Serie A Power Rankings: dalla quarta alla prima posizione
Le squadre in lotta per lo scudetto secondo il nostro Power Rankings di Serie A
4 - DINAMO SASSARI
Coach Federico Pasquini (confermato)
Ripartire. Non una novità in casa Dinamo, che ha costruito gioie e dolori del recente passato partendo sempre da un gruppo ampiamente rinnovato. Il duo Sardara-Pasquini, per una volta, ha potuto però partire da un fallimento accertato, e dunque anticipando i tempi del mercato. Ne esce così una squadra simile alla filosofia delle stagioni passate, prettamente contropiedista, con elementi di grande spessore fisico, come Johnson-Odom, Josh Carter e Gabriel Olaseni, o di spiccata attitudine al tiro, come l’ex Pesaro Trevor Lacey. Il salto di qualità si chiama poi Dusko Savanovic, ala totale di esperienza e nome europeo in grado di garantire buone cifre anche in annate grigie di risultati, come dimostra il biennio di Monaco di Baviera. Ma per correre la prima regola è difendere, e qui staranno i punti focali del lavoro di Pasquini, con una richiesta d’aiuto ad elementi di completamento come Stipcevic, De Vecchi, Lydeka e Sacchetti.
3 - SCANDONE AVELLINO
Coach Pino Sacripanti (confermato)
La suggestione dell’ultima stagione, la presenza di Pino Sacripanti, la forza d’urto di un reparto pivot senza eguali in campionato. Avellino avrebbe tutto per primeggiare alle spalle di Milano, ma la coperta non potrà mai essere della giusta misura sin dal primo minuto per questioni di budget. E allora bene la «somma» da paura sotto canestro con Marco Cusin e Kyrylo Fesenko (capace di reggere l’urto anche contro i campioni d’Italia), bene la conferma di elementi di valore in campo e in spogliatoio come Marques Green e Maarten Leunen (senza comunque dimenticare Zerini), benissimo la permanenza di un Joe Ragland che diventa prima opzione offensiva. Ma in questo scenario ecco la somma di esordienti di prospettiva, ma pur sempre esordienti, come Retin Obasohan (18 punti nella sua ultima stagione ad Alabama), Adonis Thomas (reduce da una stagione di infortuni dopo i 19 a gara con 5 rimbalzi del 2014/2015 in D-League) e Levi Randolph (15 punti e 5 rimbalzi in D-League, apprezzabile anche alle Summer League di Utah e Las Vegas). Un rischio. Calcolato, affascinante, promettente, visto l’occhio di Nicola Alberani. Ma un rischio.
2 - PALLACANESTRO REGGIANA
Coach Max Menetti (confermato)
Commentare il reale cambiamento di Reggio Emilia con un gioco di semplice sottrazione e addizione sarebbe fuorviante. Max Menetti ha perso tre elementi, ma di peso primario nello spogliatoio e nel prodotto in campo, ovvero Kaukenas, Lavrinovic e Veremeenko. Ceduto Oscar Caserta volò verso lo scudetto, ma Reggio oggi è una donna attraente privata delle sue certezze. Aspetto che tuttavia può essere ritrovato, tenendo conto di come le carriere di Gentile, De Nicolao, Della Valle, Polonara e Cervi possano ancora considerarsi in parabola crescente. A questo si aggiunge il passo dell’autoconsapevolezza di Pietro Aradori, chiamato più di ogni altro a condurre le danze in campo e in settimana (non a caso, capitano). Pur rinunciando all’Europa, la società ha risposto con innesti inevitabilmente di pronta efficacia, ovvero Delroy James e soprattutto Sava Lesic, 14 punti e 5 rimbalzi nell’ultima stagione in Eurocup con Lubiana.
1 - OLIMPIA MILANO
Coach Jasmin Repesa (confermato)
In primo luogo il passato recente. Una Coppa Italia vinta in controllo e un playoff risolto con pronte reazioni ai momenti di difficoltà (3-0 contro Venezia dopo l’1-2, 2-0 contro Reggio Emilia dopo il 2-2). Poi il presente di un mercato italiano dove, Sassari a parte, tutte le rivali hanno dato senso di sottrazione prima che di addizione, come peraltro accade in Italia da numerose stagioni. Milano poteva avere in Alessandro Gentile la sottrazione, e invece sono arrivate solo addizioni, dall’esperienza di Ricky Hickman alla completezza di Zoran Dragic, passando per il peso di Miroslav Raduljica e per un totale controllo del mercato italiano, come confermano i sì di Davide Pascolo, Simone Fontecchio e Awudu Abass. Jasmin Repesa avrebbe preferito un lungo in più ed un esterno in meno, ma non saranno gli infortuni a frenare la sua Milano. Almeno non sui campi nazionali.
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