Indiana Pacers, il miracolo difensivo di Vogel
Analisi sugli Indiana Pacers e sulla loro difesa che concede 95.7 punti ogni 100 possessi
91.3 punti segnati a partita, 89.13 subiti in media. "Parliamo di basket di area FIBA", penserete. Ebbene no, la squadra in questione sono gli Indiana Pacers allenati da Frank Vogel, attualmente terza per record ad Est e potenziale candidata alla finale di Conference. Pur avendo un talento offensivo individuale sicuramente minore a molte altre squadre, pur facendo affidamento su giocatori ancora in crescita e lungi dall'essere al meglio delle loro potenzialità future, i Pacers vantano un record di 25-16 (16-3 in casa!) ed è legittimo pensare, tenendo conto che la lista delle pretendenti non è lunga come a Ovest, che la squadra di Vogel possa fare molta strada nei playoff. Il segreto? Inutile dirlo, la difesa. I Pacers concedono in media ai propri avversari 95.7 punti/100 possessi (statistica considerata come la più affidabile per calcolare l'efficacia difensiva di una squadra nell'arco degli interi 48 minuti), cioè mediamente 6.5 punti/100 possessi in meno rispetto alle rispettive medie punti degli avversari. Pochi nella storia recente NBA hanno potuto vantare statistiche migliori. Pochissimi.
La situazione-tipo per comprendere al meglio il meraviglioso fortino costruito da Vogel è la difesa sul singolo possesso contro un più che classico pick&roll centrale. I Pacers in questo tipo di situazione possono contare sull'intelligenza difensiva di gran parte dei giocatori che costituiscono il quintetto base e sulla particolarità di avere diversi elementi in squadra dalle leve molto lunghe. Durante il training camp, pare che alla fine di un allenamento Vogel abbia chiamato a sè Hill, Hibbert e George e li abbia messi uno a fianco all'altro con le braccia distese: "I just wanted to illustrate to the guys what enormous length we have" (tradotto, "volevo solo mostrare loro su quali lunghissime braccia stiamo lavorando"), commenta l'allenatore. Grazie a questa particolare caratteristica, la squadra si può permettere di limitare al minimo aiuti ed eccessive rotazioni sul Pick&Roll, facendo affidamento sulla possibilità di deviare o intercettare passaggi o comunque rendere più complicato lo sviluppo dei giochi offensivi avversari. Risultato: in casa di Indiana si gioca ai loro ritmi, bassissimi, e ai loro punteggi, ancora più bassi. Alla Bankers Life Fieldhouse di Indianapolis i Pacers hanno recentemente battuto Houston frenandola a 95 punti (questa stessa notte), malgrado la loro media stagionale sia oltre i 105 a partita, hanno concesso a New York soltanto 76 punti (contro i 101 di media contro altre squadre), a Miami 77 (la media è oltre i 102 a partita) e Milwaukee a 80. L'unica squadra dall'inzio della stagione ad aver segnato nei 48 minuti più di 100 punti ad Indianapolis sono stati i gli Spurs, vincendo quella partita.
Proprio dalla squadra di Popovich, e soprattutto dalle scelte difensive, coach Vogel ha tratto molto di quello sta proponendo adesso. La scelta comune dei due allenatori è quella di non lasciare tiri da tre dall'angolo, dove la minor distanza dal canestro fa lievitare le percentuali: Indiana concede ai propri avversari 4.1 "corner three" a partita (di meno solo gli Spurs di Popovich, appunto). E i numeri pagano, perchè sono proprio queste le due franchigie contro cui tutte le altre tirano peggio dall'arco (contro la squadra di Vogel la media è 32.4%), ed in generale Indiana è la difesa contro la quale gli attacchi di tutta la Lega vanno maggiormente in difficoltà: 6.8 stoppate a partita, terza squadra nell' NBA sotto quest'aspetto, rendono l'area poco accessibile e favoriscono quel 41% con cui tirano in media gli avversari dei Pacers, percentuale più bassa tra tutte le trenta squadre.
E' una difesa che toglie ritmo, che non consente particolari accelerazioni (la conferma più evidente: New York il 13 gennaio ad Indianapolis ha realizzato zero, dicasi zero, punti in contropiede), che spesso porta a tiri di bassa qualità e che molto raramente concedono rimbalzi offensivi (i Pacers sono la miglior squadra NBA nel rapporto rimbalzi presi/rimbalzi persi nella propria metà campo).
I numeri non sempre e non necessariamente raccontano tutto quello che succede sul parquet, anzi, sono molte le grandi piccole giocate che non vanno a referto ed hanno un impatto enorme sulla partita. Ma sicuramente i numeri non possono mentire riguardo a quello che invece possono registrare e non possono essere considerati inaffidabili se calcolati su un numero sufficiente di partite. A coronamento di questi dati, il record di Indiana quando la squadra avversaria segna più di 100 punti: una vinta, cinque perse.
Come a dire: "agli 80", e magari ad Indianapolis, è dura per tutti, "ai 100" non particolarmente.
Ma sarà davvero così facile, soprattutto in un contesto di intensità come quello dei playoff (cui i Pacers accederanno con un ottimo record e posizionamento), giocare partite a ritmi superiori? Perchè "agli 80", per ora, pare non esserci storia.