Banchi: 'Siena, mai avuto dubbi che potessimo arrivare sino in fondo'
Le parole del coach della Mens Sana Siena che giocherà la prima finale da capo allenatore
Luca Banchi ha parlato a Il Corriere dello Sport della finale raggiunta dalla Mens Sana, la settima in fila, la prima da capo allenatore dopo le precedenti vissute da vice di coach Simone Pianigiani.
Siena in finale. Raggiunta grazie a certi valori, ai principi base legati al lavoro. Il tutto in un ambiente come quello di Siena che riesce a fare in modo che chiunque possa dare il meglio di sè. Mai avuto dubbi che non potessimo arrivare sino in fondo. Però abbiamo avuto dei momenti nel corso dei quali le difficoltà sembravano potessero sopraffarci. La seconda parte delle Top 16 quando tra marzo ed aprile abbiamo perso 10 gare su 11. Abbiamo realizzato che non saremmo arrivati ai playoff di Euroleague, in un palcoscenico che avremmo meritato per lo sforzo incredibile che avevamo fatto e per la qualità pazzesca di gioco delle prime partite. Abbiamo sopportato: sapevamo che questo stava coincidendo con il nostro periodo più basso dal punto di vista fisico, mentale e di fiducia. E in tutto questo, l'unico avversario che ci ha sempre battuto è stato il Barcelona.
Finale. Non mi ripaga di nulla. Io non sono in cerca di risarcimenti. Vengo da 6 anni di successi a Siena. Mi sentivo un allenatore realizzato ora come prima. Anzi, sono un privilegiato.
Giocatore simbolo. Uno, Carraretto, lo è per la continuità che rappresenta nel tempo a Siena. L'altro, Hackett, per il carattere che ha dimostrato sin dall'inizio, per la dedizione con la quale ha affrontato il suo primo campionato alla Montepaschi, per lo spirito mostrato sul campo.
Marco Calvani. Quella italiana è la migliore scuola tecnica e Marco ne è un esempio. Ci siamo trovato da avversari nei settori giovanili ed in Legadue. Quindi non mi stupisco affatto di quello che ha fatto. Non ho mai avuto dubbi sulle sue capacità. Quello che mi ha sorpreso di Roma è stata la continuità, la consistenza, le prove performanti anche di giocatori giovani ed immaturi.
Reazione alle accuse lanciate. Abbiamo reagito con dedizione e disciplina. Tempo fa ho letto un articolo su Mourinho al Real Madrid, un club il cui valore va oltre la figura dell'allenatore. Alla luce del suo recente fallimento, lui ha dimenticato il valore fondamentale per un tecnico: allenare la squadra. Io ho allenato, i miei giocatori si sono allenati, rimanendo concentrati.
Combattere la tensione. Si stanno giocando così tante partite nei playoff che si rischia di minare la salute di chiunque. Se penso allo scorso anno mi viene da sorridere. Ora mi sembra di giocare in apnea, 14 gare in 29 giorni abbiamo giocato. Mi dà la forza la consapevolezza che ancora non ho voglia di smettere. Mi pesa il fatto di non avere il tempo di giocare a ping pong con Crespi come facevamo durante la stagione.
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