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NBA 28/12/2013, 16.32

NBA Biography Fanzone Christmas Special: Bill Russell (Parte 3)

The Big Collision è la terza (e ultima) parte della biografia di Bill Russell, speciale natalizio di NBA Biography Fanzone.

NBA

PARTE 1

PARTE 2

Dove eravamo? ah sì, “The big collision”.

 

Il 7 novembre 1959 fu la data del primo (fra i tanti) scontro fra titani. Nell’angolo destro Bill Russell, 206 cm per 102 kg. Dall’altra parte Wilt Chamberlain, 217 cm per 125 kg. Chamberlain non fu scelto ne 1959 con un normale pick del draft, mentre invece Russell fu scelto come seconda scelta assoluta del draft del ‘56. Gli Warriors utilizzarono la cosiddetta “territorial pick”: veniva infatti permesso alle franchigie (una sola territorial pick per una sola squadra ad ogni draft, di solito la squadra messa peggio a scelta della commissione NBA) la possibilità di scegliere un giocatore locale (spesso molto seguito dai tifosi della zona) che giocava nel raggio geografico di 50 miglia, così da attrarre numerosi fan a seguire il beniamino locale che giocava proprio nella sua città natale. La regola fu introdotta dal 1947 e durò fino al 1965. Con questa pick sono passati campioni del calibro di Tom Gola (1955, grande avversario di Bill nella finale NCAA con Lasalle) e Tom Heinson (1956, il compagno di Bill, stesso draft di Bill e K.C. Jones, che vinse il Rookie Of The Year che mandò su tutte le furie Russell), mentre ora, nel 1959, gli Warriors prendono Wilt Chamberlain con questa pick. Passeranno per la territorial anche gli Hall of Famer Oscar Robertson (1960), Dave DeBuscherre (1962), Jerry Lucas (1963) e Gail Goodrich (1965).

 

Wilt (che dopo aver fatto il facchino decise di darsi al basket) viaggiava con un 30+20 comodo comodo a sera. Da una parte lui: divinità del gioco, che conosce solo la sua forza e non si fida degli altri, dall’altra Bill, che ha in testa solo la vittoria e vuole raggiungerla con l’allenatore e i compagni. Al Boston Garden si sta per alzare una delle più celebri palle a due di tutta la storia, destinata a cambiare l’NBA: Wilt in attacco, Bill in difesa, e il gioco è fatto. I biglietti erano già andati esauriti da ben 3 mesi.  La partita è combattutissima: Russell non aveva mai giocato contro un giocatore come Chamberlain,  ma allo stesso tempo Chamberlain non aveva  mai gioco contro uno come Russell. Wilt farà 30+27 mentre Bill “solo” 23+16. Vincono i Celtics 115 a 106. E questo sarà lo sfondo della NBA per il prossimo decennio. Wilt domina, Bill vince. Boston vincerà le successive 17 partite chiudendo con record 59-16. Il numero 6 mantenne una media di 18.2 punti e 24 rimbalzi e tirando col 46.7%. Alle finali di Conference il duello si ripete: Bill vs Wilt. Chamberlain fa 13 punti di media in più di Russell. In regular season i titani si scontrarono 13 volte: 8 vinte Bill, 5 vinte Wilt. Ma quello che più importa in questo momento è 4 vinte Bill e 2 vinte Wilt. Passano i Celtics con 4-2 di parziale. In finale di nuovo i rivali Saint Louis Hawks. Nel secondo incontro acchiappò 40 rimbalzi stabilendo il record per le Finali, e nella settima e decisiva partita mise assieme 22 punti e 35 rimbalzi guidando i suoi al terzo titolo.

 

Il campionato seguente, 1960-61, vide ancora una volta i bostoniani partire forte (13 vinte e 4 perse) ed imporre la loro legge in stagione regolare mentre Russell faceva registrare medie di 16.9 punti e 23.9 rimbalzi ad incontro. I Nationals davanti ai Playoff. Facile 4-1. In finale per la quarta volta consecutiva i Saint Louis Hawks. E di nuovo 4-1, Bill la domina completamente. Sarà MVP.

