NBA Focus: la trade tra Orlando e OKC
Hennigan ed il suo mentore Presti hanno confezionato l'affare più importante tra quelli visti nella notte del Draft

Cerchiamo di capire i motivi dietro la scelta delle due squadre, tenendo ben presente A che la offseason è appena iniziata, e quindi questo potrebbe essere solo il primo passo di una ‘visione’ più grande, e B che alla fine sarà solo e unicamente il campo a dire chi ha ‘vinto’ o ‘perso’.
ORLANDO
I Magic vengono da anni in lottery non esattamente ‘volontari’, nel senso che il team più volte ha tentato di fare qualche passo in avanti (ad esempio l’offertona a Paul Millsap la scorsa estate), e di puntare ai playoff, ma senza mai riuscirci.
Tra i vari Oladipo, Payton, Hezonja, Gordon, Vucevic e compagnia (compreso Harris, scambiato per sostanzialmente nulla a pochi mesi dal rinnovo), nessuno ha mostrato di avere le stimmate della superstar, del Franchise Player, e questo sicuramente non ha aiutato nell’attirare i free agent più ambiti.
Neanche Vaughn e Skiles hanno convinto più di tanto, ma se il primo non è mai riuscito a dare una vera identità, il secondo almeno ci ha provato, cambiando continuamente e vorticosamente le rotazioni.
Dopo il suo addio il discusso gm Hennigan ha puntato su Vogel, reduce da una serie di stagioni ampiamente positive alla guida dei Pacers.
Il nuovo coach fin dalla sua prima conferenza stampa ha professato fiducia, parlando di ‘roster ideale, pronto per il next step, al quale serve solo qualche buon veterano’, ideale anche per giocare un basket moderno, puntando su difesa, velocità e atletismo.
La difesa appunto, la caratteristica principale dei suoi Pacers, sempre ampiamente sopra la media NBA durante il suo ‘regime’. Al contrario di quella dei Magic...
In questo senso l’arrivo di Ibaka è una vera manna dal cielo, ed è lo stesso Vogel a spiegarlo: ‘Se non è il migliore è comunque tra i top rim protector della lega. Il suo skill-set è veramente unico, oltre che ideale considerando la direzione in cui sta andando il gioco. C’è gran valore nell’avere un big man che può tirare dal perimetro, con in più la versatilità sia per proteggere il ferro che per cambiare sui blocchi e rimanere attaccato alle guardie. Ibaka è uno dei pochi che fa entrambe le cose ad alto livello’.
Tutto vero, Ibaka è probabilmente il giocatore ideale per cercare di mascherare le lacune difensive di Vucevic (e se fosse utilizzato da sesto uomo simil-Kanter?), ma può anche sostituirlo, magari in un ipotetico lineup con Payton, Hezonja, Fournier o uno swingman che potrebbe arrivare dalla Free Agency e Gordon, assetto potenzialmente in grado di ‘switchare’ a piacimento, arma che ormai ogni team con ambizioni ‘vere’ deve avere nelle corde.
Lo sfogo del suo agente dopo la trade non è campato in aria, di fatto nelle ultime due stagioni il suo cliente è stato utilizzato come uno spot-up shooter, con la crescita esponenziale di Adams sono diminuite le sue chance di ricevere vicino al ferro (praticamente dimezzate nel periodo in questione, tra l’altro un discreto spreco per un giocatore che in carriera ha segnato il 71% dei tiri presi entro i 3 piedi).
Il suo rendimento generale è crollato, ma la scommessa dei Magic è che questo sia dovuto più a fattori esterni (quindi l’esplosione del neozelandese e l’arrivo di Kanter per ‘giustificare’ il calo come rimbalzista/stoppatore, e il duo Kanter-Waiters per quello come realizzatore) che a un reale declino del giocatore, che - per quel che ne sappiamo….- ha appena 26 anni.
Hennigan lo conosce da quando è arrivato in NBA, ritiene che la sua attitudine positiva possa 'contagiare' i vari youngsters, e pur di prenderlo (ricordiamo anche che l’anno prossimo andrà rinnovato, e chiederà una cifra decisamente più vicina ai 30 che ai 20..…) ha dato a OKC una potenziale stella ed una lottery pick.
