Sportando Power Ranking: Western Conference
Gli Spurs ancora al comando ma dietro le inseguitrici scalpitano. Warriors, Clippers,Thunder, Mavericks, tutte vogliono cercare di strappare lo scettro alla squadra di Gregg Popovich.
Dopo aver visto la situazione della Eastern Conference, è il momento di analizzare la Western Conference prima dell'inizio della regular season. Gli Spurs di Popovich sembrano ancora la squadra da battere ma dietro ci sono tante squadre pronte a togliere lo scettro a San Antonio. Thunder, Warriors, Clippers, Mavericks hanno fame di vittorie.
1) San Antonio Spurs (Coach: Gregg Popovich, confermato)
La scorsa stagione degli Spurs è stata un vero e proprio trionfo. La squadra di coach Popovich ha fatto tutto a meraviglia e ha posto fine ai Big Three di Miami. Una qualità di gioco mai vista prima, un'intelligenza cestistica e una circolazione di palla senza eguali. Quest'anno gli Spurs si presentano ai blocchi di partenza con la conferma di tutto il gruppo dell'anno scorso. Ha rinnovato Diaw, protagonista fondamentale degli scorsi playoffs, ha rinnovato Patty Mills (che sarà però costretto a saltare l'inizio della stagione) e alla fine è rimasto anche Aaron Baynes, che sarà preziosissimo per dare minuti di respiro a Duncan e Splitter.
AGGIUNTE: Dal draft è arrivato Kyle Anderson, uscito da UCLA. Ragazzo molto interessante e che scelto alla fine del primo giro potrebbe trasformarsi tranquillamente nella classica "steal of the draft". In molti vedono in lui un Boris Diaw 2.0, grande visione di gioco e intelligenza cestistica elevatissima, il tutto sempre ad un ritmo controllato. Dalla free-agency non è arrivato praticamente nessuno, se non Bryce Cotton, che non è detto che riesca a far parte del roster finale. Sono stati rinnovati tutti i contratti più importanti. La squadra non aveva bisogno di molto altro.
COSA MANCA: Praticamente nulla. Forse, a voler trovare necessariamente una mancanza, un altro lungo che potesse allungare le rotazioni avrebbe fatto comodo, con tutto il rispetto per Ayres che non è un giocatore di livello. Detto questo, gli Spurs rimangono comunque la squadra da battere quest'anno. L'età conta relativamente, è da almeno 5 anni che si dice sempre che gli Spurs sono vecchi e che sono a fine corsa ma poi li ritroviamo sempre in fondo. Duncan è in una condizione fisica eccellente, Parker continua a spingere come se fosse un 20enne e Ginobili rimane, probabilmente, il miglior sesto uomo che si possa desiderare in uscita dalla panchina. Aggiungeteci i vari Splitter, Green, Belinelli, Joseph, Baynes e compagnia e avrete la vostra squadra da titolo.
2) Oklahoma City Thunder (Coach: Scott Brooks, confermato)
Una off-season abbastanza tranquilla per i Thunder, un solo arrivo degno di nota (quello di Anthony Morrow) e il tentativo fallito di firmare Pau Gasol, finito a Chicago. Kevin Durant e soci si sono stufati di essere gli eterni secondi della situazione e quest'anno vorrebbero invertire la tendenza ma sarà tutt'altro che una missione semplice. Durant ha avuto una Estate particolare con la decisione di lasciare Team USA dopo l'infortunio di Paul George e il rinnovo contrattuale con la Nike dopo la mega offerta della Under Armour. La sensazione è che ai Thunder manchi ancora qualcosa per poter nutrire chances da titolo.
AGGIUNTE: Dalla free-agency è arrivato Anthony Morrow, tiratore che dovrà sfruttare gli scarichi di KD e di Westbrook. Sebastian Telfair andrà a ricoprire il ruolo che era di Derek Fisher. Dal draft è arrivato soprattutto Mitch McGary, lungo che potrebbe trovare minuti importanti dietro a Serge Ibaka, aiutando a migliorare ulteriormente le rotazioni difensive.
