L'attacco dei Portland Trail Blazers: il Wheel Offense
L’attacco Blazers è senza dubbio tra i più interessanti della lega, specie per un particolare set: il wheel offense sviluppato da Garland Pinholster alla fine degli anni 50
Grazie alla collaborazione con il sito Pickandpopculture.it, oggi presentiamo come si sviluppa il Wheel Offense dei Portland Trail Blazers.
L’attacco Blazers è senza dubbio tra i più interessanti della lega, specie per un particolare set: il wheel offense sviluppato da Garland Pinholster alla fine degli anni 50. Questo set derivava dalla necessità di soddisfare le esigenze della sua squadra universitaria; Stotts ha quindi assimilato questo particolare attacco adattandolo alla realtà nba, nel modo che vedremo in seguito.
Il Wheel offense originario sviluppato da Pinholster era modellato sulla necessità di battere le difese universitarie le quali cambiavano spesso in corso d’opera passando dalla difesa a uomo a quella a zona, e viceversa. Quindi Pinholster decise di inglobare nel suo attacco un sistema capace di adattarsi a questi cambiamenti posizionando un uomo in post alto e facendo “ruotare” gli altri 4 uomini attorno a questo giocatore: lo schieramento per iniziare l’attacco doveva essere l’1-3-1, con 4 uomini sul lato forte, sovraccaricandolo così da attaccare meglio la zona. Le basi di questo attacco erano una serie di blocchi portati per liberare i tagli verso l’area che conducevano ad azioni flex in cui il bloccante veniva a sua volta bloccato per ricevere fuori dall’area il quale poi sarebbe diventato il nuovo perno per la chiusura del cerchio.
Terry Stotts quindi ha trasformato e semplificato questo sistema rendendolo l’azione principe del suo attacco; bisogna subito dire che è altra cosa rispetto alla motion offense Popovichiana o il TPO di Tex Winter, non permette di entrare subito nell’attacco dopo la transizione secondaria: richiede che i 5 giocatori siano nella zona di loro competenza prima che l’attacco cominci. Da qui la volontà di limitare questo sistema ad una “semplice azione”. Ma in che modo esattamente l’ha trasformato?
Beh, l’ha reso più adatto ad attaccare una difesa ad uomo e ha reso compatibile lo schieramento iniziale con vari altri schemi possibili: la partenza dell’attacco è infatti il famoso (e forse eccessivamente utilizzato) “horns”, che compone una parte significativa di 30 playbook su 30 nell’nba. Lo schieramento quindi è un 3 out 2 in come si può vedere dalla figura sottostante.
L’azione più semplice consiste in un pin down del lungo per l’esterno posizionato in angolo il quale dopo essere passato sul blocco può uscire per ricevere palla e continuare l’attacco o può tagliare a ricciolo. Se taglia a ricciolo è importante che il lungo sul lato opposto abbia un piazzato dalla media affidabile, dato che questo renderà l’aiuto molto più penalizzante da eseguire.
Nel caso in cui il giocatore decida di uscire sul perimetro, l’opzione di gioco più semplice e comune è quella in cui esso riceve la palla in punta e il “vecchio” portatore di palla taglia a canestro sfruttando il blocco del lungo opposto.
Quando avviene il primo blocco e Batum esce sul perimetro, il giocatore nell'angolo opposto cambia lato per mantenere la difesa occupata, uscendo sul perimetro dopo il blocco.
In questo video si vede come il taglio di Lillard costringe la difesa a presidiare l'area, permettendo un semplice tiro da tre punti a Wright.
Un altro grande pregio di questo attacco è la possibilità di giocare in qualunque momento il pick and roll con spaziature ottimali: due uomini sempre sugli angoli e il bloccante porta il blocco sempre con un leggero vantaggio temporale rispetto al suo avversario, grazie al primo blocco per il tagliante.
Il vero punto di forza di tutto ciò è il continuo movimento degli esterni, mantenendo così la difesa sempre occupata su tutta la metà campo rendendo quasi impossibili gli aiuti, e la presenza costante dei due lunghi all'interno dell'area per giocare rapidi post up, rimanendo sempre in posizione per il rimbalzo offensivo. Chiaramente, come in ogni sistema offensivo, sono le letture degli uomini che fanno la differenza tra un attacco vincente e un attacco mediocre ma in questo particolare set, di particolare rilevanza è anche la versatilità dei ruoli: si è più volte visto come sia necessario che in determinate situazioni l'esterno sia pericoloso sia fuori dalla linea di 3 punti, sia spalle a canestro. Batum e Matthews infatti sono perfetti per queste situazioni, la difesa non sa mai ciò che potranno fare e con Aldridge come bloccante questa deve decidere se concedere un tiro da 3 a Batum o un long 2 ad Aldridge....difficile scegliere.
Articolo di Alberto Ambrosio
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