 

Nell’estate 1961 la squadra si trovava a Marion, Indiana, per un partita amichevole estiva. Bill e la squadra ricevettero dal sindaco di Marion le chiavi della città. Poche ore dopo Russell decide di andare a una tavola calda per mangiare qualcosa poche ore prima della partita. Viene allontanato dal direttore del locale “noi non serviamo gli sporchi neri” dirà. Bill, colpito nell’animo, arriva nel municipio del sindaco, entra nel suo ufficio e posa le chiavi della città sulla sua scrivania e ,dopo due occhiate fulminanti, esce dalla stanza.

 

Ventiquattrore dopo la squadra si trovava a Lexington, Kentucky, per affrontare gli Hawks in un amichevole per onorare Frank Ramsey e Cliff Hagan, idoli locali. Arrivati in aeroporto i giocatori neri dei Celtics vengono pregati di fare il check-in  in un albergo per soli neri. Bill non ci sta “Bene, giocatevi la vostra partita, io e gli altri due (riferito ai compagni neri) ce ne torniamo a Boston.  Auerbach telefonerà al governatore del Kentucky, il quale chiederà a Bill di giocare e accettare le sue scuse. Bill non ci sta. “non ho bisogno della vostra carità”. Volta le spalle e accompagnato dal suo coach, torna in aeroporto. I media lo criticarono aspramente , accusandolo di aver mancato di rispetto al compagno di squadra, mentre lo stesso Frank Ramsey dichiarò che comprendeva la reazione. Se un bianco si comportava da razzista non era questa gran cosa, ma se un "negro" reagiva alle provocazioni veniva percepito come ribelle, tanto che qualche anno dopo Bill sarebbe stato soprannominato “Felton X” in un gioco di parole che lo avvicinava a Malcolm X, il leader della rivolta nera violenta.

 

 

Siamo nell’anno 1961/1962. non è l’anno di Bill. Almeno in regular season. Wilt infrangerà ogni record. 100 punti ad Hershey, Pennsylvania, contro I Knicks e 50.4 punti di media, record all-time (che difficilmente verrà mai battuto). Bill manterrà 18.9 punti e 23.6 rimbalzi di media, ma l‘MVP se lo aggiudicherà lui, per aver guidato i Celtics ad essere la prima squadra nella storia a vincere 60 partite di Regular Season. Ai Playoff si ripete “The big collision” nell’anno di massima forma dei 2. Si arriverà a gara 7, la chiuderà all’ultimo secondo Sam Jones, e i Celtics andranno in finale con i rivali Lakers. Desiderosi di vendicare lo sweep di qualche anno prima i Lakers forzano gara 7. Sul 100 pari  Frank Selvy prende un rimbalzo offensivo e si trova da solo con 1 secondo e mezzo sul cronometro. Facile layup penserete voi. Mattone e palla che va sinistra. “He missed a shot at changing NBA history” dirà Sam Farmer. Si andrà al secondo supplementare. Bill terminerà con 30 punti e 40 punti e porterà a casa il quarto titolo consecutivo, quinto in sei anni.

 

Stagione 1962/1963. Bob Cousy annuncia che sarà il suo ultimo anno. Nell’estate però è arrivato dal draft come settimana chiamata assoluta un grande elemento per la squadra come John Havliceck. Segnò di media in stagione 16.8 punti e prese 23.6 rimbalzi si aggiudicò il trofeo di MVP dell’All Star Game e l’MVP quello vero, il quarto per lui. boston vinse 58 partite in stagione e si trovò al primo i Cincinnati Royals. proprio i Royals avevano preso con la precedentemente spiegata “territorial pick” Oscar Robertson, “The Big O”, dall’università di Cincinnati e nativo della zona. Lui e Jack Twyman opposero una grande resistenza alla corazzata Celtics, prima di cedere alla settima gara. Di nuovo i Lakers, che vengono sconfitti arduamente in 6 gare.

 

Nell’1963/64 Boston si ritrovò senza Bob Cousy ma con un degno sostituto nel quintetto da PG: K.C. Jones, compagno di Russell sin dai tempi di USF. La stagione porta 58 vittorie. Ma Bill stupisce: oltre a 15 punti di media porta anche 25 rimbalzi a gara e diventa miglior rimbalzista della lega quell’anno, prima volta che accade da quando su quei parquet ci ha messo piede il gigante di Philadelphia di Wilton Street. Battuti facilmente 4-1 i Royals al primo turno i Celtics si trovano il primo avversario dopo 7 anni che non è né i Saint Louis  Hawks né i Lakers. Ci sono davanti i San Francisco Warriors (i vecchi Philadelphia Warriors, portati a San Francisco dal patron Marty Simmons per 850.000 dollari). Russell difende come non aveva mai fatto in carriera e porta alla vittoria i suoi per 4-1. Era il sesto titolo consecutivo, il settimo in otto anni, una serie senza precedenti nella storia dello sport professionistico americano.

