538: Le enormi potenzialità di Kristaps Porzingis
L'articolo da Fivethirtyeight.com parla di Porzingis e delle sue enormi potenzialità
Una volta il futuro dei New York Knicks appariva assai buio, e così è rimasto per un bel po’ di tempo e per molteplici ragioni. Poi però è arrivata la Grande Speranza Lettone. Kristaps Porzingis, la matricola di 221 centimetri che ha raccolto sonori fischi di disapprovazione in occasione della scelta all’ultimo draft, è diventato ben presto, dopo poco più di un mese dall’inizio della stagione, l’atleta più amato al Madison Square Garden (ci dispiace, Carmelo Anthony e Henrik Lundqvist).
Porzingis è entrato di prepotenza nel panorama NBA grazie a una serie di schiacciate su rimbalzo offensivo già nelle primissime partite. Ma soprattutto, specialmente per i tifosi dei Knicks, ha tenuto un livello di gioco costante, tendente allo spettacolare. Fino a questo momento della stagione Porzingis sta segnando 17,9 punti di media, catturando 11,0 rimbalzi e rifilando 2,4 stoppate su base 36 minuti e sta infilando triple a un ritmo che renderebbe orgoglioso un altro gigante proveniente dai paesi baltici, Arvydas Sabonis (Porzingis è riuscito a superare rapidamente lo scoglio della diversa distanza da 3 NBA, arrivando a una percentuale del 35,4% dopo il primo periodo di difficoltà). C’è da dire che nessun giocatore della storia NBA ha mai vantato una tale combinazione di gioventù, altezza, rapidità e tiro da lontano. Porzingis ha dimostrato di essere così forte e stupefacente da diventare quel raro rookie capace di mettere d’accordo sia i sofisticati esteti sia i puristi delle statistiche: il ragazzo ha la stoffa del campione.
La proiezione per Porzingis
Che cosa gli riserva dunque il futuro? Qui abbiamo una (probabilistica) sfera di cristallo a forma di palla da basket chiamata CARMELO (nessuna relazione diretta con Carmelo Anthony, sebbene ci siamo vagamente ispirati a lui), ossia il nostro sistema per le proiezioni NBA. Prima dell’inizio della stagione abbiamo eseguito le proiezioni con CARMELO per più di 500 giocatori; fra questi c’erano anche quelle, basate sulle statistiche al college, per i rookie come Karl-Anthony Towns, scelta numero uno assoluta e avversario di Porzingis mercoledì sera (16 dicembre, NdT). Tuttavia nessuna proiezione è stata eseguita per Porzingis e gli altri giocatori internazionali che non hanno preso parte alla NCAA. Dovremmo risolvere questo aspetto.
Qui sotto potete vedere una sua proiezione CARMELO basata sulle sue prime 25 gare nella NBA. Prevede un presupposto mitico, perché spalma il rendimento tenuto in 25 partite su tutte le 82 gare stagionali. Così facendo non solo presuppone che il Porzingis visto finora sarà il Porzingis che si presenterà in campo fino ad aprile, ma anche che rimarrà sano per tutto il resto dell’anno.
Se questi presupposti saranno mantenuti, i Knicks avranno tra le mani un prospetto formidabile. La NBA non è una lega facile per le matricole, perciò già il solo fatto di essere nelle rotazioni di una squadra a 20 anni è spesso indizio di un futuro brillante. Finora, tra l’altro, Porzingis non ha solo fatto parte delle rotazioni, ma ha anche fatto registrare un rendimento sopra la media (secondo la combinazione di Box Plus/Minus e Real Plus-Minus che fa parte dei parametri che usiamo per CARMELO): di solito è il sintomo di un potenziale campione. Anzi, il suo punteggio alto sul lungo periodo, basato sulla proiezione del suo Wins Above Replacement (WAR) per gli anni 2016-2022, è 36,3. Più che ottimo: in questo inizio di stagione lo avrebbe fatto classificare al 17esimo posto fra tutti i giocatori franchigia della lega, dalle parti di Giannis Antetokounmpo, John Wall e Jimmy Butler.
