollare ma noi non lo abbiamo fatto e abbiamo finito la stagione a testa alta.
Sono moderatamente soddisfatto di tutte le 48 partite della stagione, mettendo tutto dentro il calderone sia gli alti che i bassi. Vista la stagione fare i Playoffs sarebbe stato un trionfo, non ci siamo riusciti ma non per questo la stagione si trasforma in terribile. No siamo riusciti a fare il salto per azzannare il treno della post season. Credo che la squadra vada rispettata nel giudizio perché ci ha sempre provato e ha fatto vedere anche nell'ultima partita di avere un etica molto alta del lavoro. Va rispettata perché obiettivamente non avevamo tutto questo talento ma in questo tornello di giocatori la squadra ha sempre provato a lottare con sforzo, e non a caso ha prodotto una difesa seconda solo a Milano.
Abbiamo avuto difficoltà a creare equilibri che ci ha condizionato sopratutto alla fine dove era necessario presentarsi con punti di riferimento più specifici ma ci è stato impossibile farlo. Questa squadra per il lavoro che ha fatto merita rispetto nella valutazione, il mio giudizio personale molto positivo non vuole essere di parte ma oggettivo. La squadra spero abbia un giudizio positivo finale anche solo per il 50 percento di vittorie.
Ringrazio tutti i miei collaboratori che hanno lavorato con me in questa stagione che è stata bella ma difficile, ho avuto al mio fianco persone che mi hanno supportato e spalleggiato nel superare gli eventi che ci sono accaduti, ringrazio tutti quelli che stanno dietro le quinte della Virtus, hanno lavorato per la squadra al servizio della squadra; dietro l'impegno e la professionalità c'è stata una grande partecipazione di tutti.
La coppa è stata stimolante e comunque essere tra le 16 squadre più forti della seconda competizione europea è un bel risultato, ed è una bella esperienza. Triche non merita di essere neanche menzionato non per quello che ha fatto ma per come lo ha fatto, tecnicamente ci stava nella nostra squadra, aveva le caratteristiche, quello che non avevo messo in preventivo e lo prendo come un fallimento personale era non aver colto da subito la sua assenza sia di personalità che di carattere. Luca Dalmonte ci ha messo e vuole metterci la faccia sempre perché solo chi lavora sbaglia.
Luca Dalmonte ha sbagliato qualche dettaglio durante qualche partita, ha sbagliato a distribuire delle responsabilità da una parte piuttosto che da un'altra, ma la squadra ha cambiato talmente tante volte faccia durante la stagione che è stata dura accorgersene in tempo. Sicuramente tornando indietro farei delle scelte sulle responsabilità diverse, ma è chiaro che adesso non si può cambiare quello che è stato. Ho parlato con il presidente che aveva qualche rammarico ma non era arrabbiato, l'ho visto però consapevole di quello che ci è successo in stagione è che molte cose non sono dipese da noi.
In Europa abbiamo incontrato un diverso senso della pallacanestro più alto rispetto a quello che incontriamo in Italia, molte volte quando gli avversari mostravano un senso nel gioco, noi ci provavamo fino alla fine. In una pallacanestro più convulsa come quella italiana abbiamo fatto più fatica, sempre però per nostri demeriti. In Italia non siamo riusciti a trovare molto spesso un senso alla pallacanestro.
Io voglio rimanere assolutamente a Roma, non arriverò ad aspettare all'infinito ma non mi sono dato delle scadenze quando succederà qualcosa valuterò e contesualizzerò. L'idea per la prossima stagione ovviamente è quella di mantenere qualche giocatore per poter costruire".
Coach Dalmonte non ha espressamente voluto parlare del suo futuro, anche se il contratto scaduto è uno dei temi caldi di questo fine stagione. Ora comincia una lunga estate per la Virtus Roma, in cui dovrà superare una nuova rifondazione, con la speranza dei tifosi che questa possa essere l'ultima prima di un periodo di calma.