 

La stagione 1964/1965 inizia con un lutto in casa Celtics: il proprietario Walter Brown si era spento nella sua casa di Cape Cod. “Vinceremo per lui” dirà Russell. Non si sbaglierà. 62 vittorie in stagione e il fatto storico che quell’anno il primo quintetto All-NBA fosse di soli neri. E’ il campionato della “patch” nera sulla spallina sinistra delle magliette di gioco, del quinto ed ultimo “MVP” per Bill e del “Havlicek Stole The Ball” nei momenti finali di gara 7 contro i Philadelphia 76ers di Chamberlain, dopo che proprio il numero 6 aveva commesso uno dei rarissimi errori sotto pressione. Boston poi sconfiggerà i Lakers i finale 4-1 in memoria di Walter Brown.

 

Nell’estate 1965 Bill doveva trattare il rinnovo contrattuale con i Boston Celtics. Auerbach aveva appena venduto le sue azioni dei Celtics ai nuovi proprietari ricavando una bella somma. Seduti al tavolo, Russell parlò al coach: “Baby, you just got yours, now I want mine’s” (“Tu hai appena ricevuto la tua fetta, ora io voglio la mia”): aveva sentito che Wilt Chamberlain il giorno prima aveva rinnovato il contratto a 100.000 dollari a stagione. Bill chiese un contratto da 100.001, un dollaro in più del rivale. E lo ottenne.

 

Stagione 65/66. Negli ultimi anni Bill era sempre stato motivato da qualcosa: l’ultimo anno di Cousy, il primo senza Cousy, la morte di Brown. Il motivo dominante del campionato 1965-66 fu “L’ultimo di Red”: Auerbach aveva annunciato il ritiro alla fine della stagione ed i suoi ragazzi fecero l’impossibile per salutarlo con l’ennesima bandiera. Ma il campionato era  durissimo. L’ennesimo cambio di franchigia di “the big dipper” lo porta a Philadelphia. I 76ers (primo anno in cui si chiameranno così) di Wilt erano riusciti a qualificarsi con il miglior record davanti a Boston: erano 8 anni che i Celtics vincevano la Conference.  Ciò voleva dire che Boston doveva affrontare la #3 e solo la vincente sarebbe andata in finale di Conference contro la #1 Phila. Boston si disfa prima di Cincinnati e poi di Wilt. In finale ci sono nuovamente i Lakers, che nuovamente tirano la serie a gara 7. Boston parte subito forte, ma LA a 5 minuti dalla fine sfiora il -2 ma non riesce a rimontare causa un monumentale Russell 25 punti e 32 rimbalzi. Coach Auerbach esce di scena come il coach più vincente di tutta la NBA.

 

Nell’estate 1966 la grande questione era: chi avrebbe preso il posto di Auerbach sulla panchina di una squadra vecchia, ma ancora favorita al titolo NBA? L’ex coach propose la panchina a molti suoi ex giocate giocatori, ma il grande dubbio è sempre stato: il sostituto potrà reggere il carattere di Bill e creare un legame come quello che avevano il coach e il numero 6? Alla fine Auerbach si convinse,  il migliore allenatore di Russell può solo essere… Russell! Bill sarà allenatore-giocatore. Anzi, molto più che un allenatore-giocatore. E’ il primo coach afroamericano in tutta la storia dello sport americano!

 

Appena “promosso”, fece immediatamente capire ai compagni di squadra che le cose tra di loro sarebbero cambiate e cominciò a gestire i rapporti con una certa durezza nel timore che gli atleti gli prendessero la mano. Quello di coach-giocatore era un incarico difficile, e non solo per il colore della sua pelle. Auerbach gli era sempre vicino, gli dava consigli, ma era sempre dura. I 76ers godevano di un momento di forma veramente pazzesco: Wilt Chamberlain (che già per se fa mezza squadra), Hal Greer, Billy Cunningham e Chat Walker formavano un team temibilissimo. Così temibili da fare 68 vittorie in stagione regolare ed eliminare i Celtics ai Playoff per 4-1: mentre Russell e compagni uscivano dal campo il pubblico di Phila li aveva salutati con striscioni “The Celtics Are Dead”. Quei 76ers vinceranno il titolo NBA 4-1 contro i San Francisco Warriors. Ai Playoff vinsero 11 partite su 14.  