COSA MANCA: Brooks dovrà cercare di trovare delle soluzioni offensive alternative, troppo spesso l'attacco dei Thunder finisce per stagnare nelle mani di Westbrook e Durant, diventando di una prevedibilità e di un'inefficacia rara. Trovare delle alternative è indispensabile. Lamb e Reggie Jackson dovranno fare ulteriori passi in avanti. Se Ibaka sarà sano nei momenti chiave, i Thunder rimangono assolutamente una squadra da finale ma ci sarà da trovare maggiore equilibrio in attacco, visto che la difesa è già una delle migliori 5 della lega.
3) Los Angeles Clippers (Coach: Doc Rivers, confermato)
L'era Sterling è ufficialmente finita e adesso al comando della franchigia c'è Steve Ballmer, ex CEO di Microsoft. Aver trovato una stabilità societaria è fondamentale, visto che molti avevano minacciato di lasciare nel caso in cui Sterling fosse rimasto in sella. Nella off-season sono arrivati soprattutto Spencer Hawes e Jordan Farmar e la squadra ha ceduto Jared Dudley che aveva parecchio deluso nella sua esperienza losangelina. L'anno scorso i Clippers sono stati il miglior attacco della lega con quasi 110 punti di media a gara. Con un Paul sano tutta la stagione e la crescita continua di Griffin e De Andre Jordan non si vede perchè la squadra non possa fare anche meglio. L'obiettivo è il titolo, inutile negarlo....peccato che ad Ovest sia l'obiettivo di parecchie squadre.
AGGIUNTE: Spencer Hawes è stato l'aggiunta principale della free-agency dei Clippers, dopo aver vissuto una buona stagione tra Sixers e Cavs. Jordan Farmar arriva per sostituire Darren Collison, volato a Sacramento. Douglas-Roberts viene da una buona stagione a Charlotte e sarà utile ad allungare le rotazioni degli esterni. Ekpe Udoh, se sano fisicamente, è un'ottima firma al minimo salariale. Sono rimasti anche Turkoglu e Davis, due giocatori fortemente voluti da Rivers. Da capire che tipo di ruolo potrà avere Joe Ingles, firmato con un non garantito e arrivato dopo una stagione in chiaroscuro al Maccabi Tel-Aviv.
COSA MANCA: L'off-season è stata di buon livello, Hawes e Udoh danno sicuramente più alternative nel reparto lunghi rispetto ad Hollins e Mullens, Farmar non farà rimpiangere più di tanto Collison, giocatore che ha fatto bene a L.A. ma sempre molto pasticcione nel suo modo di giocare e di portar palla. Anche qui, come nel caso dei Thunder, Rivers dovrà sforzarsi di trovare qualche alternativa in più offensivamente, evitando alcuni dei momenti di "hero ball" di Chris Paul o di Jamal Crawford. Il vero buco nel roster è nel ruolo di ala-piccola, Barnes è un giocatore di grinta e carattere, oltre ad essere un buon difensore, ma offensivamente è spesso molto limitato e tende a ridurre le opzioni offensive della squadra.
4) Dallas Mavericks (Coach: Rick Carlisle, confermato)
Il roster dei Mavericks ha cambiato profondamente volto nel corso della off-season ma le ambizioni in quel di Dallas rimangono molto elevate, in particolar modo grazie all'arrivo di Chandler Parsons dagli Houston Rockets. Tyson Chandler è tornato dopo il titolo del 2011 ed è pronto a zittire quelli che a New York lo consideravano un giocatore finito o quasi. Carlisle ha già dimostrato di essere un signor allenatore e l'anno scorso quasi riusciva a mandare a casa gli Spurs al primo turno. La off-season è stata di altissimo livello, adesso i Mavs dovranno dimostrare sul campo di poter andare fino in fondo.