Probabilmente non siamo troppo lontani dalla verità se affermiamo che questa per il gm è la ‘trade della verità’, per intenderci, quella che se va bene sei un genio, e se va male sei licenziato….
Ibaka serviva? Certamente sì, se prendi un nuovo allenatore devi anche modellare il team secondo le sue esigenze, cosa che ad esempio non ha fatto Chicago nel primo anno con Hoiberg, e i risultati li abbiamo visti…
Ibaka è stato strapagato? Senza dubbio, sia Hennigan che Vogel hanno più volte dichiarato quanto sia stato difficile separarsi da Oladipo, una mossa a loro dire però necessaria per equilibrare meglio il roster.
E anche questo è vero, la coppia Dipo-Payton non ha mai convinto a causa delle difficoltà di entrambi nel tiro da fuori, e del bisogno di avere palla in mano. Ora i ruoli sono più definiti, Payton è il playmaker, Hezonja avrà sicuramente più spazio e responsabilità, poi c’è Fournier da rifirmare e dalla Free Agency potrebbe arrivare uno swingman, magari quel Parsons a cui Dallas non sembra disposta a concedere il massimo salariale.
OKC
Ai Thunder di questi tempi qualunque mossa viene giustamente messa in relazione con la Free Agency di Kevin Durant. Dopo l’annuncio della trade i media si sono scatenati, chi parlava di ‘segnale negativo’ e chi di ‘segnale positivo. Chi di ‘progetto due torri, e chi di ‘progetto small ball’, e altro ancora….
Probabilmente, come spesso accade, la verità sta nel mezzo. Di fatto, Sabonis (che secondo Zach Lowe era da tempo al centro dei pensieri di Presti) e Ilyasova, ognuno con le sue caratteristiche (più da ‘battaglia’ il primo, che a Gonzaga ha sempre ben figurati contro futuri NBA player come Okafor e Poeltl), potranno svolgere buona parte del lavoro precedentemente assegnato ad Ibaka, un lavoro - come già detto- più da role player che da terza superstar. Il tutto tenendo ben presente che parte dei 48 minuti destinati al 4 potrebbero essere occupati sia da un centro (quindi Adams-Kanter, coppia dominante contro gli Spurs, riproposta raramente x ovvi motivi in finale di Conference) che da un esterno (lo stesso KD, strepitoso da questo punto di vista nei playoff, oppure Roberson, che giocando più vicino a canestro potrebbe far valere anche il suo fiuto per i rimbalzi).
In più c’è Oladipo, un ventiquattrenne stracolmo di energia, atletismo ed etica lavorativa, reduce da un promettente finale di stagione:
DIPO
Con ogni probabilità andrà a prendersi il posto di guardia titolare, e potrà beneficiare delle extra-attenzioni che le difese sono abituate a concedere a KD e Westbrook. Non è un grandissimo tiratore dalla lunga distanza, ma i miglioramenti esibiti quest’anno nel tiro dalla media lasciano ben sperare. Molto più versatile di Waiters (che a questo punto non dovrà esser per forza confermato, perlomeno non a cifre assurde…) , Roberson e gli altri esterni, vede meglio il gioco ed ha forza fisica, atletismo e voglia per poter dire la sua in ogni matchup difensivo.
L’unica pseudo incognita riguarda il contesto in cui spesso si ritroverà a giocare, non più da prima/seconda opzione, ma da spalla di due superstar diciamo ‘particolari’. Per ovviare a questo, Donovan potrebbe schierarlo spesso insieme alle riserve, o ad uno solo tra KD e Westbrook.
Sono semplici dettagli, il fatto è che OKC esce decisamente rinforzata da questa trade, Ibaka ormai era ‘spendibile’, con i nuovi arrivi ora il roster è più lungo, giovane e versatile.
Con questo colpo, forse anche i peggiori detrattori di Presti la smetteranno di parlare della trade di James Harden...
La vita del gm è per forza di cose costellata anche di errori, nessuno è senza peccato (va bene, tranne Popovich-Buford…), sarebbe il caso di rendere onore al boss dei Thunder, che nonostante tutte le limitazioni degli small-market (ed un owner non certo spendaccione…) è riuscito a costruire una squadra che ormai da anni è ai vertici della terribile Western Conference.
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