Luigi Longhi: Il sistema che regge il basket è incancrenito. Basta vincoli di passaporto
Le parole del presidente dell'Aquila Basket Trento: Stiamo crescendo generazioni di giocator che si accontentano, che sono "bravini" e quasi mai "bravi" che non lavorano con intensità e la loro personalità non viene fuori
Dopo l'eliminazione dell'Italia ad Eurobasket nei quarti di finale, in tanti hanno espresso i propri pareri su come risollevare le sorti del basket italiano.
Questo un interessante pensiero del presidente dell'Aquila Basket Trento, Luigi Longhi.
Pubblico due note a margine sull'interessante intervento del procuratore Riccardo Sbezzi circa la situazione del nostro basket che ha pubblicato sul suo profilo Fb.
Parto da un aspetto fondamentale: le nostre Nazionali giovanili sono competitive ma poi i giocatori "scompaiono". Ciò significa che i ragazzi sono fondamentalmente allenati bene. Allora il problema è forse un altro: ovvero il "dopo" e qui la differenza con il resto del mondo è enorme. In Italia ci sono le riserve indiane dove un italiano gioca prima di tutto perché ha il passaporto e non perché è bravo. La conseguenza è che ha pochissimi stimoli a migliorare (salvo le sempre presenti eccezioni) tanto per 15 anni guadagnerà un ottimo stipendio senza dover faticare molto barcamenandosi in "mari" molto tranquilli.
Sicuramente lavorerà meno di un giovane americano-lettone-russo-sloveno-africano etc etc che ogni euro se lo deve guadagnare perché si confronta con il resto del mondo e non ha il "paracadute".
Stiamo crescendo generazioni di giocatori (e parlo da presidente di società) che si accontentano, che sono "bravini" e quasi mai "bravi" che non lavorano con intensità e la loro personalità non viene fuori. Insomma la maturità sportiva è gia la loro vecchiaia. A 18 o a 35 anni giocano nello stesso modo.
Tutto questo non per colpa loro ma perché il sistema che regge questo bellissimo sport è ormai incancrenito, incapace di leggere il presente e soprattutto progettare il futuro.
Per questo, credo che come prima cosa sia "liberi tutti", basta vincoli di passaporto. La pallacanestro è meritocrazia e chi è più bravo gioca. La concorrenza fa crescere tutti: fa bene ai giocatori ma anche ai procuratori, agli allenatori, ai presidenti, ai general manager, ai dirigenti federali e al pubblico.
E infine i settori giovanili. Non è pensabile investire senza avere dei ritorni da poter reinvestire nella Società e quindi nel movimento della palla a spicchi. Oggi investire in professionalità nei settori giovanili è un'operazione socio-sportiva dai costi altissimi senza avere nulla in cambio. E lo dico da convinto assertore dei settori giovanili tanto da creare un'Accademia regionale con tante società coinvolte.
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