 

“The Celtics Aren’t Dead”. Sono le prime parole di Bill Russell a inizio stagione 1967/1968. per ogni tifoso che li aveva derisi, per ogni giornalista che li aveva dati per finiti, i biancoverdi si sottoposero ad allenamenti massacranti e puntarono ai playoffs 1968 con una grinta superiore. Bill si avvicinava ormai ai 34 anni e le sue medie erano in declino (avrebbe fatto registrare 12.5 punti e 18.6 rimbalzi in stagione), ma il campione sapeva come affrontare le partite senza domani. Nei playoffs Boston eliminò Detroit (4 a 2) e si trovò di fronte proprio i Sixers. Philadelphia era sul 3-1, ma Boston, grazie ad un incredibile Havlicek, si impose nelle due partite seguenti impattando la serie e presentandosi a Philadelphia per la settima e decisiva sfida. Philadelphia però deve ripiegare i cartelloni, Boston vince 100 a 96. Il numero 6 negli ultimi secondi aveva esibito l’intero campionario, segnando un libero, prendendo un rimbalzo, stoppando Chet Walker e regalando a Sam Jones l’assist decisivo. in finale li aspettano i Lakers, questa volta però è facile sconfiggere i rivali 4-1. Bill vince il suo decimo titolo NBA, il primo da coach. Impressionanti le sue medie Playoff che hanno raddoppiato le medie stagionali: 14.4 punti e 22.8 rimbalzi.

 

Erano dei “vecchi Celtics”, quelli che iniziarono la stagione 1968-69 (l’ultima corsa di Bill). Sam Jones  aveva 35 anni, Russell 34, Howell 32, “Satch” Sanders ed “Em” Bryant 30, Siegfried 29 ed i “giovani” Havlicek e Nelson ne avevano 28. La squadra è falcidiata continuamente di infortuni: stiramenti, distorsioni, strappi muscolari e quant’altro, 12 giocatori su 13 passeranno sotto le mani del trainer Joe DeLauri, capitò pure uma settimana in cui 7 giocatori erano fermi ai box e Boston doveva giocare con 6 uomini. Russell subì un bruttissimo infortunio al ginocchio: saltò appena 5 gare, perché quando i medici gli diedero l’ok di poggiare il piede per terre (poggiare eh, mica camminare o correre) lui volle scendere in campo. Boston fece 48 vinte e 34 perse, peggiore record dell’era Russell, ma si qualificò comunque ai Playoff, ma la stampa specializzata non dava speranze ai vecchi guerrieri biancoverdi. Bill era in declino, per la prima volta sotto i 10 punti di media (9.9) ma garantiva ancora 19.3 rimbalzi a gara.

 

“Never under estimate the heart of a champion”, mai sottovalutare il cuore dei campioni: Philadelphia venne schiantata per 4 a 1 e New York affondata per 4 a 2, mentre ad Ovest i Lakers si preparavano ancora una volta per lo scontro finale, per la classica, per la tanto attesa resa dei conti. Da una parte un gruppo di “vecchietti oramai finiti”, come li definiva la stampa allora, e dall’altra il trio delle meraviglie Chamberlain-Baylor-West. Coach Russell decise di raddoppiare sistematicamente West, e Boston si aggiudicò la terza partita. Il finale di gara 4 è da leggenda: Baylor pesta la riga sull’ultimo possesso, Sam Jones esce da un triplo blocco per sparare un tiro che pareggia la serie.  Gara 5 va ai Lakers, gara 6 no, e la settima partita si gioca al Great Western Forum di Inglewood.

C’è ogni presupposto per chiudere bene la carriera: la sua ultima partita è una finale, è una gara 7, è una gara 7 contro i rivali Lakers, è una gara 7 delle finali dove il suo avversario era proprio Wilt Chamberlain e vuole dimostrare a tutti che questo gruppo “di vecchietti finiti” può battere la squadra più forte del momento.  