AGGIUNTE: Chandler Parsons è stato il principale colpo della off-season dei Mavs, strappato ai rivali dei Rockets con un triennale sostanzioso. Tyson Chandler e Raymond Felton sono arrivati via trade dai New York. Un'altra aggiunta interessante è quella di Jameer Nelson, tagliato dai Magic. Nowitzki ha rinnovato a delle cifre ridicolmente basse rispetto al suo reale valore e il roster è stato completato con una serie di veterani come Jefferson, Villanueva e Ivan Johnson. Le partenze sono state comunque pesanti, Carter e Marion non saranno facili da sostituire e l'addio di Calderon lascia un buco in cabina di regia.
COSA MANCA: La panchina è meno profonda rispetto all'anno scorso. Jefferson e Villanueva non sono certo Carter e Marion, Felton viene da un periodo orrendo, sia sul campo che fuori, Al Farouq-Aminu è un onesto mestierante ma nulla di più. L'enigma principale sarà proprio la capacità di produzione della panchina dei Mavs. Inoltre, la partenza di Calderon lascia il ruolo di point-guard abbastanza scoperto. Harris e Nelson si divideranno la maggior parte dei minuti in quel ruolo, con Felton che completerà le rotazioni, ma nessuno di loro ha le capacità di playmaking dello spagnolo.
5) Golden State Warriors (Coach: Steve Kerr, nuovo)
Dopo l'eliminazione al primo turno dei playoffs dell'anno scorso, Golden State ha deciso di silurare il reverendo Mark Jackson, che aveva avuto diversi problemi con la dirigenza. Per sostituirlo è stato scelto Steve Kerr, alla sua prima esperienza assoluta su una panchina NBA. L'ex giocatore dei Bulls, infatti, finora aveva solo ricoperto il ruolo di GM dei Phoenix Suns, fra l'altro senza riuscire ad ottenere grandi risultati. Raggiungere i playoffs, con il roster a disposizione, non dovrebbe essere un grosso problema ma una volta lì, Kerr sarà in grado di portare avanti la squadra? Perchè nella Baia non hanno proprio voglia di farsi buttare fuori al primo turno un'altra volta.
AGGIUNTE: Shaun Livingston è stato firmato per dare importanti minuti di respiro dalla panchina a Steph Curry ma per il momento è out per infortunio e i tempi di recupero non sono ancora del tutto chiari. E' tornato Brandon Rush e si spera che abbia messo da parte i problemi fisici, Barbosa darà ulteriore profondità al reparto guardie, anche se non è più un ragazzino.
COSA MANCA: Con l'addio di Jermaine O'Neal e un Festus Ezeli che rientra da un serio infortunio al ginocchio, la sensazione è che manchi una reale alternativa a Andrew Bogut. Sarà fondamentale che il giocatore australiano riesca ad essere sano per tutta la stagione, considerando anche che David Lee non è più un ragazzino e il suo minutaggio è andato sempre scendendo nelle ultime 2 stagioni. L'altro enigma è rappresentato da Kerr. Al momento è ingiudicabile, visto che non ha mai allenato prima ma la dirigenza di Golden State ripone grande fiducia in lui, tanto da avergli fatto firmare un quinquennale da 25 mln complessivi. Non male per un debuttante.
6) Portland Trail Blazers (Coach: Terry Stotts, confermato)
A Portland si ricordono ancora tutti il buzzer beater di Damian Lillard che mandò la squadra al secondo turno dei playoffs. L'avventura, però, si è finita lì, visto che con gli Spurs non c'è stato niente da fare. La squadra è cambiata poco rispetto all'anno scorso, i soldi da spendere nella free-agency erano pochi e alla fine sono arrivati due veterani come Blake e Kaman. Per confermare quanto di buono fatto l'anno scorso bisognerà che giovani come McCollum, Robinson e Barton migliorino ulteriormente e contribuiscano dalla panchina. Difensivamente la squadra deve fare un passo in avanti, se vuole togliersi ulteriori soddisfazioni.
