Attilio Caja: In Serie A certe società 'inventano' i loro coach
Le parole di Caja: Se mi riferisco a chi mi ha preceduto a Varese (Pozzecco, ndr)? Magari anche a chi mi è succeduto (Moretti, ndr), che per ora è stato bravo fuori dal campo.
(Ciamillo & Castoria)
Attilio Caja, tornato alla Virtus Roma dopo tanti anni, ha rilasciato una lunga intervista ad Andrea Barocci de Il Corriere dello Sport.
Caja ha ridato tanto entusiasmo all’Acea dopo un pessimo inizio di stagione. Il coach pavese lo scorso anno ha condotto ad una tranquilla salvezza la Pallacanestro Varese che però, in estate, had deciso di lasciarlo andare puntando su Paolo Moretti.
E Caja non ha lesinato delle critiche a qualche allenatore.
Questa la domanda: Nel frattempo Sassari e Milano sono state un disastro in Eurolega e la prima giornata di Eurocup ha confermato i risultati negativi dei club italiani. Perché?
"Le nostre squadre a livello economico sono meno competitive del passato. E gli altri Paesi, come la Germania, sono cresciuti. Siamo fermi a livello economico ma anche a livello tecnico, dove anzi, abbiamo fatto passi indietro. Certe società “inventano” i loro coach in Serie A. Se mi riferisco a chi mi ha preceduto a Varese (Pozzecco, ndr)? Magari anche a chi mi è succeduto (Moretti, ndr), che per ora è stato bravo fuori dal campo. Nessuno ha mosso critiche nei suoi confronti. Forse bisogna essere bravi anche lontano dal parquet. Nelle Coppe poi serve un sistema di allenamento, mentre da noi i tecnici preferiscono gestire i giocatori. Si è perso il modo di allenare di Obradovic, Messina, Pesic, Ivkovic che hanno sempre impresso una disciplina di gioco alle loro formazioni con un gran lavoro in palestra. Le squadre italiane non si capisce che obiettivo abbiano. E nelle Coppe, se non hai un sistema, fai fatica. Non puoi sempre segnare da tre perché alle prime difficoltà di sciogli”.
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