La linea del tiro da tre: è il momento di spostarla?
L'Italia e il tiro da tre: la sottile linea fra uso e abuso
Una delle principali differenze di filosofia fra Calcio e Basket è nel modo in cui questi sport si relazionano con il cambiamento. I vertici del Calcio vedono di cattivo occhio ogni proposta di modifica alle regole: a calcio si gioca sempre allo stesso modo di cento anni fa, anche se sono cambiati in maniera radicale gli atleti, i materiali, il pubblico e il modo in cui questo partecipa. Oltre all’introduzione del fuorigioco, forse l’innovazione più grande è stato vietare il retropassaggio al portiere.
Nella pallacanestro invece, di qua e aldilà dall’oceano, ogni anno ci si auto-analizza, si cerca di capire quali potrebbero essere le variazioni alle regole per incrementare lo spettacolo e migliorare il gioco: e cosí con regolarità ci sono cambiamenti, introduzioni o retromarce, come i 24 secondi, il semicerchio, il possesso alternato e cosi via.
Uno degli aspetti più discussi nella pallacanestro degli ultimi decenni riguarda la linea dei tre punti, che come sapete è posizionata a distanze diverse fra FIBA (6,75 metri) e NBA (da 7,25 a 6,72 m). Con l’avvento di atleti sempre più rapidi e dinamici, che riescono a recuperare in difesa in frazioni di secondo, le aree sono diventate territori dove è difficile banchettare come un tempo, quindi il concetto di allargare il campo e di conseguenza allargare le maglie della difesa, diventa fondamentale.
Quando in passato il tiro da tre è diventanto troppo conveniente e troppo abusato, le istituzioni del basket hanno spostato indietro la linea per ristabilire equilibrio. Ora, nel vedere le partite del campionato italiano, la sensazione è che ci sia una predilezione troppo marcata verso questo tipo tiro. In particolare quando una squadra è sotto nel punteggio anche a metà gara, inizia a bombardare il canestro di triple, giocandosi il tutto per tutto. Ma le sensazioni sono confermate dai numeri?
Guardando le percentuali di tiro da tre segnati nel nostro campionato, vediamo come la percentuale media storica sia sempre stata oltre il 36%, ma con l’allontanamento a 6.75 della linea da tre, la percentuale sia scesa addirittura sotto il 35%, nel primo anno. Nella prima fase della stagione attuale, tuttavia, le percentuali sono scese a livelli mai visti, addirittura sotto il 34%.
Ora vediamo se il numero dei tiri da tre presi sono aumentati negli ultimi anni. Per fare questo, un modo sbagliato sarebbe quello di vedere in numero di tentativi, non prendendo in considerazione il ritmo offensivo, che da stagione a stagione potrebbe aumentare o diminuire, quindi prenderemo la percentuale di tiri da tre tentati sul totale dei tiri.
Qui si vede una cosa molto interessante: nel 2010, consapevoli della distanza aumentata e delle percentuali crollate, i giocatori hanno diminuito il loro numero di tiri da tre presi (di ben 3 tiri su 100). Tuttavia nelle ultime stagioni i tiri dall’arco stanno tornando a crescere e anche in maniera preoccupante se si pensa che le percentuali sono in calo.
Ma la domanda che dobbiamo porci è: il numero dei tiri da tre presi è efficiente o no? Stiamo creando o distruggendo valore? Per rispondere proviamo a confrontare la percentuale di canestri segnati da due con la percentuale reale, o Effective Field Goal. L’eFG è una percentuale che considera che il tiro da tre vale un punto in più del tiro da due, quindi se io ho un 1 su 2 da due e un 1 su 2 da tre avrò una percentuale reale minore rispetto al caso in cui io abbia 0 su 2 da due e 2 su 2 da tre, infatti nel secondo caso avrò anche più punti (mentre la percentuale dal campo tradizionale di entrambi i casi sarà 50%). Nel grafico, ogni anno in cui la riga blu della percentuale reale (eFG) è più in alto rispetto a quella rossa della percentuale da due, significa che il tiro da tre ha generato valore, perché ha incrementato la percentuale del tiro da 2. Detto in maniera dozzinale: se avessimo tirato solo da due avremmo fatto meno punti, quindi abbiamo fatto bene a tirare anche da tre.
Ovviamente è un esercizio, ma nel grafico si vede qualcosa di estremamente interessante, e cioè che nei due anni successivi a quando è stata arretrata la linea, si è tirato troppo da tre, con la percentuale reale scesa sotto a quella dei tiri da 2. Nelle stagioni 2012 e 2013 la situazione è migliorata, ma non di molto. E quest’anno? Abbiamo visto che si sta tirando di più da tre e in maniera peggiore, quindi non lasciando presagire nulla di buono. Tuttavia anche la percentuale da due é scesa, tanto che il tiro da tre risulta essere ancora un fattore positivo negli attacchi della serie A (anche se in media, non sicuramente per tutte le squadre).
Per rispondere alla domanda che ci siamo fatti inizialmente, se non sia giunto il momento di allontanare anche in Europa l’arco a 7.25, la risposta sembra essere no. Le percentuali, infatti, non sono tornate a livelli di guardia e quindi il tiro da tre è un arma che non sposta eccessivamente l’efficienza, nel campionato italiano. Piuttosto sta alle squadre capire che il tiro da tre sarebbe qualcosa da usare con più parsimonia di quanto fanno attualmente, salvo non vogliano distruggere valore per la propria squadra.
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