AGGIUNTE: Niente scelte al draft e pochi soldi da spendere in free-agency. Blake andrà a prendere il posto di Mo Williams, si tratta di un giocatore esperto e di un buon tiratore da 3 punti ma la sua tenuta fisica a lungo termine rimane un'incognita. Più o meno lo stesso discorso vale per Kaman, che viene da una stagione abbastanza deludente ai Lakers e la cui condizione fisica non ha spiccato per brillantezza negli ultimi tempi.
COSA MANCA: La panchina sembra ancora poco profonda ma con la crescita di giovani come Robinson, Leonard e McCollum le cose potrebbero cambiare in fretta. L'anno scorso i Trail Blazers erano la peggiore squadra difensiva ai playoffs insieme ai Mavericks, bisognerà girare qualche vite in più per migliorare. I Mavericks hanno aggiunto un giocatore del calibro di Chandler, i Trail Blazers no. La competizione sarà alta.
7) Houston Rockets (Coach: Kevin McHale, confermato)
La off-season dei Rockets non è andata come previsto. Si sperava di riuscire ad aggiungere un big (Lebron, Carmelo Anthony o Bosh) al nucleo già presente ma alla fine, oltre a non aver preso nè Lebron nè Carmelo nè Bosh, è andato via anche Chandler Parsons, attirato dai Dallas Mavericks. Daryl Morey, GM dei Rockets, ha preferito non pareggiare l'offerta dei Mavs per evitare che la squadra perdesse troppa flessibilità salariale in vista della prossima off-season, quando si cercherà di nuovo l'assalto ad un terzo big da affiancare ad Howard e Harden. Una strategia del genere, però, ha indebolito la squadra nell'immediato, soprattutto in panchina dove la squadra ha perso parecchio con le cessioni di Lin e Asik. Ariza è un'alternativa solida a Parsons e conosce già Houston ma la squadra, nel complesso, sembra più debole dell'anno scorso.
AGGIUNTE: Il nome principale è quello di Trevor Ariza, arrivato per rimpiazzare Chandler Parsons. Nella scorsa stagione Ariza è stato una chiave della grande stagione degli Wizards ed era nel suo contract year, adesso è chiamato a riconfermarsi in un ambiente che conosce già bene. Gli altri arrivi sono tutti giocatori di impatto minore, che andranno a completare le rotazioni ma che aggiungono davvero poco. Papanikolaou, arrivato dal Barca, potrebbe avere subito minuti importanti nel ruolo di ala piccola e i rookies Capela e Johnson sono due giocatori dotati di buon potenziale.
COSA MANCA: Con l'addio di Asik, non c'è più una reale alternativa a Dwight Howard, con tutto il rispetto per Joey Dorsey. Capela è ancora molto giovane e difficilmente McHale gli darà molto spazio fin dall'inizio. La panchina è decisamente meno profonda rispetto all'anno scorso e alcuni giocatori sono chiamati ad un salto di qualità, specialmente Donatas Motiejunas, probabilmente all'ultima chance per dimostrare di poter stare in NBA. Anche Kevin McHale è all'ultima chiamata, questo è il suo ultimo anno di contratto e dovrà dimostare di poter migliorare, soprattutto difensivamente, una squadra che ha ancora diverse lacune. Non semplice per un allenatore che è stato bombardato di critiche e che in quel di Houston, ormai, non sembra particolarmente amato.
8) Memphis Grizzlies (Coach: Dave Joerger, confermato)
Joerger è rimasto in sella, nonostante le lusinghe dei Minnesota Timberwolves, e questa è un'ottima notizia per i Grizzlies. L'ex assistente di Hollins, infatti, ha dimostrato nella sua prima stagione in panchina di essere un coach molto capace. L'anno scorso l'inizio di stagione è stato lento, anche per l'infortunio di Gasol, ma con lo spagnolo sano per tutta la stagione non c'è dubbio che i Grizzlies possano fare anche meglio della scorsa stagione. Dal draft sono arrivati dei giocatori interessanti e l'aggiunta di Vince Carter aggiunge molta più pericolosità alla panchina dei Grizzlies.
