Caserta ancora nei guai, i soldi non arrivano
I soldi promessi non arrivano alla Juve
Come scritto da Il Corriere dello Sport, "Ad inizio del mese, poco dopo essere diventato l'azionista di maggioranza della Juve Caserta, Alessandro Galimberti aveva confessato: «Mio padre Giancarlo, consigliere federale, mi ha chiesto di non fargli fare brutte figure sui conti». Parole che suonano quasi profetiche oggi, visto che a poche settimane dal suo insediamento la gloriosa società campana è di nuovo nei guai. Per assumere il controllo con il 51% delle quote, Galimberti aveva infatti garantito un bonifico di 51.000 euro al club. Bonifico che da tempo sarebbe dovuto arrivare da una banca con sede a Malta e che, diciamo così, secondo la Juve non è ancora andato a buon fine... Morale: Caserta, che aveva visto nel broker bolognese con interessi nel Regno Unito il "salvatore" in una situazione economica difficile, ma vissuta con grande orgoglio da tutto l'ambiente grazie all'incessante lavoro del consigliere Francesco Gervasio, si ritrova ancora una volta nei guai. A tal punto che lo stesso Gervasio incontrerà martedì prossimo a Roma il presidente federale. Attenzione: per ciò che riguarda la Fip, la posizione di Caserta per ciò che riguarda tasse, contributi e pagamento dei contratti di Lega, sinora è regolare. Ma le prossime scadenze della Comtec, che ogni due mesi controlla tutti i pagamenti, sono prossime: il 10 aprile quelle per i giocatori, il 16 quelli per i contributi degli atleti. Il problema non sono solo i 51.000 euro che mancano. Serve liquidità per terminare la stagione e regolarizzare alcune pendenze (anche se di lieve entità) che riguardano il passato. E così la Juve, che si dice stia per interessare della vicenda la giustizia ordinaria, pur avendo già raggiunto la salvezza, ripiomba ancora nell'incertezza sul futuro. Appena saputa la storia, qualcuno con invidiabile tempismo ha avvertito la Comtec, l'organo di controllo economico che ha già chiesto di poter far visita a Caserta. I dirigenti attuali sono ovviamente furibondi. Primo tra tutti il presidente Iavazzi, che detiene il 49% delle quote.