Keith Langford: 'La crisi di Milano? Colpa mia'
Il giocatore si assume le responsabilità per il brutto inizio di stagione dell'EA7
Keith Langford ha parlato a La Gazzetta dello Sport Edizione Lombardia dicendo di essere il principale responsabile della crisi di Milano.
Ecco le parole del giocatore arrivato in estate.
"Senza voler mancare di rispetto a nessuno, è chiaro che il calendario è un fattore. In casa abbiamo affrontato formazioni come Sassari, Varese e Cantù, che stanno davanti, quindi è ovvio che fossero impegni più difficili. Siamo una squadra che conta molto sulle giocate individuali, con pick and roll e isolamenti, non eseguiamo giochi in cui tutti ci muoviamo e tocchiamo la palla. Non sempre, però, si riesce a fare la differenza in questo modo: a volte ci è andata bene, altre no. L'Europa non è la NBA e lo spazio per muoversi in area è minore. Non è compito mio, però, decidere come giocare. Nelle ultime due partite in casa ho fatto subito dei falli che potevo evitare, e poi sono stato istintivamente meno aggressivo. Devo essere più furbo, perché per aiutare la squadra non posso permettermi di non stare in campo a causa dei falli. Quanto all'intensità, non so spiegare nemmeno io i nostri alti e bassi. I nuovi play? È ancora presto per dire cosa potranno darci J.R. e Marques, e non voglio essere irrispettoso nei confronti di Cook e Stipcevic, due veri professionisti e ottimi giocatori. La società ha fatto le scelte che ha ritenuto giuste, ma se le cose vanno male, la colpa è di chi ha più responsabilità, guadagna di più e gioca più palloni. Come me. Io e Scariolo anche al Khimki? La cosa curiosa è che anche al Khimki le cose non sono andate bene, tanto che a metà stagione non fu più il nostro allenatore. Però noto delle differenze tra quella situazione e la nostra: il coach con noi ha sempre un atteggiamento positivo, cerca sempre di darci stimoli, e credo stia gestendo la situazione meglio di allora".
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