AGGIUNTE: La firma di Carter è molto importante e aggiunge un realizzatore esperto e capace al reparto esterni un pò spuntato dei Grizzlies. Grandi aspettative ci sono sul rookie Jarnell Stokes, ala forte che si potrebbe rivelare la classica steal of the draft. Jordan Adams, guardia uscita da UCLA, troverà i suoi minuti nella rotazione grazie alle sue ottime capacità realizzative, nonostante il suo atletismo latiti. Per il resto il roster è stato completato con il rinnovo di Udrih, protagonista inaspettato dei playoffs della scorsa stagione.
COSA MANCA: Riuscire a trovare maggiore fluidità offensiva sarà una delle chiavi della stagione dei Grizzlies, visto che il ritmo compassato alla lunga tende a condizionare l'efficacia della squadra. L'anno scorso c'è stata una stagione da più di 50 vittorie, Joerger riuscirà a confermarsi ancora?
9) Denver Nuggets (Coach: Brian Shaw, confermato)
Per i Nuggets si tratterà della stagione dei ritorni, torneranno gli infortunati Gallinari e McGee ed è tornato Arron Afflalo, dopo l'esperienza agli Orlando Magic. La squadra al completo, potenzialmente, può giocarsela per arrivare alla post-season ma alcuni dubbi rimangono. Innanzitutto, i vari Gallinari, McGee e Robinson riusciranno ad essere sani per tutta la stagione? Inoltre, la difesa, che l'anno scorso è stata molto lacunosa, riuscirà a fare il passo in avanti necessario per essere una squadra da playoffs. Coach Shaw dovrebbe avere la squadra al completo ma toccherà a lui trovare la formula giusta per far tornare a volare i Nuggets.
AGGIUNTE: La trade per Arron Afflalo con i Magic porta una guardia esperta, che viene dalla migliore stagione della sua carriera. Afflalo, oltre ad essere un realizzatore consistente, è anche uno dei migliori difensori perimetrali della lega e aiuterà a migliorare la cultura difensiva della squadra. Darrell Arthur è rimasto e allunga ulteriormente le rotazioni dei lunghi. Dal draft sono arrivati Gary Harris e Jusuf Nurkic, due giocatori in grado di poter dare un impatto immediato alla squadra, soprattutto nel caso di Harris, giocatore davvero molto sottovalutato.
COSA MANCA: Il reparto lunghi è profondo ma ci sono diversi punti interrogativi. McGee riuscirà a limare i suoi difetti e dare un reale contributo alla squadra? Mozgov si farà condizionare dalle sirene che arrivano da Cleveland? Nurkic riuscirà ad attarsi bene ad un contesto NBA? Faried sarà in grado di mantenere a pieno le aspettative nei suoi confronti, soprattutto dopo una brillante FIBA World Cup? Se tutte queste domande avranno risposta positiva e Shaw riuscirà a trovare l'equilibrio tra tutti i pezzi presenti, Denver potrebbe togliersi delle belle soddisfazioni. Attendiamo con ansia anche il ritorno di Danilo Gallinari, che se sarà al 100% per tutta la stagione potrà dare una grossa mano alla squadra, sia in termini realizzativi che in termini di leadership.
10) Phoenix Suns (Coach: Jeff Hornacek, confermato)
La off-season dei Suns è stata caratterizzata dalla vicenda Eric Bledsoe. Le trattative per il rinnovo sono state molto difficili e per diverso tempo si è pensato che il giocatore finisse per firmare la qualifying offer per diventare free-agent l'anno prossimo. La dirigenza dei Suns, però, non aveva nessuna intenzione di arrivare alla prossima off-season con sia Bledsoe che Dragic come free-agent e ha deciso di aprire il salvadanaio, facendo firmare al giocatore un quinquennale da 70 mln di dollari. Il contratto, in realtà, è meno pesante di quello che si possa pensare e con i nuovi contratti televisivi in arrivo, si vedranno cifre sempre più alte nei contratti dei giocatori. Zoran Dragic e Isaiah Thomas vanno ad arricchire ulteriormente il reparto guardie dei Suns, mentre sotto canestro si spera nel recupero fisico di Alex Len.
