NBA draft report: Trey Burke
Il playmaker dei Wolverines è forse il miglior playmaker puro del draft.
Dopo Marcus Smart e - forse - Michael Carter-Williams, il miglior prospetto NBA nel ruolo di playmaker è Trey Burke, le cui quotazioni sono state ulteriormente rinforzate dalla strepitosa cavalcata della sua Michigan, arrivata ad una vittoria dal titolo NCAA. Da giovanissimo Burke giocava - e dominava i tornei statali dell'Ohio - alla high school con Jared Sullinger, ed il suo sogno era quello di raggiungere l'amico e attuale lungo dei Celtics a Ohio State. Thad Matta invece gli preferì Shannon Scott, elemento che per caratteristiche fisiche riteneva - anche a ragione - più adatto al suo sistema, e Burke dovette 'ripiegare' su Michigan, squadra dal passato glorioso che però nelle stagioni precedenti navigava a vista nella Big Ten. Complice la scelta (col senno di poi avventata) di Darius Morris di lasciare i Wolverines per la NBA, per Burke si aprirono fin dal via le porte dello starting five e le conseguenti responsabilità; ne venne fuori una stagione da 14.8 punti e 4.6 assist di media che gli valse il premio di miglior freshman della Big Ten alla pari di Cody Zeller....Per sua fortuna, dopo un breve tentennamento (e dopo aver visto le difficoltà incontrate da Morris in NBA), Burke decise saggiamente di tornare al college per migliorare il proprio gioco, con la prospettiva di guidare uno dei migliori roster della Big Ten grazie agli arrivi dei freshman Glenn Robinson III, Mitch McGary , Nik Stauskas e Spike Albrecht. Il resto è storia, con il play che ha dominato la conference più dura d'America - sempre in doppia cifra, primo per assist e canestri dal campo, quinto nei recuperi e secondo per media punti al solo Deshaun Thomas-, chiudendo con cife totali di 18.6 punti, 6.7 assist e 1.6 rubate, tirando il 46% dal campo ed il 38% da tre. Negli occhi di tutti resterà lo strepitoso finale contro Kansas nel torneo NCAA , ma i veri progressi fatti dal playmaker in questa stagione riguardano la regia; la sua Michigan, con quattro freshman in ruoli fondamentali, ha giocato per tutta la stagione un basket frizzante e spregiudicato, basato sulle sue invenzioni.
In prospettiva NBA i punti di domanda riguardano la difesa, anche se Burke ha braccia abbastanza lunghe ed un discreto atletismo che dovrebbero consentirgli di non sfigurare. Recentemente Chad Ford di Espn lo ha addirittura paragonato ad un Chris Paul meno atletico e veloce, un accostamento che obiettivamente è improponibile (anche in difesa, dove Paul incide molto di più di quanto gli venga riconosciuto...) al momento, ma che rende l'idea della considerazione che il play ha guadagnato nella sua stagione da sophomore...
Difficile scivoli oltre la lotteria - prime 14 chiamate -, con le sue doti e la sua innata leadership troverà sicuramente una squadra disposta a dargli minuti e responsabilità fin da subito - preferibilmente in coppia con un play più esperto che possa spiegargli i trucchi del mestiere....-