Castellano, l'uomo che scoprì Bargnani: Ma nel formare l'uomo, con lui, credo di aver fallito
Il ricordo di uno dei più grandi scopritori di talenti in Italia: Capii subito il talento che c'era in quei centimetri. Percorrevo con Bargnani quasi 100 chilometri al giorno, poi dopo Treviso e il Draft il buio. L’irriconoscenza è di questo mondo
Un rapporto totale: «Ho letteralmente fuso la macchina dell’epoca percorrendo quasi 100 chilometri al giorno dall’Olgiata, dove lui viveva, fino a Montesacro, dove ci allenavamo. Mille viaggi, mille chiacchierate. Lo facevamo anche per aiutare la famiglia, che si era trasferita a Roma da poco. Lo andavo a prendere finita la scuola e lo riportavo a casa la sera».
Poi qualcosa non funziona: «Treviso, poi la prima scelta assoluta al draft. Il coronamento di un sogno, di una vita passata. Improvvisamente, il buio. Nessun rancore però. L’irriconoscenza è di questo mondo, alberga in tanti cuori. Non lo sento da anni. Non l’ho più visto. Si è dimenticato di tutti. Spero che un giorno se ne renda conto. Con lui il lavoro è riuscito a metà. La mia filosofia è quella di crescere giocatori di basket, ma prima di tutto uomini. Con Bargnani, per quanto riguarda l’uomo, credo di aver fallito».