Il proprietario dei Lakers, Jack Kent Cooke (colui che venderà la squadra ai Buss), ha messo intorno al campo centinaia di palloncini gialli e viola da lasciare andare in volo quando la squadra vincerà. Era sicurissimo di vincere, e tutti erano d’accordo con lui. Bill fece il suo discorso in spogliatoio: “Possono accadere molte cose, oggi, ma non che i Lakers vincano. Non possono vincere, e sarà divertente vederli tirar giù quei palloncini. State tranquilli, questa la vinciamo sicuro”. Quando la situazione sembra mettersi male per i californiani Chamberlain finge un infortunio e coach  van Breda Kolff lo sostituisce. Quando i Lakers arrivano a -3 a 5 minuti dalla fine Wilt chiede di rientrare. Risposta negativa, il coach non lo farà entrare per il resto della partita. Russell si sente disonorato, il suo rivale non ha voluto giocare perché in difficoltà la partita che entrambi sapevano di essere l’ultima di Bill. Ma i Celtics vinceranno  108 a 106 ed uscirono dal campo ridendo ed abbracciandosi. Russell si commosse davanti ai microfoni, annunciando il proprio ritiro.

Bill conclude così la sua carriera:

-          11 titoli NBA (tutti gli anni in cui ha giocato, tranne nel ’57 complice l’infortunio alla caviglia e ’66 quando era allenatore al primo anno)

-          5 trofei MVP

-          5 volte miglior rimbalzista della lega

-          12 volte All-star

-          3 volte nel primo team All-NBA

-          8 volte nel secondo team All-NBA

-          1 premio difensore dell’anno

-          1 premio di MVP dell’All-Star Game

-          2 titoli NCAA

-          2 volte McDonald’s All-American

Nel 1972, quando Auerbach volle ritirare il suo numero 6, Bill richiese che la cerimonia fosse privata, senza pubblico,  e stessa sorte avvenne per la sua introduzione nella Hall of Fame nel 1975. Non aveva buoni rapporti con i tifosi, non firmò mai un autografo (proprio a dire la verità ne fece uno per 250.000 dollari, che non è proprio un autografo). Nel 1999, quattro anni dopo l’inaugurazione del “Fleet Center” che oggi conosciamo come TD Banknorth Garden, i Celtics decisero di mettere in piedi la celebrazione di fronte ai tifosi che Russell aveva sempre evitato: questa volta Bill accettò, e quando il pubblico gli tributò una clamorosa ovazione si commosse. Ringraziò anche il defunto Wilt Chamberlain per averlo spinto oltre i propri limiti come atleta, ed i tifosi per avergli permesso di essere parte delle loro vite.

 

Quando sua moglie Marylin (sposata nel ’96) stava per morire per un cancro, lei ricevette una telefonata dal commisioner  David Stern: “abbiamo deciso di intitolare il premio MVP Finals a suo marito, signora”. Marylin glielo annuncerà pochi secondi prima di morirgli fra le braccia.

 

Chi può rappresentare questo premio meglio del miglior giocatore di ogni tempo, del più vincente? Bill Russell è cosi, un vincente. Dal carattere forte e duro, ha sconfitto il razzismo e l’uomo più forte del pianeta. E’ il vero e proprio signore degli anelli. Da quando ha provato la sensazione di vincere, non ha mai più smesso.  


Per Sportando Leonardo Genta (CelticLG)


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E. Carchia

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 22 Commenti
  • David 30/12/2013, 16.11

    Gran bel articolo CelticLG . Saga su 3 puntate poi l'ha reso ancor piu ricco. Mi sa che avrai bisogno di 5 puntate pero' per Asik, pero' con l'happy ending, anche lui ai Celtics.

  • Theanswer2 28/12/2013, 23.45 Mobile
    Citazione ( Pito 28/12/2013 @ 20:46 )

    maledetto vincente...maledetto

    Brucerà sempre eh :)

  • RedNation 28/12/2013, 23.37
    Citazione ( CelticLG 28/12/2013 @ 23:28 )

    Mai nella vita! Le posdibilita che io la smetta con Lee sono uguali a quelle di Asik ad Avellino!

    Be sappi che ti stimo per sto spirito combattivo xD

  • CelticLG 28/12/2013, 23.28 Mobile
    Citazione ( RedNation 28/12/2013 @ 21:49 )

    Come dice Lelo, bravo LG, basta che la finisci di rompere le palle con Lee.