AGGIUNTE: Isaiah Thomas arrivato via sign and trade dai Kings garantirà ulteriore qualità in uscita dalla panchina nel reparto guardie, così come Zoran Dragic, che rappresenta anche una sorta di garanzia sul rinnovo di Goran l'anno prossimo. Dal draft sono arrivati Tyler Ennis, un altro playmaker, e T.J. Warren, realizzatore e tiratore consistente, anche se con una meccanica piuttosto rivedibile.
COSA MANCA: L'anno scorso i Suns sono stati la 22esima squadra a rimbalzo difensivo, questo è sicuramente un aspetto che Hornacek dovrà cercare di risolvere, se vuole raggiungere la post-season. I Suns non sono una brutta squadra difensiva (l'anno scorso hanno chiuso con la 14esima difesa della lega) ma il loro ritmo elevato e l'abitudine di giocare con un quintetto piuttosto piccolo li ha portati ad avere scarsa protezione a rimbalzo e poca intimidazione al ferro. Da questo punto di vista, sarà importante recuperare Alex Len al 100%, giocatore che con la sua stazza potrebbe cambiare il panorama difensivo della squadra vicino al ferro. Un altro punto chiave sarà gestire nel modo giusto tutte le guardie presenti. E' probabile che si andrà con Dragic da 1 e Bledsoe da 2, con Thomas prima riserva di Dragic e Zoran Dragic prima riserva di Bledsoe, con Ennis che giocherà i minuti rimasti (e il povero Goodwin che passerà parecchio tempo in D-League).
11) New Orleans Pelicans (Coach: Monty Williams, confermato)
I Pelicans difficilmente saranno una squadra da playoffs ma con Holiday e Ryan Anderson sani tutto l'anno potrebbero dare fastidio a parecchie squadre. L'anno scorso la squadra è stata bersagliata dagli infortuni ed è uscita presto dalla corsa ai playoffs, quest'anno le cose potrebbero andare diversamente, se gli infortuni si terranno alla larga. L'arrivo di Asik dovrebbe migliorare di parecchio l'approccio difensivo della squadra e dovrebbe permettere ad Anthony Davis di avere meno responsabilità dietro. La panchina si è accorciata molto e potrebbe rappresentare un problema nel corso della stagione.
AGGIUNTE: L'arrivo di Asik copre una lacuna che era molto evidente la scorsa stagione, ovvero la mancanza di un vero centro in grado di proteggere adeguatamente il ferro e coprire le spalle ad Anthony Davis. A parte il turco, però, il resto della off-season è stato piuttosto fiacco. Fredette avrà minuti in uscita dalla panchina e potrebbe rappresentare una piacevole sorpresa, Salmons è stato firmato al minimo e garantirà esperienza.
COSA MANCA: Prima di tutto la salute. I Pelicans sono stati bersagliati dagli infortuni e soprattutto Gordon ed Evans sembrano essere facilmente portati a farsi male. Evans ha già avuto un problema al tendine e starà fuori circa 5 settimane, Gordon ha saltato ben 131 partite nelle ultime 3 stagioni, fin troppe. La panchina è molto corta: le partenze dei vari Morrow, Jason Smith, Al-Farouq Aminu e Brian Roberts hanno notevolmente ridotto il livello qualitativo della panchina di New Orleans. I soli Fredette e Salmons non possono bastare a risolvere il problema. La difesa, inoltre, dovrà salire di livello. L'anno scorso i Pelicans sono stati la 27esima difesa di tutta la lega, non una gran cosa.
