2013 NBA Draft Report: Marcus Smart
Il profilo di Marcus Smart, giocatore di Oklahoma State
In un draft che da alcuni è stato definito addirittura il più debole di sempre , la posizione di playmaker presenta comunque una serie di atleti dal potenziale significativo. Ovviamente non è possibile accostare realisticamente i giocatori alle squadre NBA fino a quando non si svolgerà la Lottery, che determinerà l’ordine esatto delle prime 14 chiamate.
I due giocatori che sembrano una spanna sopra gli altri pariruolo in prospettiva NBA sono Marcus Smart di Oklahoma State e Michael Carter-Williams di Syracuse, oggi parleremo del primo.
Smart è un leader ed un vincente nato, duro ed intenso come pochi a livello NCAA. Coach Travis Ford (che ad inizio stagione era considerato tra gli allenatori a rischio licenziamento visti i risultati negativi delle ultime annate dei Cowboys) gli ha affidato le chiavi della squadra fin dal via, e Smart ha risposto con una serie di ottime prestazioni, con la perla dei 20 punti con 7 rimbalzi, 7 assist, 4 rubate e 4 stoppate nella finale del Puerto Rico Tip off, importante torneo di inizio stagione vinto a sorpresa dai Cowboys dominando l’allora quotatissima North Carolina State. Assieme alla guardia Markel Brown ed all’ala piccola Le’Bryan Nash (altro prospetto NBA ) forma uno dei migliori reparti d’America, e nel prossimo torneo NCAA la sua Oklahoma State sarà un cliente scomodo per tutti.
Alto oltre un metro e novanta, non è velocissimo come altri suoi pariruolo ma compensa abbondantemente con la forza fisica e l’intensità sui due lati del campo. Non è un ball handler spettacolare (qui una giocata con rubata e schiacciata) ma è comunque in grado di penetrare grazie ad un notevole primo passo, potrebbe però aver problemi a chiudere vicino al ferro a causa del diverso livello di atletismo che c’è in NBA. Il tiro e le percentuali dal campo in generale sono migliorate nel corso della stagione, ma difficilmente saranno un suo punto di forza in futuro. In stagione tira da tre praticamente un terzo delle sue conclusioni totali, un numero alto che però non è giustificato dalle percentuali – 30%- (anche se è in parte conseguenza delle poche soluzioni dei Cowboys nel frontcourt). Grazie al netto vantaggio fisico ed allo stile arrembante guadagna molti liberi (6.1 a gara, ottimo lo 0.56 di rapporto tra tiri liberi e conclusioni dal campo) e li converte con il 78%. Come passatore è stato solido durante la stagione – 4.4 di media- se si considera la scarsa pericolosità offensiva del suo reparto lunghi (solo nelle ultime partite la power forward Michael Cobbins ha iniziato ad ingranare, mentre l’ala Jean-Paul Okulemi per problemi vari ha giocato solo due gare fino ad ora…,), ma in ottica NBA è sicuramente più pronto nella sua metà campo, dove ha taglia fisica, rapidità negli scivolamenti ed intensità per incidere, oltre ad una ottima predisposizione per i recuperi – con ben 2.9 a partita è primo con Carter-Williams tra i playmaker NCAA per media , mentre nella classifica parametrata sui 40 minuti effettivi è primo da solo con 3.5-. Uno con le sue doti e la sua grinta non avrà problemi ad entrare in una rotazione NBA anche ad alto livello, anche se sarebbe perfetto come leader di una squadra giovane e futuribile.
Difficile paragonarlo ad un giocatore NBA come caratteristiche generali, a livello di atteggiamento e doti fisiche potrebbe essere il Kidd-Gilchrist (diversi come ruolo ma entrambi ‘All Around’ players) del prossimo draft….