Ferdinando Minucci: 'Mercato chiuso, Siena non ha abbassato la testa'
Il presidente della Mens Sana risponde alle domande dei giornalisti: Stonerook, mercato, Pianigiani, Hackett, Maestranzi ed altro
Dopo l'intervento di introduzione, Ferdinando Minucci ha risposto alle domande dei giornalisti sulla Mens Sana che è stata e quella che sarà.
Capitano e vicecapitano?
"Ci saranno ma non è oggi il giorno per annunciarli. Siena ha sempre rispettato l'anzianità dei giocatori all'interno della squadra".
Come è andata esattamente con Stonerook?
"Con Stonerook abbiamo giocato tutto l'anno. Sapevamo che doveva ritirarsi, poi voleva continuare. Per Shaun è stata una scelta dolora, perché lascia dopo 12 anni la sua vita. E lo fa perché aveva voglia di iniziare una vita 'civile'. E' una scelta che ha preso e che io ho condiviso. Lasciare come ha lasciato è il sogno di qualsiasi giocatore".
Come fare Siena ora che non c'è più Shaun che era l'allenatore in campo?
"Non sono d'accordo. Shain non è mai stato l'allenatore in campo. Shaun era il capitano. Ha avuto sempre la capacità di mettere le sue qualità al servizio della squadra.
L'addio di Simone Pianigiani?
"Con Simone non c'è stato alcun trauma. Da noi riusciamo a fare separazioni belle ed indolori. Non c'è rammarico e speriamo che porti un pezzo di Siena in Turchia. Ci sono stati tanti ritorni, magari un giorno. Ma vediamo. Chissà".
Come è stato il mercato?
"Divertente. Ha fatto un certo effetto girare completamente il roster. Siamo stati coinvolti come non lo eravamo da tempo.
Con Kasun e Rasic mercato chiuso e come mai la scelta di 4 USA che obbligano al turnover?
"Con Kasun e Rasic il mercato si è chiuso. Abbiamo 3 USA nelle prime tre posizioni. Avere un americano in più ci aiuterà in Euroleague e potrà servirci sempre dato che la prossima sarà una stagione lunga".
Che basket sarà quello di Luca Banchi?
"Sarà un basket frizzante. Non abbiamo problemi di obiettivi quindi siamo sereni".
Che stagione sarà?
"Sarà una stagione di transizione. E la scommessa sarà proprio vedere la squadra all'opera".
Milano superfavorita?
"Che Milano sia la superfavorita non lo dico altrimenti dicono che metto pressione sulle altre squadre".
L'Ambiente Siena sarà in grado di capire il cambiamento?
"Penso di sì. I tifosi che mi conoscono mi ringraziano ogni volta per quello che abbiamo fatto. Abbiamo fatto un mercato come quella delo 2006. Abbiamo fatto delle scommesse. Portiamo avanti le nostre idee. Se non fossimo stati così non avremmo vinto quello che abbiamo vinto. Se altri poi saranno più brafvi, siamo in grado di accettare la forza e la maggiore bravura altrui. Tengo a precisare che Siena non ha abbassato la testa e chi lo pensa si sbaglia".
Quanto importanti le conferme di Carraretto, Moss e Ress?
"Hanno capito e compreso la validità del progetto. Qui si sono trovati bene ed hanno deciso di restare".
Come è la situazione Maestranzi?
"Abbiamo fatto una proposta per transare. E formalmente è ancora un giocatore di Siena. Quando la separazione avverrà a tutti gli effetti lo faremo sapere".
Contratto con la Montepaschi?
"Il contratto è valido per due anni ancora alle stesse cifre di sempre. E non si parla di rinnovo. Tra due anni non sappiamo che succederà. E non si sa se lascerò o meno. Vedremo".
Il tour nella NBA?
Il viaggio nella NBA è un premio alla carriera. Faremo sicuramente una bella figura. Non entrerà nulla in bacheca ma porterà tanto orgoglio a noi ed alla città".
Presentazione della squadra?
"Non faremo la presentazione ufficiale. La gara col Fenerbahce sarà la presentazione 'attiva' della squadra. I giocatori si faranno vedere giocando contro una parte del loro passato".
Quale giocatore avreste voluto coinvolgere nel progetto ma non ci siete riusciti?
"Sicuramente Ksistof Lavrinovic. Gli abbiamo fatto una propostaa su cui lui è stato indeciso se accettarla o meno. C'era una forte riduzione dell'ingaggio. Ma poi è subentrata la famiglia, il desiderio di giocare con il fratellone e col 'cugino' (Kaukenas, ndr) ed ha firmato allo Zalgiris".
Motivazioni alla base della partenza di Aradori?
La scelta è stata tecnica. Abbiamo preso Hackett per Aradori per una serie di motivi tecnici. Pietro è stato sempre coinvolto nella decisione e gli è andata bene dato che ha firmato un biennale a Cantù. Con Pietro c'è un ottimo rapporto, ci sentiamo per telefono".
Come avete convinto Hackett a firmare per voi?
"Perché lo abbiamo trattato come un uomo. Siamo andati a Firenze ed abbiamo parlato con lui per due ore e mezzo. Siamo stati umili e gli abbiamo spiegato cosa è Siena. Pur rinunciando a dei soldi che gli offrivano altrove ha deciso di venire da noi".
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