12) Minnesota Timberwolves (Coach: Flip Saunders, nuovo)
A Minneapolis inizia l'era post Kevin Love e cominciarla con uno come Andrew Wiggins proprio schifo non fa. La trade con i Cavs ha portato in dote la prima scelta assoluta del draft di quest'anno e anche di quello dell'anno scorso, nella persona di Anthony Bennett. Da Philadelphia, inoltre, è arrivato anche Thaddeus Young, giocatore particolarmente stimato da Saunders e che sarà la power-forward titolare affianco a Pekovic. La squadra è dotata di grande atletismo ed esplosività e Saunders potrà concentrarsi sullo sviluppo dei giovani. Le basi per costruire un futuro brillante ci sono tutte, anche se c'è ancora da risolvere la grana del rinnovo di Ricky Rubio.
AGGIUNTE: Andrew Wiggins, Anthony Bennett e Thad Young sono arrivati nell'ambito della cessione di Love ai Cavs. Wiggins ha un potenziale davvero notevole e un atletismo impressionante, ovviamente si tratta di un 19enne ancora da raffinare e sgrezzare un pò ma il talento è tutto lì da vedere. Bennett viene da una stagione da rookie orrenda e ha voglia di riscatto, ai Timberwolves potrà giocare con meno pressioni e senza l'ansia del tutto e subito. Zach LaVine fornirà ulteriore atletismo ed imprevedibilità al backcourt dei T'Wolves. Mo Williams in uscita dalla panchina è decisamente un upgrade rispetto a Shved. Dieng viene da un Mondiale molto positivo e potrebbe essere la vera rivelazione della stagione dei Timberwolves.
COSA MANCA: Il roster è molto giovane e ci vorrà tempo prima che la squadra possa tornare ad ambire alle alte sfere della Western Conference ma, come detto in precedenza, le basi per ricostruire bene ci sono tutte. Flip Saunders torna su una panchina dopo l'esperienza non esattamente memorabile a Washington, dovrà sicuramente evitare di fare gli stessi danni.
13) Los Angeles Lakers (Coach: Byron Scott, nuovo)
A Los Angeles, sponda Lakers, è tempo di vacche magre. La off-season non ha portato nessun big e il GM Mitch Kupchak ha preferito continuare nella politica di contratti annuali, riconfermando gran parte del roster della scorsa stagione. Il nuovo coach sarà Byron Scott ma il materiale a disposizione non lascia certamente spazio a grande entusiasmo. Rientrerà Kobe dopo due infortuni piuttosto seri, a 36 anni il Mamba dovrà cercare di caricarsi sulle spalle una squadra che, oggettivamente, in questa Western Conference non ha mezza chance di arrivare alla post-season. L'arrivo di Lin da Houston copre il buco nel ruolo di PG, causato soprattutto dai problemi fisici di Steve Nash. L'idea sarebbe quella di ricostruire ma non è semplice in un ambiente come quello dei Lakers, lavoro reso ancora più difficile dal fatto che c'è davvero poco dal quale poter ripartire.
AGGIUNTE: Prendere Lin e una prima scelta dai Rockets è stata una buona mossa, firmare Carlos Boozer quando al draft era stato scelto Julius Randle non tantissimo. Dalla free-agency sono arrivati anche Wayne Ellington, Ronnie Price ed Ed Davis, non esattamente materiale da playoffs, anche se Davis potrebbe essere un'aggiunta interessante. Dal draft è arrivato soprattutto Julius Randle, lungo con grandi potenzialità. Clarkson è un po' un ibrido, non una point-guard pura ma nemmeno una shooting-guard, ma finora ha ben impressionato lo staff dei Lakers e potrebbe trovare minuti, soprattutto se i problemi fisici di Nash persistessero.
COSA MANCA: La difesa dei Lakers l'anno scorso era un incubo, quella di quest'anno potrebbe essere anche peggio. Con una frontline formata da Jordan Hill e Carlos Boozer diciamo che l'intimidazione e la protezione del ferro non la fanno da padrone. Anche tra gli esterni mancano difensori in grado di mettere pressione sui portatori di palla. Byron Scott avrà il suo bel lavoro da fare per risolvere la situazione disastrosa dell'anno scorso.
