Daniel Hackett: 'Vinco solo con l'umiltà'
Le parole di Hackett dopo la vittoria di Siena nei quarti di finale
Daniel Hackett, il giorno dopo la prova 'monstre' contro l'Olimpia Milano in Gara 7, che è valsa la qualificazione per la Mens Sana alle semifinali, ha parlato a Il Corriere dello Sport.
Il giocatore ha raccontato che prima della partita, dopo il riposo pomeridiano "mi sono svegliato ed ho avuto la stessa identica sensazione del giorno della finale di Coppa Italia. Allora mi sono messo davanti allo specchio e mi sono ripetuto dieci, venti volte: "Noi questa partita la vinceremo. Ecco, in quel momento ho capito che ce l'avremmo fatta".
Ultimi mesi. Di provocazioni a livello mediatico ne ho ricevute tante ultimamente, ad iniziare da aprile: tanti veleni... Qualcuno ha cercato di innervosirmi, facendomi persino passare come geloso di Alessandro Gentile. Ma io ho promesso a me stesso che avrei pensato solo al basket, che avrei avuto pazienza.
Carattere. Lo si crea. E poi lo si fortifica, la Mps ne è la dimostrazione. Chi viene qui acquista in sicurezza, viene aiutato a capire cosa significa giocare a Siena: chiunque alla Montepaschi migliora.
Insegnamenti a Siena. Che con il duro lavoro e la serietà si possono raggiungere risultati incredibili. Essere alla Mens Sana è per me un'esperienza fondamentale. In questa stagione sino ad ora abbiamo disputato, ben 64 gare, sempre con umiltà e voglia di sacrificarsi. In teoria, con tutti gli infortuni che abbiamo avuto, questo avrebbe dovuto essere l'anno peggiore. Ma siamo ancora qui.
Sirene di Milano. Ho detto no. Ho scelto Siena perchè la ritenevo la società migliore per vincere e per migliorare a livello tecnico e umano: non volevo essere solo "uno dei tanti", come mi aveva proposto l'Armani. La Montepaschi era la sfida più difficile, però ho avuto ragione.
Vittoria contro Milano. Mercoledì ho parlato con i compagni negli spogliatoi: meritavamo di passare, lo meritavamo più di Milano. Anche noi abbiamo vissuto i nostri alti e bassi, e in alcuni periodi eravamo davvero nella cacca. Ma siamo arrivati ai play off compatti, e il merito è dei nostri coach Banchi, Crespi e Magro.
Morale della vittoria. A volte avere un grande budget e tante stelle non significa per forza essere una squadra. Servono lavoro, umiltà e uno spogliatoio duro come uno zoccolo. A Siena, grazie a certi valori trasmessi agli ultimi arrivati da veterani come Ress, Carraretto, Moss, ho capito cosa significa davvero giocare a Siena,
Alessandro Gentile. Io l'ho detto dopo gara 2: è un talento da 20 anni è molto più forte di me alla sua età. Anche a me davano dello sbruffone e ha bisogno di tempo, poi diventerà uno dei dicevano le stesse cose che dicono a lui. Diverrà tra i più forti italiani di sempre".