    Mai nella vita! Le posdibilita che io la smetta con Lee sono uguali a quelle di Asik ad Avellino!

  • RedNation 28/12/2013, 21.49

    Come dice Lelo, bravo LG, basta che la finisci di rompere le palle con Lee.

  • CelticLG 28/12/2013, 21.47 Mobile
    Citazione ( Pito 28/12/2013 @ 20:46 )

    maledetto vincente...maledetto

    Bill 7 PHILA 1 xD

  • LelouchViBritannia Account Verificato 28/12/2013, 21.47 Mobile

    Una trilogia di articoli tutti molto belli, complimenti al nostro Leo che seppur con delle fonti si vede che ci ha messo anche il cuore nello scrivere, ciò che posso dire è che come Bill nessuno mai il più grande vincente di questo sport. #leoracconta

  • Pito 28/12/2013, 20.46

    maledetto vincente...maledetto

  • CelticLG 28/12/2013, 20.04 Mobile
    Citazione ( postbasso 28/12/2013 @ 19:45 )

    bravissimo Leo. Fantastico articolo veramente. Per curiosità, mi sai dire dove hai preso tutte queste notizie e questi aneddoti?

    Gracias :D per le fonti :

    [ link ]

    [ link ]

    [ link ]

    [ link ]


    E poi tempo fa uscirono 2 puntate di federico buffa racconta Bill Russell, non son fatte benissimo, in confronto a quelle che fece con Wilt non dno niente, ma qualche aneddoto del college e HS li trovi anche li


    Ocio eh, che appena si nomina buffa ti dicono subito che sei un copione xD

  • postbasso 28/12/2013, 19.45

    bravissimo Leo. Fantastico articolo veramente. Per curiosità, mi sai dire dove hai preso tutte queste notizie e questi aneddoti?

  • click061 28/12/2013, 18.37

    Articolo eccezionale degno degli altri due. Grazie! (e so che dire solo grazie è davvero poco)
    Prima di Bill nessuno come lui e MIkan era un grande, ma non come lui. Né Wilt, né Big O, né West, furono come lui. Grandi sì, ma non come Russell. Dopo né Kareem, né Magic, né Bird, né MJ influirono così tanto sul gioco del basket. Grandi, grandissimi se volete, ma non come Bill Russell. Di quelli di oggi meglio non parlare si vedrà a carriera conclusa, semmai. Grande come uomo con la sua sensibilità verso i problemi non facili della convivenza tra neri e bianchi. La sua storia parte da lontano anni 50 un mondo davvero diverso, ma ce ne fossero ancora di uomini con il suo coraggio! A quando un'altra serie di articoli?

  • jack71 28/12/2013, 17.57 Mobile

    Sono commosso, come sempre quando leggo la storia di bill russell...è vero ha sconfitto tutto e tutti compreso un marziano che avrebbe dominato il basket in ogni momento ed era cestistica se non avesse incontrato lui sulla sua strada...

  • CelticLG 28/12/2013, 17.39 Mobile
    Citazione ( Theanswer2 28/12/2013 @ 17:19 )

    Ringraziamo Leo per l'articolo e bill per aver i fatto vincere tutti quegli anelli XD

    Thanks! Se pensi che 11 su 17 li ha fatti lui xD

  • beas8 28/12/2013, 17.35 Mobile

    Bellissimo articolo

  • Theshooter 28/12/2013, 17.34 Mobile
    Citazione ( Theanswer2 28/12/2013 @ 17:19 )

    Ringraziamo Leo per l'articolo e bill per aver i fatto vincere tutti quegli anelli XD

    Mannaggia a bill

  • TheDream2 28/12/2013, 17.31

    Tanto di cappello a Russell e...anche a CelticLG :D

  • Theanswer2 28/12/2013, 17.20 Mobile

    Averci*

  • Theanswer2 28/12/2013, 17.19 Mobile

    Ringraziamo Leo per l'articolo e bill per aver i fatto vincere tutti quegli anelli XD

  • Vnereandthunder 28/12/2013, 17.18

    grandioso articolo, davvero.... brividi

  • Theshooter 28/12/2013, 17.17 Mobile

    Il grande bill complimenti celtic

  • Lucio95 28/12/2013, 17.02

    Complimenti...

  • TheGlove 28/12/2013, 16.59 Mobile

    Il più VINCENTE di tutti i tempi. E su questo non si può discutere!