Allo stesso tempo però la proiezione per Porzingis è piena di incertezza. Nel 2018-2019, per esempio, la proiezione per il 90esimo percentile (secondo CARMELO, Porzingis ha il 10% di possibilità di raggiungere un WAR pari o superiore alla proiezione per il suo 90esimo percentile) indica un WAR di 13,3, un valore che lo farebbe entrare nella rosa dei candidati al titolo di MVP. Tuttavia la proiezione per il decimo percentile è soltanto 0,0 WAR (esattamente al livello sostituzione), più o meno sui valori di Quincy Acy. Il margine di errore per le previsioni CARMELO sui giovani giocatori è spesso elevato, ma in questo caso lo è particolarmente.
Bene tutto, ma è o non è Dirk?
Ma insomma. In parte c’è il problema a cui ci riferivamo prima. Una delle funzioni di CARMELO è identificare giocatori paragonabili, ma non è facile trovare nella storia NBA giocatori simili a Porzingis. Soltanto uno, Brook Lopez, raggiunge con il lettone un punteggio di somiglianza di almeno 50 (vale a dire la soglia dopo cui due giocatori sono considerati essere “estremamente simili”); se però dobbiamo essere onesti, il paragone Lopez-Porzingis, a differenza di altri accoppiamenti elaborati da CARMELO, non regge il test dell’osservazione.
Nei casi di giocatori insoliti come Porzingis CARMELO deve fare dei sacrifici. Per quanto riguarda Lopez, ignora il fatto che questi non ha quasi mai tirato da tre (sebbene dalla media distanza sappia il fatto suo). Per quanto riguarda Kevin Love, al quarto posto nella lista dei giocatori simili al lettone, identifica un altro lungo con buone percentuali dall’arco e ottimi numeri a rimbalzo, ma ignora che la conformazione di Love è piuttosto diversa, perché è 13 centimetri più basso e un po’ più massiccio (e lo era specialmente qualche anno fa). Dal momento che CARMELO si affida alle voci statistiche che appaiono sul tabellino, può essere difficile tradurre considerazioni come “rapido nella transizione difensiva” in numeri da inserire in un elaboratore; questo significa che il modello può sostenere che i numeri difensivi di Porzingis sono paragonabili a quelli di Shawn Kemp, quando dal punto di vista stilistico assomiglia più ad Andrei Kirilenko.
Si apprezza meglio l’ampiezza del ventaglio di possibilità scorrendo i 50 giocatori più simili al lettone calcolati da CARMELO, perché si passa da Shaquille O’Neal a Darko Milicic. C’è anche un cammeo del suo idolo, Dirk Nowitzki, alla numero 17. Perché non più in alto? Perché, come segnala correttamente Nowitzki, Porzingis a 20 anni è notevolmente meglio di quanto lo fosse il tedesco a quell’età. CARMELO “pensa” che il paragone Porzingis-Nowitzki sia poco lusinghiero per il primo.
Tuttavia il comportamento offensivo di Porzingis ha qualche tratto in comune con il Nowitzki di oggi. Il lettone è spesso paragonato a Jahlil Okafor e Towns, cosa non sorprendente visto che il ruolo è lo stesso e che sono stati tutti scelti in alto, ma a differenza degli altri due, Porzingis, come Nowitzki, ha il raggio di tiro tipico del 21esimo secolo. A dirla proprio tutta, la distribuzione dei suoi tiri in campo si avvicina molto a quella della NBA in generale, con un quarto dei tiri presi da dietro l’arco, un terzo dalla media distanza e il resto da sotto canestro.
La varietà delle soluzioni offensive di Porzingis è anche un segno incoraggiante per il futuro. È vero che le sue percentuali sono tutto sommato nella media da ogni posizione, ma le sta tenendo a 20 anni e dall’alto di 221 centimetri: notevole. Se la NBA è piena di lunghi capaci di tirare, è raro vedere un giocatore al primo anno con questa competenza al tiro. E il tiro è stato proprio il tallone d’Achille di giovani lunghi come Anthony Davis e Blake Griffin, che con il tempo sono arrivati anche a tirare da 3.
Le buone notizie non si limitano alla metà campo offensiva, perché Porzingis è gia un efficace protettore del ferro. Considerando che molti temevano che potesse avere un impatto piuttosto morbido nella lega, i suoi numeri difensivi, ancor più di quelli offensivi, dovrebbero bastare a far tacere gli scettici. Stoppa più volte a partita, e gli avversari tirano solo con il 47% da vicino al canestro quando vi si trova anche il lettone, che è anche una delle principali ragioni per cui i Knicks sono al momento tra le migliori squadre della NBA per quanto riguarda la protezione del proprio canestro. Signori, i Knicks!
