Avvertenza: articolo smorza-entusiasmo. L’ankle breaker non esiste
Nuova traduzione dal sito Grantland. Si parla di ankle breaker
Proseguono gli appuntamenti settimanali con le traduzioni degli articoli del sito Grantland da parte di Giacomo Sauro. L'articolo di oggi è la traduzione di quello scritto da Amos Barshad dal titolo "Joyless Opinion Alert: NBA ‘Ankle Breaking’ Is a Lie".
Lunedì sera (2 febbraio, NdT) i Grizzlies hanno superato di misura i Suns (102-101) grazie a un lucido canestro dopo un rimbalzo in attacco del nuovo arrivato Jeff Green e a una perentoria stoppata all’ultimo secondo di Marc Gasol. La gara ha però offerto un’altra azione da evidenziare: Eric Bledsoe e le sue caviglie spezzate!
Corretto, no? Guardate Mike Conley che gli palleggia davanti. Guardate Bledsoe che rovina a terra. R.I.P. Eric Bledsoe.
Dovete però chiedervi: è accaduto esattamente questo? O è forse quello che l’opinione pubblica intorno alla NBA vuole farvi credere?
Osservate meglio. Notato qualcosa? Non avete visto per caso un gigante spagnolo che allunga il piedone, forse intenzionalmente? Come Mike Prada di SB Nation giustamente osserva: “Vedendo bene, probabilmente Marc Gasol sgambetta Eric Bledsoe, ma PAZIENZA. Non sarò certo io a rovinare gli highlights”.
Parole sagge, amico. Chi sarebbe così triste da voler rovinare degli highlights così perfetti?
Io, per esempio.
Chiamatemi pure folle. Chiamatemi pazzo o guastafeste, non mi interessa. Lo penso e lo dico: nella NBA l’ankle breaker è, in linea di massima, un mito. Generalmente i difensori in questa lega non sono così scarsi da essere umiliati così. Quando cadono, scivolano o inciampano è di solito colpa di una zona di parquet umida, di un piede galeotto o di qualche altra concausa poco appariscente, e non, mi dispiace dirlo, per l’effetto di un semplice, per quanto devastante, palleggio incrociato.
È chiaro che a tutti piace alzarsi in piedi e gridare che quel giocatore “si è messo i pattini”, oppure che “è finito in un frullatore”. Anche a me piacerebbe vivere in un mondo così, pieno di meraviglie e divertimenti. Ma mi dispiace, amici, il mondo in cui viviamo non è così.
Ecco un esempio particolarmente efficace. “Dirk non riesce a marcare Boris Diaw”, recita la didascalia a questo video di YouTube. “Boris Diaw spezza per due volte le caviglie a Dirk Nowitzki”.
Sembrerebbe verosimile, anche perché le caviglie di Dirk sono decisamente inclini alla rottura. Ma guardate il video e vi accorgerete che Nowitzki scivola due volte più o meno nello stesso punto.
Vediamo un giocatore a terra e immediatamente urliamo: “caviglieee!”. Se però fossimo fedeli alla verità e alla giustizia dovremmo invece urlare: “parquet bagnato!” (come confermato dallo stesso tedesco in un tweet dello scorso ottobre).
Allo stesso modo, guardate Lorenzo Brown dei Tmberwolves che apparentemente si fa beffe del povero Marcus Smart.
APPARENTEMENTE. Smart appoggia il piede per girarsi e cambiare direzione, e lì avviene la caduta. Il pubblico di casa, affamato come sempre di vedere avversari a terra, strepita di meraviglia. Quello che avrebbe invece dovuto fare sarebbe stato girarsi silenziosamente verso il vicino con aria interrogativa: “era bagnato il parquet?”
Qui Kemba Walker fa cadere Nikola Mirotic:
Sembra perfetto. Dopo questo Nikola dovrebbe sbrigarsi a prendere il prossimo volo per Podgorica. Ma osserviamo con più attenzione. Kemba ha fatto qualcosa di così speciale? O forse Mirotic è andato in confusione mentale per il cambio di marcatura e ha iniziato a muovere disordinatamente i piedi senza un motivo preciso? Questo non è un crossover letale. Questo è come quando ti assopisci trenta secondi in metro, salti la tua fermata e inciampi mentre scendi a quella successiva.
Ecco una variazione sul tema: il difensore che va dall’altra parte. “Ma dove va?!”, urla Fred McLeod, il telecronista dei Cavs, dopo che Kyrie Irving abbindola JaKarr Sampson. “Fa male alle caviglie e all’ego!”
Va bene, sicuramente l’accelerazione del giovane Kyrie è stata notevole. Ma, ci risiamo: “Non si può parlare di ankle breaker se il difensore viene ingannato dal blocco”. Grazie mille, Conor, utente di SLAMOnline.com, sei una persona saggia. Aggiunge Fat Lever, anche lui utente del sito: “Esatto, probabilmente Sampson pensava che Noel sarebbe stato dall’altra parte, così ha provato ad anticipare a sinistra”. Non lasciamo che queste verità cadano nel vuoto. Siete un faro nella nebbia, cara community di utenti di SLAMOnline.com.
Dico tutto ciò per salvaguardare la vera arte del palleggio incrociato. Nella maggior parte dei casi bene che vi va confonderete un poco il difensore. Non è esaltante, lo so, ma cerchiamo di essere realisti.
Guardate Jamal Crawford contro Bojan Bogdanovic:
O Kyle Lowry contro Oladipo:
O anche Klay, che slitta un po’:
Questo è generalmente il massimo che si può sperare da un puro crossover. Non è un ankle breaker, perché in realtà non ti spezza le caviglie, al più ti fa voltare la schiena. In un mondo migliore non sarebbe così, ma in quello triste in cui viviamo non possiamo avere di meglio. Jordan si è ritirato, va bene? Mi dispiace, non gioca più.
Allora, respiriamo profondamente e non urliamo più ogni volta che un difensore inciampa. Prendiamola come una lezione sull’importanza della ricerca della verità, audace e altruista. Concentriamoci sulle zone di campo rimaste sudate allo stesso modo con cui dovremmo concentrarci sugli inganni della vita.
Nel frattempo, teniamoci l’urlo per le occasioni in cui veramente assistiamo a qualcosa di sublime. Come qui, occhio alle caviglie:
Occhio alle caviglie:
Occhio alle caviglie:
Occhio alle CAVIIIGLIEEE:
Traduzione di Giacomo Sauro