NBA on fire: Kemba Walker
Charlotte è sesta ad Est con 34 vittorie in 62 partite
La scorsa notte contro Minnesota gli Hornets hanno vinto la decima partita sulle ultime 12 giocate, una serie positiva che ha consentito al team di suà maestà Michael Jordan un notevole salto negli 'standings' della Eastern Conference.
Dalla pausa per l'All Star Game Charlotte segna 7.1 punti ogni 100 possessi in più degli avversari (ad Est meglio solo la sorprendente Miami), grazie sopratutto ad una difesa che è tornata al livello del primo mese di regular season.
In attacco il protagonista incontrastato è Kemba Walker, che ieri ha steso Minnesota con una fiammata da 21 punti (5 su 5 da tre) nel solo terzo periodo, in una prova da 34 punti, 7 rimbalzi e 6 assist:
Il folletto da UConn nelle ultime 10 vittorie marcia spedito con medie di 27.6 punti, 5.2 rimbalzi, 6 assist e 1.4 recuperi, con il 49% dal campo, il 44% da tre ed il 78% ai liberi. Dopo la pausa per l'ASG ad Est solo Lowry ha realizzato più punti x game.
Dopo quattro stagioni passate perlopiù a palleggiare all'infinito e sparacchiare jumper contestati dalla media - con di fianco due 'non-tiratori' come Henderson e MKG-, in molti (anche chi Vi scrive...) lo hanno etichettato come il classico volume scorer inefficiente destinato a giocare in squadre mediocri.
Quest'anno invece, grazie all'arrivo in primis di Batum, di altri tiratori, e al 'risveglio' di Marvin Williams (CONTRACT YEAR ALERT!!!), per la prima volta in carriera Walker ha potuto operare con uno spacing adeguato e senza tutto il peso dell'attacco sulle spalle.
In particolare la presenza del francese nelle duplici vesti di realizzatore e facilitatore è stata fondamentale: per player tracking Walker tira oltre il 45% quando è proprio Batum a metterlo in ritmo, ed in generale quando è con lui in campo tira con il 45% dal campo ed il 42% da tre, e crolla rispettivamente al 39% ed al 25% (con un usg% maggiore) nei minuti senza la sua spalla.
da nba.com
Grazie a questa sorta di regia condivisa (importante anche il contributo di Lin e di una second unit che spesso fa la differenza) Kemba sta disputando la miglior stagione della sua carriera, la sua esplosione non fa altro che confermare un vecchio detto che rimane sempre attuale.
Il contesto è tutto nella NBA.
Dalla pausa per l'All Star Game Charlotte segna 7.1 punti ogni 100 possessi in più degli avversari (ad Est meglio solo la sorprendente Miami), grazie sopratutto ad una difesa che è tornata al livello del primo mese di regular season.
In attacco il protagonista incontrastato è Kemba Walker, che ieri ha steso Minnesota con una fiammata da 21 punti (5 su 5 da tre) nel solo terzo periodo, in una prova da 34 punti, 7 rimbalzi e 6 assist:
Il folletto da UConn nelle ultime 10 vittorie marcia spedito con medie di 27.6 punti, 5.2 rimbalzi, 6 assist e 1.4 recuperi, con il 49% dal campo, il 44% da tre ed il 78% ai liberi. Dopo la pausa per l'ASG ad Est solo Lowry ha realizzato più punti x game.
Dopo quattro stagioni passate perlopiù a palleggiare all'infinito e sparacchiare jumper contestati dalla media - con di fianco due 'non-tiratori' come Henderson e MKG-, in molti (anche chi Vi scrive...) lo hanno etichettato come il classico volume scorer inefficiente destinato a giocare in squadre mediocri.
Quest'anno invece, grazie all'arrivo in primis di Batum, di altri tiratori, e al 'risveglio' di Marvin Williams (CONTRACT YEAR ALERT!!!), per la prima volta in carriera Walker ha potuto operare con uno spacing adeguato e senza tutto il peso dell'attacco sulle spalle.
In particolare la presenza del francese nelle duplici vesti di realizzatore e facilitatore è stata fondamentale: per player tracking Walker tira oltre il 45% quando è proprio Batum a metterlo in ritmo, ed in generale quando è con lui in campo tira con il 45% dal campo ed il 42% da tre, e crolla rispettivamente al 39% ed al 25% (con un usg% maggiore) nei minuti senza la sua spalla.
da nba.com
Grazie a questa sorta di regia condivisa (importante anche il contributo di Lin e di una second unit che spesso fa la differenza) Kemba sta disputando la miglior stagione della sua carriera, la sua esplosione non fa altro che confermare un vecchio detto che rimane sempre attuale.
Il contesto è tutto nella NBA.
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D. Skerletic
@hoop_talent
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