Forse non avete capito: i Knicks! Una squadra i cui giorni di gloria risalgono a più di 40 anni fa, e che in passato ha sprecato un bel po’ di ottime opportunità. Che cosa andrà storto questa volta?
Un breve giro di giostra?
Uno dei problemi che incombono su Porzingis potrebbe avere a che fare con la longevità sportiva. Tra i 50 giocatori paragonabili a lui, circa il 20% (se si escludono giocatori molto recenti che ancora non hanno completato la propria sesta stagione) aveva giocato meno di 1000 minuti (o era uscito direttamente dalla lega) al momento del proprio sesto anno nella NBA. Di solito questo indica un infortunio grave. Inoltre, sempre tra i giocatori simili al lettone, si può apprezzare l’inversa proporzione tra altezza e longevità sportiva: i giocatori più alti di quella lista sono anche quelli più inclini agli infortuni.
Questo potenzialmente può essere un problema, perché Porzingis non è solo alto, è un gigante: uno dei soli 25 giocatori di sempre a essere alto almeno 7 piedi e 3 (221 centimetri, NdT) e a giocare nella NBA. Questo ci regala degli aneddoti curiosi (tra i giocatori di almeno 221 centimetri, Porzingis è già il quarto di sempre per triple segnate, dietro Sabonis, Manute Bol e Zydrunas Ilgauskas) e tendenze preoccupanti (per esempio, nessun giocatore di almeno 221 centimetri ha mai raggiunto le 1000 partite nella NBA; Mark Eaton, con 875, è quello che ci si è avvicinato di più).
Esiste veramente il problema di essere troppo alti per la NBA, così come affermato da Phil Jackson al momento della scelta di Porzingis? Beh… forse. Il grafico qui sotto rappresenta la distribuzione delle altezze dei giocatori NBA dal 1976, anno della fusione con la ABA, ponderate per i minuti giocati, e la paragona alla distribuzione normale.
Ci sono delle discrepanze interessanti. Una delle più evidenti è che ci sono molti meno giocatori di 6 piedi e 4 o 6 piedi e 5 (da 1,95 a 1,98 metri, NdT) di quanti ne prevedrebbe una distribuzione normale. Questo potrebbe essere spiegato dal fatto o che tali giocatori sono considerati tweeners (troppo piccoli per giocare ala, ma non necessariamente rapidi o a agili a sufficienza per giocare guardia) o che il valore della loro altezza è ritoccato ad arte verso l’alto per evitare di cadere nella categoria appena descritta. Per esempio Charles Barkley, altezza ufficiale 6 piedi e 6 (201 centimetri, NdT), era più probabilmente alto 6 piedi e 4 o 6 piedi e 5.
Un’altra discrepanza degna di nota è la minore presenza di giocatori alti 7 piedi e 1 (2,16 metri, NdT) o più. Affidandosi alla distribuzione normale, ci si aspetterebbe che questa categoria di giocatori si dividesse circa il 6% dei minuti totali nella NBA, mentre ne hanno giocati poco più del 3%. Esistono molte spiegazioni plausibili. Per esempio, ci potrebbero essere pochi vantaggi per le altezze che superano i 7 piedi (2,13 metri, NdT), quindi alcuni giocatori molto alti potrebbero aver arrotondato l’altezza verso il basso piuttosto che verso l’alto. Kareem Abdul-Jabbar, uno dei giocatori più longevi della storia della NBA, era dato a 219 centimetri, ma gli avversari avrebbero giurato che andassero aggiunti almeno quattro/cinque centimetri. Oppure, guardando al quadro generale, forse ci sono buoni motivi per essere preoccupati per dei giocatori che devono portarsi appresso telai del genere.
Tutto sommato però “avere motivi per essere preoccupati” è inevitabile nella nevrotica New York; ed è comunque molto meglio rispetto allo stato di disperazione totale di qualche tempo fa. La parte migliore è avere un giocatore che, come Anthony Davis, si può giocare le proprie possibilità per ridefinire il ruolo che occupa. Porzingis! è il più grande spettacolo a cui i Knicks hanno assistito dai tempi della Linsanity.
Traduzione di Giacomo Sauro
Articolo di Nate Silver e Kirk Goldsberry
Kristaps Porzingis Is A Freak — And Potentially A Superstar