14) Sacramento Kings (Coach: Michael Malone, confermato)
I Sacramento Kings sono ancora una squadra in fase di transizione. Il GM Pete D'Alessandro si è mosso molto dal suo arrivo ma il lavoro non è ancora completo e ci vorrà del tempo prima di riuscire a costruire un roster in grado di essere davvero competitivo nella Western Conference. Gay ha esercitato la player option e sarà nel suo contract-year, Collison andrà a rimpiazzare Thomas ma i problemi della squadra sono rimasti formalmente irrisolti. Da un punto di vista difensivo, non è arrivato nessun giocatore in grado di alzare il livello di pressione sul perimetro o di proteggere meglio il ferro. Il rookie Stauskas dovrebbe dare una mano a migliorare le percentuali nel tiro da 3 punti, che sono state disastrose l'anno scorso.
AGGIUNTE: Collison è il principale arrivo della off-season e andrà a sostituire Thomas. Una scelta condivisibile, se si pensa al fatto che Thomas non veniva tenuto in grande considerazione, meno se si valuta Collison nel complesso come giocatore. Ottima, invece, la firma di Ramon Sessions, point-guard solidissima e tra i giocatori più sottovalutati della NBA. Dalla free-agency sono arrivate anche le firme di Omri Casspi, ritorno a casa per l'israeliano, e di Ryan Hollins, che andrà a completare le rotazioni dei lunghi. Terry è stato ceduto ai Rockets, dato che era totalmente fuori dai piani dei Kings. Ceduti anche Travis Outlaw e Quincy Acy ai Knicks.
COSA MANCA: La squadra è ancora mediocre, soprattutto dal punto di vista difensivo. Malone dovrà lavorare soprattutto su questo aspetto per cercare di migliorare il record della scorsa stagione. La crescita ulteriore di Cousins sarà fondamentale per migliorare e la dirigenza, probabilmente, si muoverà ancora, soprattutto per cercare un upgrade nella posizione di PF.
15) Utah Jazz (Coach: Quin Snyder, nuovo)
Nuovo allenatore in casa Jazz. Finita l'era Corbin, è arrivato il momento di Quin Snyder, assistente molto stimato in giro per la NBA e che ha lavorato anche a fianco di Ettore Messina al CSKA Mosca. La squadra è ancora in una fase di rebuilding, dunque quest'anno non c'è da aspettarsi chissà che cosa di diverso rispetto all'anno scorso. Snyder si concentrerà sullo sviluppo dei giovani, cercando soprattutto di capire la compatibilità tra Dante Exum e Trey Burke. Anche Rudy Gobert è atteso ad una stagione di crescita, dopo le buone cose fatte vedere durante la FIBA World Cup con la Francia.
AGGIUNTE: Hayward è rimasto, anche se i Jazz sono stati costretti a pareggiare la sostanziosa offerta degli Hornets. Erano preparati a farlo ma probabilmente ne avrebbero fatto a meno. Exum è un giocatore dal potenziale notevolissimo ma la sua compatibilità con Burke va testata e stiamo comunque parlando di un giocatore di appena 19 anni, che non ha fatto il college e si troverà a testare dei sistemi di gioco completamente diversi dalle sue abitudini. L'aggiunta di Trevor Booker allunga ulteriormente le rotazioni dei lunghi e Novak fornirà esperienza e tiro perimetrale. Toure Murry al minimo è una discreta firma per completare lo spot di PG.
COSA MANCA: Snyder dovrà concentrarsi soprattutto sulla difesa. L'anno scorso i Jazz sono stati la peggiore squadra difensiva dell'intera NBA e i segnali non inducono all'ottimismo neanche per la stagione avvenire. Kanter e Favors dovranno iniziare a mostrare progressi sostanziali per migliorare la situazione e lo stesso Hayward dovrà dimostrare di poter essere il leader di questa squadra, sia da un punto di vista emotivo che tecnico. Snyder sembra essere la persona giusta per far crescere questo gruppo giovane, il lavoro da fare di certo non manca.
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