Pierfrancesco Oliva: A Siena stavo bene però io sogno la NBA
Le parole del giovane giocatore da un anno alla high school in America. Poi dall'anno prossimo lo sbarco in NCAA con Saint Joseph's
Oliva dal 2014 è a Bergen Catholic ed il prossimo anno andrà a Saint Joseph’s.
Oliva ha parlato a Piero Guerrini di Tuttosport di come la sua vita è cambiata e dei suoi prossimi obiettivi.
Da Taranto a Siena per poi volare in America. Lasciare casa a 12 anni non è facile, condividevo la foresteria con ragazzi più vecchi. Però qui è stato impegnativo, cambiare abitudini. A Siena stavo benissimo, ma l'America è il sogno. Il basket è qui. E poi ci sono più prospettive. Anche il tipo di studio, business, mi interessa.
Differenze tra il basket italiano giovanile e quello in America. Meno tattico. Più spazio al talento, ma devi saper leggere meglio le situazioni in campo. Si lavora molto sui fondamentali. E il vantaggio è che se vuoi allenarti alle 11 di sera o 6 di mattina, ti aprono la palestra e c'è un tecnico.
Esperienza da consigliare. A chi è pronto a rinunciare a molto: la famiglia, ma anche alla pappa pronta. Ho ricominciato daccapo. Ecco, se vedo italiani qui, penso che noi facciamo più difficoltà. I ragazzi non riescono a staccarsi dalle origini.
Italia Under 20. In azzurro è amore. A livello emotivo non rinuncerò mai. Ma ho lavoro da fare per riuscire a giocare subito. Il futuro non lo vedo, non sono bravo a organizzarmi. Ma sono qui per rimanerci il più possibile. College e, se Dio vuole, Nba.
Ruolo. Io mi sento un play di 2,03. Soprattutto già ora e di più fra qualche anno, il basket non avrà ruoli, ma situazioni. In fondo i miei preferiti sono Kukoc e Diamantidis.