Ferdinando Minucci: 'La programmazione paga sempre'
Il presidente della Mens Sana parla dopo la quarta Coppa Italia consecutiva
Ferdinando Minucci, presidente e GM della Mens Sana Siena, ha parlato il giorno dopo la quarta vittoria consecutiva alle Final Eight di Coppa Italia della sua squadra.
Queste le parole di Minucci, riportate da Il Corriere di Siena: "Bisogna impegnarsi a fondo per ottenere risultati del genere. Occorre rimanere sempre concentrati e con i piedi a terra, e non è semplice, ma ormai il modo in cui raggiungiamo certi traguardi è una sorta di marchio di fabbrica. Crediamo in quello che facciamo. Il record che abbiamo appena conquistato regala un sapore di impresa che ci rende ancora più fieri. Ritengo che la presenza di 3 italiane nelle Top 16 di Euroleague sia anche merito nostro. Abbiamo stimolato il progresso delle altre formazioni, che oggi possono competere ai massimi livelli in Europa. Di questo Siena deve andare orgogliosa. Le altre come possono batterci? Bisogna dimostrare di essere più forti sul campo, tutto qui. E' inutile cercare scorciatoie. La nostra forza, come ripeto, è la programmazione, ed è su quel terreno che, chi vuole, deve venire a sfidarci. Occorre rimanere sempre concentrati e con i piedi a terra, e non è semplice, ma ormai il modo in cui raggiungiamo certi traguardi è una sorta di marchio di fabbrica.
Abbiamo anche la fortuna di avere al nostro fianco una città che ci segue con passione, istituzioni attente e, soprattutto, il Monte dei paschi, il nostro sponsor, che ci permette di puntare in alto ottenendone in cambio un importante ritorno in termini di immagine.
Anche a Torino è stata celebrata la piccola provinciale che si è scontrata con il grande basket e ne è uscita a testa alta grazie a un progetto vincente. "Più che sulle chance di vittoria, noi ci concentriamo sul lavoro.
Crediamo in quello che facciamo, poi si sa, vittorie e sconfitte arrivano per un pallone che e obiettivi: giocatori, staff tecnico e medico, la società sempre presente anche nelle piccole cose, anche nei dettagli più insignificanti.
Questa è la vera differenza tra vincere e continuare a farlo, tra conquistare una soddisfazione e pianificare qualcosa di importante e solido che non si fermi al singolo successo. Da 2 stagioni ci troviamo a lavorare per costruirci una nuova identità, ma questa volta il cammino non è ancora concluso. In estate, per poter prendere Andersen siamo stati costretti a fare una su una pedina inesperta che non conosceva l'Europa, ma con Summers non abbiamo avuto la stessa fortuna che con Hairston.
Se a questo si aggiungono gli infortuni e altre vicissitudini, praticamente non abbiamo mai visto giocare la squadra che avevamo costruito. Nelle Final 8 abbiamo finalmente potuto schierare Andersen e Lavrinovic insieme, come era nelle nostre idee quando abbiamo assemblato
la squadra, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ma nella stagione in corso, era accaduto raramente di averli avuti in campo contemporaneamente. Le polemiche? Fa parte delle regole del gioco e lo sappiamo, anche se, sinceramente, mi sembra un atteggiamento un po' provinciale accampare scuse di fronte a un dominio così evidente e duraturo. Non c'è niente di male nell'ammettere che una squadra è superiore, e per fortuna tante testate giornalistiche lo hanno capito e ci danno ciò che meritiamo. La vera finale contro Milano in semifinale? No. Con l'Emporio Armani abbiamo offerto una prova di enorme intensità che ci ha portato anche a +18 con il pallone in mano. E' evidente che gli avversari, a quel punto, hanno tentato ogni carta per ribaltare il risultato, cambiando anche il piano tecnico.
Questo può servire per vincere una partita, ma non è proponibile in una serie. Le avversarie in Italia? Questo è un campionato equilibrato, in cui siamo stati sconfitti anche da outsider che meritano il massimo rispetto, come per esempio Pesaro, Venezia, Caserta o Bologna, e che in una partita secca sono in grado di mettere in difficoltà chiunque. In una serie, invece, in ordine sparso direi che Milano e Cantù sono le più temibili".
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