David Moss: 'A Siena tutti sanno che devono sacrificarsi'
Le parole di Moss, MVP di Gara 1
Dopo una prova da MVP in Gara 1 di finale, David Moss ha parlato a Il Corriere dello Sport delle prossime partite contro la Virtus Roma che mettono in palio il titolo 2012-13.
"Io come Predator? Onestamente non ho mai visto questo film e quindi non saprei dire. Di sicuro sono uno a cui piace competere, e cerco di farlo con grinta. Il soprannome? Mi tengo il "mio" MossMan. Me lo hanno affibbiato all'High School e resiste da allora...
Lavoro. Una cosa è il lavoro e l'altra è la vita al di fuori del lavoro. Lontano dal basket cerco di vivere alla giornata, e di divertirmi. Sono fortunato: faccio un lavoro che amo e quando è così c'è solo che essere felici.
Capelli lunghi. Me li sono fatti allungare quando sono arrivato in Europa, perché avevo paura che qui me li potessero tagliare male e di diventare calvo, hanno iniziato a crescere sono diventati parte di me. Fanno parte ormai della mia identità e non li ho più tagliati. Marley non c'entra, anche se può aver avuto qualche influenza sul fatto di aver mantenuto le trecce.
Scrivere poesie. Ormai non lo faccio più da tanto tempo, da quando sono a Siena. Prima avevo molto più tempo libero, ora molto meno. Bisogna avere l'ispirazione per scrivere e tempo per riflettere. A Teramo o a Bologna mi capitava di fermarmi per scrivere e tempo per riflettere.
Giocare e masticare le gomme. Ho smesso di masticare in campo a Siena perché... Non ho più trovato quelle gomme! Prima facevo delle bolle gigante- sche. Era un modo per rilassarmi nei momenti di pausa durante le partite.
Come si ferma Datome. Con il lavoro di squadra: ovvero seguire alla lettera il piano partita e cercare di costringerlo a fare cose difficili, stancandolo, anche attaccandolo quando è in difesa.
Siena. Tutti qui sanno che devono sacrificarsi. L'io deve diventare noi.
A cosa non rinuncio. Al gelato. Non posso farne a meno. Lo mangio ogni giorno".
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